"gonna miss y'all"

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"Alex alza il culo dal letto. sono le 4 del mattino, il viaggio inizia tesoruccio"

lo svegliò Zahra in tono sarcastico, seccata dal fatto che, pur ormai superata la soglia dei vent'anni, Alex è quel tipo di persona che la sveglia non la sente nemmeno per errore.

"In piedi ragazzo! Amy e Cash sono già in auto ad aspettarti. dovete essere in aeroporto tra 40 minuti! ALEX!"

suo malgrado, il bruno finalmente si alzò, Zahra gli aveva lasciato sulla scrivania il cambio di indumenti per la durata del viaggio e probabilmente aveva già portato in auto i suoi bagagli, visto che non erano più dove li aveva lasciati la sera prima.
Si preparò velocemente per poi scendere di corsa verso l'uscita di casa, dove ad attenderlo c'erano Leo, la madre, e la sorella maggiore June, tutti sorridenti e in attesa di un abbraccio d'arrivederci.
Alex corse ad abbracciarli per un'ultima volta.

Fu' la madre a sciogliere l'abbraccio in nome di tutti

"Ora va' tesoro, Amy e Cash ti aspettano e non vorrai mica perdere il volo"

disse la donna con un sorriso leggermente malinconico sul volto.
la sorella appoggiò una mano sulla spalla del fratello, sorridendogli.

"buon viaggio Diaz. non creare casini, mi mancherai."

Nora aveva ragione, June non era entusiasta della partenza dell'altro, soprattutto visto che mancava ancora poco tempo alle elezioni e normalmente era Alex a fare supporto morale alla famiglia.
Il ragazzo sapeva quanto per June sarebbe stato stressante, e si sentiva leggermente in colpa nel lasciarla sola, ma ciò che andava fatto andava fatto.

"Mi mancherai anche tu, sorellona"

Disse Alex prima di uscire di corsa salutando tutti con un cenno di mano.
Gli mancheranno, gli mancheranno davvero.
ma d'altro canto sono solo 9 mesi prima che torni a casa, trascurando le vacanze di natale, ma tenendo in considerazione la distanza tra la scuola e casa forse non sarebbe nemmeno tornato per natale.

9 mesi.

Beh, poteva succedere di tutto in questo lasso di tempo, e ad Alex l'idea di questo nuovo inizio non dispiaceva affatto.

si affrettò a salire in auto, seduti al suo fianco erano presenti, come precedentemente concordato, Cash e Amy.
Poco prima che la macchina accese i motori, Alex scorse da lontano la figura di Zahra che si asciugava una lacrima dal volto vedendolo partire.
digitava un messaggio, e poco dopo averlo notato una notifica sul telefono di Alex:

Zahra🧙‍♀️:

"mi mancherà quella tua brutta faccia.
non importa quanto te l'ho già detto, non fare casini."

-

dopo che alex aveva visualizzato Zahra tornò a scrivere.

-

Zahra🧙‍♀️:

" nel pensarci ora che ti vedo andar via, stai crescendo davvero in fretta Alex. Mi mancherai, non moltissimo ovviamente, solo un po'.
Prenditi cura di te. e chiama, SE SERVE."

-

sorrise, "se serve" , Alex sussurrò tra se e se,per un secondo pensò di voler eliminare tutti i suoi piani e restare a casa, ma ormai aveva preso la sua decisione.

In poco tempo raggiunsero l'aeroporto.
Pensarono Cash e Amy a praticamente tutto, dall'imbarco ai bagagli.
Non che Alex non ci fosse abituato, ma che bisogno c'era di aiutarlo anche per queste cose? si riteneva abbastanza maturo da gestirsela da solo.
Senza fare particolari lamentele si sedette tra i due, Amy particolarmente presa in una conversazione con sua moglie, mentre Cash stava probabilmente controllando scartoffie di cui Alex non era particolarmente interessato.

"Sapete chi sarà il mio compagno di stanza?"

chiese Alex prima di mettersi le cuffie, intento a dormire per le prossime ore prima dell'arrivo

"non ci è tenuto saperlo, ragazzino"

disse Cash senza neanche guardarlo in faccia

"e se fosse un pazzo psicopatico o roba del genere? dovreste esserne al corrente. per la mia incolumità!"

"montati meno la testa Alex. E vedi di riposare, il viaggio è lungo."

normalmente Cash era un tipo piuttosto aperto, ma ultimamente era sempre perso tra i pensieri e vagamente agitato. Beh probabilmente per l'arrivo delle elezioni, come tutti tra l'altro, ma il suo tono di voce sembrava piano piano diventare sempre più freddo.
Alex smise di pensarci, concedendosi finalmente un po' di riposo.

Ma nel pensarci.. come cazzo funzionavano le scuole militari?

Alex, non ne aveva idea.

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Svegliarsi, lezioni, allenamenti, mangiare, altri allenamenti e studiare.

Quanto sarebbe ancora dovuta durare?
per quanto tempo ancora Henry avrebbe dovuto nascondersi dietro la figura del "principe azzurro"?.

Bello, intelligente, affascinante, sicuro di se.

Nemmeno lontanamente questi aggettivi lo descrivevano, ma così doveva essere, almeno sotto gli occhi degli altri. doveva. non c'erano alternative.

Non gay.
Non se stesso.
Non Henry Fox.
Solo "il principe Henry."

Dio, quanto era antiquata ormai l'idea di famiglia reale.
E nei momenti di debolezza pensava. Pensava a lui,
a se stesso,
a henry fox.
Felice.
Probabilmente in un'appartamento in Francia, una scrivania appoggiata alla parete e una finestra che mostrava una perfetta visuale della Torre Eiffel, David ai suoi piedi che sonnecchiava mentre lui scriveva quello che sarebbe stato il suo primo romanzo.
E si immaginava lì, felice come mai, con magari al suo fianco un'uomo che lo amava per quello che era.

Libero.
Libero e felice.

e mentre pensava alla vita che non avrebbe mai potuto avere ricevette una chiamata.

"Nonna"

il nome apparso sul display, e rieccolo catapultato nella realtà.

titubante rispose al telefono.

"Pronto?"

"Henry, mio caro, a momenti dovrebbe arrivare il figlio della presidente, miraccomando mostrati cordiale e disponibile nei suoi confronti e evitiamo problemi."

"Si, nonna."

"Oh tesoro un'altra cosa!"

la regina abbasso leggermente il tono. Eccoci di nuovo.

"Qualunque pensiero che possa vagamente macchiare il nome della corona, tienilo per te. Sai di cosa mi riferisco Henry."

"Si, nonna."

Staccò la chiamata e posò la testa sul cuscino.
"Fanculo alla corona, fanculo ai re e alle regine. Fanculo, mi sono proprio rotto il cazzo."

Delle auto cominciarono ad accostarsi davanti alla scuola, e una figura mediamente alta e snella ne uscì fuori.
Alexander Gabriel Claremont-Diaz.

Merda. È solo più bello nella realtà.
Che dio lo crocifigga se pensare a questo possa essere un peccato.
Ma la bellezza di quell'uomo era una bestemmia urlata in faccia a dio.

9 mesi.
9 fottutissimi mesi.

——————Nota dell'Autore———————

Dovrei riuscire ad aggiornare la storia abbastanza frequentemente per ora, spero solo di essere ancora in grado di scrivere storie avvincenti.

Per ora vi lascio, il mio intento principale era arrivare almeno fino questo punto dell'introduzione.
Probabilmente la terza parte la farò uscire nel weekend,
spero la storia vi stia piacendo, a presto!

𝐎𝐡 𝐦𝐲 𝐝𝐞𝐚𝐫 𝐝𝐞𝐯𝐢𝐥Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora