I perché di Sara 12

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⚠️ ⚠️ ⚠️⚠️⚠️⚠️⚠️⚠️⚠️⚠️⚠️⚠️⚠️ATTENZIONE...
QUESTO ROMANZO E' SULLO STILE DARK .
NON ADATTO A MINORI O PERSONE SENSIBILI.
Troverete  storie totalmente inventate  di sesso esplicito,violenza,atti sessuali estremi  e situazioni, adatti solo ad un pubblico adulto  per scene spinte e situazioni accettabili solo da un pubblico adulto e consapevole.Troverete tematiche forTi se pur le storie sono totalmente inventate.Se siete particolarmente sensibili è minorenni  sono fortemente sconsigliate .
Leggete queste storie con il maggior distacco possibile perché  sono del tutto inventate .Grazie

                                  I perché di Sara...

Era il 1996 il 5 agosto per la precisione, quella sera la città di Genova era schiaffeggiata da una pioggia costante, così insistente che le pozzanghere facevano a gara per unirsi luna con le altre e creare lungo il manto stradale e sui marciapiedi, una sorta di piscina sottile, dove chi vi si ritrovava a passeggaire, sembrava essere Gesù fatto in serie, che cercava di fare concorrenza all'originale, addirittura correndoci sopra.
Sara ormai aveva finito di lavorare, lei era addetta all'Urp ovvero, uff relazioni con il pubblico e a dirla tutta era un pubblico difficile da accontentare, ormai stanca  si alzò dalla scrivania e prendendo la borsa e il giacchetto del tayer digito' il codice blocco del suo pc e si diresse all'ascensore  salutando Enrico il suo segretario con distacco, come faceva sempre, quasi con una nota di rimprovero standard, come se non avesse fatto il massimo tutti i giorni e anche quello.
La sua risposta fu adeguata e fredda e Sandra proseguì il suo cammino.
Attese il suono classico e una volta che le porte furono aperte entro', voltandosi verso il corridoio, premette il tasto terra e attese che l'elevatore facesse il suo tragitto solito fino al garage.
Nel frattempo abbandonato un po' la sua postura composta, come se  per togliersi una maschera, si girò verso il grande specchio che era presente nell'ascensore e cominciò a gurdarsi come era solito ormai fare a fine giornata.
I suoi capelli erano mori, lunghi fino alle spalle, i buccoli del mattino erano ormai divenuti cascate confuse, gli occhi stanchi ma scuri e penetranti, un viso dolce carino ma composto, il rossetto ormai era quasi un'ombra sulle labbra, ma faceva ancora capolino, il tayer, un po' stropicciato, rendeva poca giustizia alle sue forme, mentre i tacchi davano ampia veduta alla bellezza delle sue gambe affusolate , sintomo di rigorosa palestra settimanale a cui lei dedicava ampio tempo.
Durante il breve tragitto cercò in qualche modo di scrollarsi le 8 ore passate in ufficio, dando un occhiata ai suoi glutei con un fare quasi da ballerina che diedero al suo umore un cenno di soddisfazione.
Nel frattempo il suo breve viaggio tra i piani dell edificio giunse al termine e le porte si aprirono, lasciandola avviare verso la sua 500x parcheggiata un po' più in là, visto che nel marasma mattutino non era riuscita a trovare un posto più vicino, nenche a pagarlo oro.
Giunta alla macchina si accorse che la pioggia che ormai cadeva da ore, aveva attraversato il soffitto e bagnata tutta la parte sinistra della sua auto, con una posa scocciata prese la sua borsa, apri' la zip e con le chiavi si accinse ad aprire la porta.
Non ebbe neanche il tempo di spostare lo sportello di 5 cm che un ombra si riflesse sul vetro della macchina, dietro di lei.
Fu un attimo...
Uno sconosciuto la prese da dietro, mettendoli una mano sulla bocca, la sbatte' sullo sportello aperto, mentre lei riuscì a vedere solo le gocce di pioggia cadute su di esso sbalzare, come in un film visto a rallentatore .
Quello sconosciuto la spinse con il viso sul vetro, mentre Sara cercava di svincolarsi, ma lui era troppo forte, anche perché , con furbizia, aveva allargato le gambe di lei, con un movimenato veloce, come succede nei film, quando un poliziotto si appresta ad arrestare o perquisire un sospettato.
La scena era raccapricciante e allora stesso tempo immorale, con il suo sguardo sarà cercava di vedere il viso di quello sconosciuta, ma non riusciva a divincolare il volto dalla presa, poteva solo vedere il cruscotto della sua auto e la foto di suo marito  posto in un riquadro apposito.
Erano passati solo 5 minuti dalla sua uscita, stretta, inerme, sotto il gioco di quell'uomo, si senti perduta, ma il suo pensiero non fermo il susseguirsi degli eventi.
Quell' uomo tolse la mano dalla bocca di Sara e le tiro' giù la gonna, poi le mutandine e in quel momento, un odore di profumo proveniente dal corpo dell'uomo investi' le sue narici contro il vetro. Senti' il cazzo di quello sconosciuto salire lungo la sua passera con forza e disprezzo, sentiva le palle di quell'uomo colpire le labbra della sua fica .
La piegò davanti a 90 gradi e cominciò, nell'oscurità e nel  silenzio di sara a divincolare il suo corpo e le sue anche su di lei, con un movimento sincrono, violento e costante, facendo echeggiare nell'ampieza di quell ambiente buio  un rumore come quello dello sbattere di corpi nudi.
Era un continuo violento sbattere, che si prolungo' per qualche attimo silenzioso, fino a che sarà cominciò improvvisamente a gemere di piacere e ad accentuare l' incedere dello sconosciuto, con il movimento del suo sedere; il silenzio di entrambi si tramuto' pian piano da mugoliii a veri e propri sproloqui sessuali.
Sara quella stessa donna dall' aspetto sobrio e composto, madre di due figli e moglie, cominciò a mordersi le labbra riflesse sul vetro dell'auto.

Sara:
"Scopami,scopami, lo voglio sentire fino in gola il tuo cazzo ,non fermarti vienimi dentro, io voglio sentire il caldo della tua sborra che scorre dentro la mia fica!
L'uomo non si lascio pregare e preso dall' incitamento di Sara cominciò a muoversi più velocemente, producendo gemiti senza ritegno, gemiti che Sara accompagnava con gradevoli sorrisi peccaminosi, all'improvviso nella foga l'uomo la girò e la stese sul cofano dell'auto e i due riuscirono a quel punto a guardarsi negli occhi, ma Sara ormai non era più vittima di quello sconosciuto, ma complice incestuosa che lo  tratteneva  per i fianchi.

Sara:
Vienimi dentro Enrico riempimi con il tuo cazzo duro.

Era il 1994  due anni prima.
Sara stava facendo i colloqui con il nuovo personale, alla ricerca di una segretaria ,ma tra i pretendenti c'era anche un bel ragazzo.
Il suo  nome  era Enrico...

Spero che questa parte della storia vi sia piaciuta attendo i vostri commenti e se volete sapere di più

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