Capitolo 17 Nadine

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Capitolo 17
NADINE

Con un bicchiere di succo d'arancia rossa in mano, sto facevo finta di divertirmi, ma la verità è un'altra: sono estremamente agitata.

Mio fratello ha invitato un sacco di gente alla festa, uscire senza farmi vedere da nessuno sarà complicato. Per non parlare di Remo che mi tiene perennemente d'occhio.

L'ora dell'appuntamento con Jacob è sempre più vicina e ancora non so come farò ad andare via senza cacciarmi ulteriormente nei guai.

La gente, per lo più compagni e amici di mio fratello, balla a ritmo di musica rock. Non ho idea da dove Luca abbia preso in prestito le casse che sono sparse per il salotto. Forse le ha addirittura comprate, i soldi per acquistare tutto ciò che vuole non gli mancano affatto. Come a me, d'altronde.

Me ne sto seduta su uno dei divani che Remo e Luca hanno spostato questo pomeriggio contro la parete centrale. Accanto a me si trova una ragazza dall'aria timida e lunghi capelli color carota raccolti in una coda bassa, con un paio d'occhiali da vista, che non ho mai visto prima d'ora.

«Mi sai dire mica l'ora?», domando avvicinandomi di più a lei. Voglio scoprire se le informazioni sul suo orologio coincidono con le mie.

«Sono le nove e mezza».

Dannazione! Manca mezz'ora all'appuntamento con Jacob.

Ok, Nadine, respira.

«Grazie. Sono Nadine, piacere. La sorella del pazzo che ha organizzato tutto ciò», mi presento, cercando di pensare ad altro che non sia Jacob.

«Sei la sorella di Luca?», chiede esterrefatta, come se le avessi appena confessato chissà quale meraviglia.

Annuisco. «Come fai a conoscere mio fratello?», le chiedo con un sorriso, sperando di non metterla ancora di più in imbarazzo.

Lei arrossisce violentemente. «Mi chiamo Greta. Mia cugina mi ha costretto a venire qui. Dice che non mi diverto mai e che conduco una vita monotona. Da quando mi sono trasferita a casa sua mi porta con lei dappertutto. Luca l'ho visto sul campo da calcio, la settimana scorsa», ammette logorroica, passandosi, a disagio, le mani sulla gonna bianca che sono certa non ha scelto di indossare di propria volontà.

«Mi dispiace», dico. Lei annuisce e si sistema gli occhiali sul naso. «Chi è tua cugina?»

«Sonia».

«Sonia Marchetti?», spalanco gli occhi sorpresa, alludendo a una mia compagna di classe.

Greta annuisce di nuovo.

«Non l'avrei mai detto. Lei è così... E tu sei così...», farfuglio, non sapendo che aggettivi attribuire né a una né all'altra.

«Lei è una bomba sexy mentre io sono una sfigata. Lo puoi dire tranquillamente», dichiara con un sorriso tirato.

«Assolutamente no, non volevo dire questo. Però ammetto che Sonia non mi piace tanto», concludo con una smorfia.

«Donna, vuoi ballare col tuo uomo?», esordisce Remo, interrompendo la conversazione tra me e Greta.

Un minuto fa stava parlando con due suoi amici. Speravo si intrattenesse più a lungo, così da darmi il tempo di trovare una scusa plausibile per potermi allontanare dalla festa senza dare nell'occhio. La verità è che non ho alcuna voglia di ballare, però acconsento lo stesso.

«Scusami», mi rivolgo a Greta prima di liberarmi del bicchiere.

Lei mi mostra un piccolo sorriso, poi sposta lo sguardo sulla mandria di persone che saltella in mezzo al gigantesco soggiorno.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 06 ⏰

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