•we-end?

79 7 2
                                    

40

~Felix~

Piansi, piansi e piansi ancora.
Hyunjin aveva avuto un arresto e da quel momento era ancora in coma, avevo paura che non si sarebbe più svegliato.
Non so specificare la quantità di tempo che io rimasi all'interno di quella stanza, restando in silenzio, cercando di sentire il suo impercettibile respiro.
Tanto che la piccola poltrona su cui mi sedevo aveva preso la forma del mio corpo.
Rimanevo lì anche dopo l'orario delle visite la maggior parte delle volte e le infermiere probabilmente avevano pietà per me.

Dopo quello che successe in quei giorni mi sentii uno schifo. Ebbi tanta paura che per poco non mi vennero i capelli bianchi. Tremai e piansi come mai ho fatto. Mi sono state nascoste cose tanto importanti da tutte le persone attorno a me.

Quel giorno pensai che non potessi restare lì un minuto di più. In quella stanza con lui e con la consapevolezza di amarlo fino alla disperazione.
Era arrivato il momento di fare ciò che è giusto e sapevo che se non lo avessi fatto in quel momento non ne avrei mai avuto la forza.

Io e Hyunjin ci siamo legati così tanto che moriremmo l'uno per l'altra. E lui lo ha dimostrato, con quello che successe tre settimane prima.
Mentre Hyunjin era in coma mi torturavo pensando che non potevo che lui morisse per salvare, ma sapevo dopo tutto che non potevo fare niente per farlo risvegliare.
Quando però si svegliò è lì che trovai il momento di parlargli.
In quel momento con la gang si dovevano finire di risolvere certe questioni e sentivo il bisogno di allontanarmi.

Avevo bisogno di riprendermi e anche Hyunjin.
Lui doveva pensare a se stesso, a prendersi cura di sé. Io dovevo riacquistare la fiducia che ho perso anche in lui.
Avevo paura che potesse succedere di nuovo.
Avevo paura di restare all'oscuro di nuovo, di litigare, paura di vederlo a un passo dalla morte davanti a me.
Non avrei potuto sopportarlo ancora.

La sua pelle era pallidissima e il suo viso faceva trasparire tutto ciò che gli era successo in quelle settimane. Gli occhi semiaperti e le labbra secche lo rendevano quasi irriconoscibile dalla persona felice e attiva che era sempre.
Era dimagrito tanto, i medici fecero tanta, troppa fatica a farlo mangiare: per lui era troppo doloroso. Coperto dalle lenzuola, intubato, stanco e preoccupato non riuscivo a riconoscerlo. Speravo sempre che quello fosse un altro ragazzo, che Hyunjin sarebbe entrato dalla porta come se nulla fosse successo e mi abbracciasse stretto come faceva sempre.
Poi guardavo i suoi capelli che ormai andavano sul marroncino, la profondità e il nero dei suoi occhi e mi rendevo conto che quello lì. Il ragazzo nel letto era il mio Hyunjin.

Non riuscivo a guardarlo stare così male in quei giorni. Ogni volta che lo vedevo rifiutarsi di mangiare, dopo tutte le volte che ci eravamo ingozzati di pizza e sushi insieme.
Non sopportavo insieme a lui la presenza di tutti quei tubi e tutti quei medici. Vedevo la sua sofferenza a essere costretto a stare a letto ogni giorno da troppo tempo.
Gli occhi mi pizzicavano ogni volta a causa delle lacrime che però non volevo versare davanti a lui.
Mi limitavo a farlo quando tornavo a casa, la mia casa piena di scatoloni per il trasloco che non penso ci sarà più.
La mia casa vuota che ero pronto a lasciare per stare con lui. Anche Yasu aveva capito che c'era qualcosa che non va e mi stava sempre vicino.

Non potevo pensare che lui fosse lì per colpa mia. È lì perché voleva proteggermi.
Perché io sono corso via invece di affrontare il discorso con lui, e Taemin appostato lì fuori ne approfittò per sparare.
Sarebbe felice se morisse. Anche se puntò a me invece che a lui.

Io amo Hyunjin, ma nessuno dei due può sopportare tutto questo dolore.
"Hyunjin Kkami mangia troppo comunque, non dovresti darle tutti quei premietti" Minho e Chan cercavano di fare sorridere il ragazzo, con anche qualche risultato.
Decisi però di interrompere il loro discorso. Ero pronto.

Prince of the districtDove le storie prendono vita. Scoprilo ora