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Quando Nagi smontò da cavallo era notte inoltrata. La foresta sibilava a causa del vento che si incanalava fra i rami, che nascondevano il maestoso cielo stellato.
Nagi fu scossa da brividi quando un ricordo le attraversò la mente, ma cercò di cacciarlo indietro.
Al buio si muoveva cauta, la luna non arrivava lì, dentro la foresta. Salutò con una carezza il suo stallone e poi cercò la via per la sua camera.
Per qualche motivo però, le tornò di nuovo in mente il modo in cui aveva conosciuto Levi, sotto le stelle, e le venne una gran nostalgia.
Non era già più sicura di voler rivedere di nuovo Herb, e di quello che era accaduto quel pomeriggio non le era rimasto nulla.
Si sentiva in colpa per avere immaginato Levi al posto suo, ma fu quasi una cosa istintiva, e alla fine non aveva fatto nulla per cacciarla indietro.
In quell'accampamento non c'era nessun luogo in cui sarebbe potuta rimanere per osservare le stelle, passando così una notte insonne a pensare cosa fare, a disperarsi dietro un uomo che non l'avrebbe più guardata.
Mentre si avvicinava al suo alloggio, notò una luce provenire da una finestra. Nagi si morse la lingua per la curiosità, maledicendo il suo essere così ficcanaso.
Era la stanza di Petra, ma quando se ne rese conto era troppo tardi: Levi era appena uscito da lì, e lo vide lasciare la stanza con addosso solo una camicia.
Nagi fece qualche passo all'indietro, il mostro nel petto tornò a graffiarle il cuore facendolo sanguinare e dolere.
In fondo cosa si aspettava? Che lui le sarebbe rimasto fedele? E per cosa poi? Non avevano più nulla da condividere ormai, se non qualche ricordo che bruciava nella mente di entrambi come fuoco sulla carne viva.
Si allontanò da lì, le lacrime calde inzuppavano il suo viso, mentre il vento le seccava lasciandole un sapore salato sulle labbra.
Vagò nell'accampamento, che non erano altro che poche case sparse, fino a trovare un punto abbastanza lontano da tutto.
Si sdraiò sull'erba fresca lasciando che le lacrime scendessero assieme a tutto il dolore che provava.
Nagi era così concentrata su tutta quella situazione che non si pose nemmeno il problema dell'ora, e che qualcuno l'avrebbe cercata.
E quel qualcuno era proprio Herb, che allarmato nello svegliarsi nel cuore della notte e non trovandola accanto a lui, era uscito a cercarla.
Incrociò Levi sulla sua strada mentre usciva per cercarla, e per quanto l'uomo si fosse imposto di non pensarci più, di evitarla e di rimanere solo, come era sempre stato, si allarmò anche lui.
Eppure dal suo viso non traspariva nulla, se non una piatta espressione, che fece uscire delle parole altrettanto vuote e disinteressate. Mai poteva essere più falso. Non riusciva a togliersi dalla testa invece quello che quel pomeriggio era accaduto fra quei due. E per quanto ci provasse, non smetteva di provare una gelosia tale da mandargli in fiamme il cervello.
Tranquillizzò Herb, dicendo che l'aveva vista rientrare e che si era diretta nei bagni, probabilmente per fare una doccia, ma il ragazzo non appariva convinto.
Non si fidava di lui, per cui andò nei bagni a controllare.
Dietro quella porta Herb sentì effettivamente dell'acqua muoversi, ma quello che non sapeva era che Petra stava usando il bagno, per riprendersi dalla delusione appena ricevuta.
Per quanto ci avesse provato, Levi non riusciva a eccitarsi, non pensava ad altro se non a Nagi, a suoi respiri corti e di sorpresa ogni volta che lui la sfiorava. Petra invece lasciava lunghi gemiti con l'intento di provocarlo, ma questo lo infastidiva solo di più.
Uscì Levi quindi, dopo essersi rivestito, a cercarla. Ma non fu difficile per lui, che per qualche motivo sapeva già dove sarebbe potuta essere.
Qualche sera prima si era sdraiato nello stesso punto in cui lei se ne stava affondata, col naso all'insù a guardare quel piccolo sprazzo di cielo tra gli alberi.
Dopo averla trovata però, sarebbe voluto tornare indietro, per evitare di guardarla e di cedere di nuovo ai suoi occhioni. Ma il suo cuore sussultò: Nagi stava singhiozzando.
Lasciò allora da parte l'orgoglio e si avvicinò.
La ragazza, concentrata com'era sul suo dolore, non lo udì arrivare, e quando si accorse della sagoma che si stagliava sopra di lei sbarrò gli occhi e si tirò su di scatto.
Asciugò il viso con la canottiera e cercò di mettere a fuoco la figura davanti a lei.
"Che vuoi" disse quando se ne accorse. La sua voce avrebbe dovuto essere dura e mostrare almeno un po' di rabbia, ma uscì spezzata da un singhiozzo dovuto al troppo pianto.
Levi si avvicinò, un sorriso dolce si apriva sulle sue labbra, intenerito dell'innocenza dei suoi gesti.
"Non avvicinarti" gli intimò lei, che si morse la lingua maledicendosi.
Lui sollevò una mano, e Nagi si preparò a sentirne il calore sul viso, ma dopo aver afferrato un filo d'erba incastrato tra i suoi capelli, tornò a posarsi sul fianco di lui.
"Herb è preoccupato. Quando si accorgerà che non sei in bagno uscirà di nuovo a cercarti" disse lui, rimanendo fermo a pochi passi da lei.
"Io non sono in.." Nagi realizzò solo in quel momento cosa voleva dire quella frase.
"Perché lo hai fatto, e come hai fatto a trovarmi?"
L'uomo non rispose, ma invece si sedette a terra sdraiando una gamba, mentre sull'altra appoggiava il braccio.
A Nagi ricordò i loro momenti passati sulle mura del castello, e si sedette anche lei, rannicchiandosi distante da lui, le ginocchia al petto strette dalle sue braccia.
Levi teneva la testa all'indietro osservando il cielo stellato, mentre Nagi puntava dritto davanti a sé, fissando intensamente il tronco di un albero.
Immaginò di prenderlo a calci, che prendesse fuoco, oppure degli scoiattoli che si arrampicavano mentre l'uno ricorreva la coda all'altro. Tutto pur di non pensare a lui, così vicino a lei.
"Vi ho visti" disse poi improvvisamente "Tu e Petra"
Levi, celato dal buio, sollevò un angolo della bocca in una sorta di sorrisino, poi replicò "Per questo piangevi?"
Nagi sentiva la rabbia montarle dentro, le sue parole sarcastiche risuonavano nella sua testa e le stuzzicavano l'orgoglio.
"Pensi che sia divertente?" replicò spostando finalmente lo sguardo su di lui, ancora fermo nella stessa posizione.
Aveva cercato di mantenere la calma, rimanendo il più seria possibile, ma proprio in quel momento un altro singhiozzo lasciò le sue labbra scuotendole violentemente il petto.
Si morse la lingua cercando di farlo passare, ma quello non accennava a smettere.
Si alzò in piedi, in imbarazzo mentre a ritmo il suo petto si alzava e abbassava violentemente.
La cosa le provocava anche dolore alle costole, e cercò in tutti i modi di farlo smettere.
A quel punto anche lui si alzò, parandosi di fronte a lei. Per la prima volta da quando lo conosceva, vide sul suo viso un sorriso divertito.
"Smettila!" protestò lei mentre un altro singhiozzo le sfuggì dalle labbra, che si tappò subito con le mani. Premeva forte sperando che potesse aiutarla ma non funzionò.
"Si forse un po' mi diverte" disse lui avvicinandosi di più e afferrando delicatamente le sue mani. Nagi sussultò nel sentire il suo tocco leggero sulla sua pelle. Le era mancato.
Aveva le dita fredde, a differenza dello sguardo, che tra le tenebre sembrava ancora divertito.
La ragazza era incapace di muoversi, sciolta sotto quella sua presa delicata che persisteva ancora.
Levi si avvicinò al suo viso, ancora sorridendo e poi posò le labbra sulle sue.
Di nuovo mille scariche elettriche percorsero il corpo di entrambi, scaturite da quel singolo gesto.
Premeva forte le sue labbra sottili contro quelle di lei, che le schiuse, incapace di connettere cosa stava accadendo. Chiuse gli occhi e improvvisamente si sentì come sospesa nel vuoto, c'erano solo loro due, le loro mani intrecciate e niente di più.
Lui approfondì il bacio, e Nagi notò divertita che ancora era molto impacciato. Quella scarica, quelle sensazioni, le erano arrivate dritte al cuore, dove era annidato il mostro del dubbio, che per quel momento se ne stava buono.
Levi indugiò ancora qualche secondo, prima di staccarsi da lei e guardarla negli occhi.
"Ora non hai più il singhiozzo" disse solo, interrompendo anche il contatto con le loro mani.
Nagi tornò alla realtà, realizzando cosa fosse appena accaduto.
"Pensi davvero che questo basti a sistemare le cose?" fece lei, ancora più arrabbiata di prima. Cosa sperava di fare con quel bacio? Era stato lui a volerla allontanare e ora se ne usciva così.
Nagi sentiva di star uscendo di testa nel cercare di capire quell'uomo così complicato.
Lui non reagì.
"Non gridare"
"È davvero questo quello che ti interessa? Non vuoi che gridi? E perché!?" alzò la voce ancora di più, provocandolo, ma lui rimase impassibile davanti a lei.
"Non voglio ricominciare da capo con te, Levi. Non voglio soffrire per una cosa a me sconosciuta. Non mi sono arruolata per trovare l'inferno, andava tutto bene prima che.." non la fece terminare, lui iniziò a parlare, come se non l'avesse udita affatto.
"Sei stata tu a cercarmi"
Colpì nel segno. La ragazza smise di parlare, ricordando il primo contatto avuto con lui. Era stata lei a volerlo disperatamente, era stata lei ad affrettare le cose quando avrebbe potuto benissimo evitarlo.
E ora che diritto aveva di lamentarsi?
"Dimmi solo perché vuoi allontanarmi così disperatamente. Dimmelo Levi, dimmi la verità e non sentirai mai più parlare di me. Ma io devo saperlo.." nella sua voce sconfitta c'era una profonda nota di amarezza. Verso sé stessa e verso tutta quella situazione, verso una cosa più grande di lei che non era riuscita a gestire. Avrebbe dovuto solo fare quello che un soldato fa, ovvero eseguire gli ordini cercando di non morire, o morire eseguendoli.
Lottava per una cosa più grande di lei quando in realtà avrebbe solo voluto essere a casa sua.
Ma casa sua non esisteva più. Ora quella era la sua dimora, il suo posto sicuro, che poi tanto sicuro non era.
"Non voglio vederti morire.." ammise finalmente lui con lo sguardo basso.
Nagi era scioccata e quasi offesa dalla cosa. Pensava forse che lei non fosse in grado di difendersi da sola?
"Io non morirò" sbottò lei.
"Nagi.." ancora una volta le parole gli morivano in gola, bloccate da un nodo che non voleva farlo parlare. Ma lei fu paziente, e vedendolo esitare si sedette a terra.
Per quanto fosse arrabbiata con lui voleva sentire quello che aveva da dire, e pensava che forse mettendolo a suo agio sarebbe stato più semplice.
La raggiunse dopo pochi attimi di esitazione.
"Non è colpa tua se quel gigante mi ha steso" disse con dolcezza, come quando una mamma cerca di rassicurare il suo bambino.
"Io ti amo Nagi.." contro ogni previsione, Levi la sorprese di nuovo dopo che lei aveva atteso una risposta per diversi minuti.
L'uomo pensava che forse in quel modo sarebbe stato più semplice farle capire perché aveva bisogno di allontanarla.
"Ma non posso stare con te. Tutti quelli che mi sono vicino prima o poi se ne vanno e io.."
"Non è colpa tua" disse subito lei, scioccata, ma al tempo stesso voleva affrettarsi a rispondere per evitare che lui si chiudesse di nuovo.
"Se dovessi morire non sarà a causa tua. Non puoi proteggere tutti, e tanto meno me. Ma cerca almeno di non privarti di ciò che ti rende felice.."
"Non voglio vederti morire, Nagi.. Io non lo sopporterei. Pensavo che allontanarti avrebbe reso le cose più semplici, e che se tu mi avessi odiato allora forse sarei riuscito ad andare avanti" ammise, lo sguardo basso e la voce roca.
Nagi trovò tutto quello assurdo, non riuscendo a capacitarsi di quanto il ragazzo accanto a lei fosse davvero fragile.
"Levi io ti amo" disse alla fine lei, non trovando altre parole. Cosa poteva dirgli se non quello? Le aveva stravolto la vita in solo pochi mesi, ma di tutto quello che le era capitato di certo non poteva darne una colpa a lui.
Lui non rispose, rimase in silenzio accanto a lei senza sapere cosa fare. Ora che le aveva detto cosa provava non si sentiva meglio, si sentiva solo più debole. Non aveva costruito quella corazza solo per poi farci entrare qualcuno che potesse distruggerlo dall'interno.
Eppure il suo cuore batteva così forte ogni volta che era con lei, per non parlare delle scariche di adrenalina che lasciava ogni sua carezza.
"Tu non sei pronto" disse alla fine Nagi, che aveva atteso una risposta, un segnale, qualsiasi cosa "E lo accetto, ma non posso garantirti che quando lo sarai.. se lo sarai.. io ci sarò. Ho passato dei giorni d'inferno a pensare cosa potessi aver sbagliato. Mi è mancata ogni singola cosa di te.." Nagi attaccò con il suo monologo, che però rimase inascoltato dal momento in cui Levi prese una decisione. Fu una decisione folle, di cui forse si sarebbe pentito in seguito se le fosse capitato davvero qualcosa, ma li, in quel momento, tutto quello che voleva era lei.
Si voltò verso di lei e poi la baciò.
Nagi piantò le mani a terra, stringendo l'erba umida fra le dita per la sorpresa.
I suoi baci erano voraci, carichi di desiderio e passione, che piano piano crebbe anche dentro di lei. Partì dal petto e percorse tutto il suo stomaco, per poi esploderle nel basso ventre, dandole la spinta per cambiare posizione e mettersi cavalcioni su di lui.
Levi accolse il movimento sistemando il bacino a terra e afferrando le sue cosce, che strinse fra le dita come se quel contatto potesse fargli forza.
La ragazza intrecciò le dita fra i suoi capelli morbidi mentre i loro baci si facevano sempre più appassionati.
Non esisteva più niente attorno a loro, il vento fresco accarezzava la loro pelle nuda mentre si assaporavano di nuovo. Levi le lasciava baci umidi e delicati sul collo, scendendo fino alle clavicole. Nagi si lasciò uscire un gemito dalle labbra che provocò immediatamente una sua reazione. Lo sentiva premere sotto di lei e la cosa la divertiva.
L'uomo invece era abbastanza frustrato, ma da un lato felice di sapere che il problema non era lui.
Quella sera, per quanto Petra ci avesse provato, tutto quello che aveva ottenuto era stato una debole reazione da parte sua.
Si interruppe però quando la sua mente, ripercorrendo quei ricordi, volò ancora più indietro, a quando quel pomeriggio lei aveva baciato Herb.
La guardò negli occhi, offuscati dalla passione, per cercare una qualsiasi scusa, qualsiasi cosa che avrebbe potuto levarlo da quella situazione.
Non era sicuro di voler sapere come era proseguito il loro bacio, ma aveva come l'impressione che fosse andato proprio come stava andando il loro.
Nagi invece dal canto suo non ci pensava affatto, tutto quello che le interessava era lì sotto di lei, che la guardava con occhi... tristi.
Capì immediatamente cosa stesse pensando, sorprendendosi ancora una volta nel pensare che a nessuno, se non a lei, il suo sguardo comunicava qualcosa.
Levi ancora le stringeva le cosce fra le dita, ma ora la sensazione non era più piacevole.
"So cosa stai pensando" disse lei.
Il ragazzo inclinò la testa leggermente da un lato, in segno di curiosità.
"Allora perché l'hai fatto?" chiese semplicemente.
"Credo tu possa arrivarci da solo" sentenziò lei, che già odorava le fiamme della gelosia accendersi in lui "E poi anche tu mi sembra che ti sia dato da fare, per cui direi che siamo pari"
Non nascose la nota di malizia nella sua voce, mescolata ad un tono abbastanza accusatorio, anche lei gelosa al pensiero dei due assieme.
"Tu non sai niente" ghignò lui.
"E perché tu credi di sapere tutto?" fece lei di rimando aggrovigliando delle ciocche di capelli attorno al suo indice, con fare lascivo.
"Basta guardarlo per capire come si è concluso il suo pomeriggio" continuò lui "ma lo stesso non si può dire di te"
Da un lato voleva davvero sapere se la cosa le era piaciuta o meno, ma allo stesso tempo pensarci lo faceva fremere di rabbia.
La sua risposta, qualunque essa fosse stata, non era ciò che dicevano i suoi occhi. Levi non lesse soddisfazione in loro, solo un vago ricordo amaro che la faceva sentire a pezzi.
Nagi in effetti ora che si trovava lì, un po' si sentiva in colpa verso Herb. Lo immaginò mentre dormiva beato, convinto che lei si stesse lavando e che prima o poi l'avrebbe raggiunto a letto, e magari, perché no, che l'avrebbe anche abbracciato. Eppure mentre immaginava tutto questo, accanto a lei non c'era mai Herb, ma Levi.
"Beh forse hai ragione" la ragazza poggiò le mani sopra quelle di lui, che aveva affondato ancora di più le dita nella sua carne. Il calore lo fece rilassare e rendere conto della presa troppo stretta, e subito si allontanò.
Lei invece, con un'agile mossa, si rialzò in piedi.
"Sei nella mia testa più di quanto immagini" gli disse prima di voltarsi. Non sapeva neanche lei quale fosse il problema, ma sapeva solo che in quel momento non aveva più voglia di fare qualsiasi cosa avessero appena iniziato.
Levi si alzò e la raggiunse.
"Dovrei tornare in camera o si preoccuperà di nuovo" disse lei sconsolata. Sentiva il suo cuore come tirato da due parti. Herb ne aveva solo un pezzettino però, ma nonostante questo sentiva come se lo avesse solo illuso.
"Sapevo già che non avrebbe funzionato, Nagi"
Il suo cuore perse un battito nell'udire la voce di Herb. Non lo vedeva, ma sapeva che era lì, dritto davanti a lei.
"Forse non te ne sei accorta, ma sussurravi il suo nome.."
Nagi perse un battito. Davvero era stata così stupida da non accorgersene? In quel momento realizzò il motivo per il quale le era apparso così sconvolto.
"Mi dispiace.." disse. Ma le sue parole caddero portate via dal tempo poiché il ragazzo aveva già lasciato il posto.
Non portava rancore, vederla felice in fondo era l'unica cosa che aveva sempre desiderato, ancora di più dell'averla per lui. Nonostante tutto però non fu in grado di smettere di amarla, semplicemente si limitò ad essere felice per lei.
I due parlarono nei giorni successivi, chiarendo la situazione non senza qualche lacrima. Dopo quella conversazione Nagi si sentì sollevata, come se tutti i problemi stessero rientrando al loro posto. Ma quello che non sapeva era che in realtà i problemi non erano finiti, e con essi, le sofferenze.

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