XV

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I giorni successivi alla prematura morte di Edgar erano stati difficili da vivere, non solo per i detenuti ma anche per noi.

Theodore era impazzito, aveva fatto controllare minuziosamente tutti i filmati delle telecamere di sicurezza che riuscivano ad inquadrare qualunque angolo del corridoio pur di trovare il volto del colpevole che aveva ammazzato una delle sue guardie. Dio solo sapeva quanto avrei voluto potergli dire chi fosse ed era stato il mio primo pensiero dopo essere uscita dall'infermeria, ma Airton mi aveva braccato e mi aveva ordinato di non dire nulla di tutto quello che avevo visto per non mettere in pericolo Rem.

"Se Kurtis verrà punito puoi star certa che dopo sarà lui a punire noi e non si tratterà di semplici botte. Farà del male a Rem per farmela pagare, potrebbe perfino ucciderlo", aveva detto con il fiato corto e la preoccupazione dipinta sul volto, "quello è uno psicopatico".

Perciò ero stata costretta a tenere la bocca chiusa, sentendomi impotente mentre la furia di Theodore spazzava via tutti gli sforzi che avevo fatto negli ultimi mesi per rendere quel posto un luogo più umano. Finché non sarebbe spuntato fuori l'assassino di Edgar tutti sarebbero stati puniti in egual modo, da colpevoli e da complici.

Aveva ridotto i tre pasti giornalieri ad un solo pasto al giorno, nel primo pomeriggio, e se i detenuti volevano bere avrebbero dovuto chiedere un bicchiere alla guardia più vicina, che li avrebbe scortati in bagno per riempirlo dal rubinetto. Non eravamo neanche sicuri che l'acqua che uscisse da lì fosse totalmente pulita e potabile, né che fosse priva di sapore come avrebbe dovuto essere, ma a Theodore non importava. Era livido di rabbia.

Ai detenuti era stata tolta la possibilità di uscire in cortile, per loro il giorno e la notte non esistevano più poiché la durata delle loro giornate dipendeva, ormai, dall'accendersi e dallo spegnersi delle luci che illuminavano le celle e il corridoio. Venivano accese alle sette del mattino e spente alle nove di sera.

I detenuti non potevano leggere, parlare, lamentarsi o fare troppo rumore, né nelle ore diurne e soprattutto in quelle notturne. Non potevano fare altro che crogiolarsi nei loro pensieri, fissando il muro della loro cella per tutte e quattordici le ore delle loro "giornate".

Airton era l'unico a lasciare la sua cella una sola volta a settimana per tutte e quattordici le ore, rientrandoci la mattina dopo, e solo per essere nutrito dalla sua essenziale sacca alimentare. Non lo avevo più beccato in cucina durante la notte, tutte le guardie sorvegliavano le celle senza mai allontanarsi fino alla fine del loro turno notturno, sostituite poi immediatamente dalle guardie che iniziavano il turno mattutino.

Questo stava a significare che Airton si nutriva solamente di acqua per tutta la settimana in attesa di essere nutrito dalla sacca alimentare, che era decisamente poca rispetto a quando riusciva a sgattaiolare la notte per mangiare qualcosa di consistente come il latte e i cereali. La situazione era drasticamente peggiorata, ero preoccupata e mi sentivo di aver esaurito le energie.

«Detenuti, state composti e in silenzio!». La voce distaccata e autoritaria di Theodore zittì tutti quanti, perfino i miei pensieri.

Lo osservai incrociare le mani dietro la schiena, fissando severo tutti i detenuti come un padre che aveva messo in punizione i figli. «Date il benvenuto alla guardia che sostituirà l'agente Clifford a causa di quello che uno di voi ha fatto». Inspirai di colpo, sorpresa dalla rapidità con cui aveva trovato un altro mentecatto disposto a venire su questa isola infernale.

«Agente Adams, la prego di fare un passo in avanti e di togliersi il cappellino».

Vidi la guardia fare quello che gli era stato ordinato, avanzando di un paio di passi per sottoporsi allo sguardo curioso di tutti e sfilandosi il cappellino blu scuro dalla testa, rivelando il suo viso. Ad essere sincera faticai a mantenere il viso privo di emozioni, cercando di sembrare una persona che fissava uno sconosciuto con cui non aveva mai avuto nulla a che fare.

The Not HeardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora