26.

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le labbra di jisung erano così vicine.

erano così vicine che gli mancava il fiato.

erano così vicine che non riusciva più a ragionare lucidamente.

erano così vicine che i loro respiri si mischiavano l'uno con l'altro.

erano così vicine da sfiorarsi con le sue.

erano così vicine che minho si sentiva un nodo in gola.

erano così vicine che il panico lo stava assalendo.

erano così vicine che fece per aprire bocca ma non riuscii ad emettere alcun suono.

erano così vicine, ma non a quelle di minho.

e in una frazione di secondo successe.

le labbra di jisung toccarono quelle di mark.

minho, invece, riusciva a sentire gli occhi farsi sempre più umidi.

"no" sussurrò tra sé e sé "no, questo non è possibile"

non voleva crederci.

per tutto quel tempo, jisung gli aveva solo mentito?

si prese un altro istante per osservare quella scena, sperando che fosse tutto uno scherzo e non stesse succedendo veramente, e che un attimo dopo ci sarebbe stato lui al posto di mark.

ma non fu così.

minho si trovava a pochi metri di distanza da loro ma si sentiva come se fosse a chilometri e chilometri di distanza.

tese lentamente il braccio destro, come a voler sfiorare il volto di jisung, ma il suo corpo non riusciva a muoversi.

e tutto d'un tratto, iniziò a sentire calde gocce d'acqua bagnargli il viso.

teneva le labbra socchiuse, le quali davano l'impressione che avrebbe detto qualcosa da un momento all'altro, ma anche questa volta non fu così.

era come se il suo corpo non riuscisse a reagire, tranne che per le lacrime.

lentamente, vide una visione sfocata, dovuta dalle lacrime, di mark che si staccava dalle labbra di jisung e poi voltava il capo verso minho.

quest'ultimo guardò immediatamente nella direzione di jisung, sperando che anche lui avrebbe compiuto quello stesso movimento.

ma così non fu.

era come se non si fosse accorto di lui.

"te l'avevo detto" 

puntò gli occhi sul biondo per una seconda volta.

"te l'avevo detto che avrebbe scelto me" un ghigno spuntò sul suo volto, seguito da una risatina.

minho tornò a guardare jisung, ma quest'ultimo ancora non lo degnava di uno sguardo.

che non si fosse accorto di lui? che lo stesse ignorando? che non lo volesse più vedere?

le lacrime continuavano a solcargli il viso e la sua mente diventava sempre più annebbiata.

"ma... ma questo è impossibile. jisung mi aveva detto... lui mi aveva detto che... che..." 

d'un tratto gli si oscurò la vista e si sentì cadere a terra.

minho si svegliò di botto, gli occhi sgranati e la fronte sudata nonostante il freddo clima di dicembre.

si guardò intorno frettolosamente per poi mettere a fuoco quella situazione: si trovava nella sua stanza, seduto sul letto.

si portò le mani tra i capelli mentre traeva qualche respiro profondo.

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