Forse non c'era molto da fare, ma lui tentò comunque.
Ormai conosceva i suoni. Il fruscio del filo nella carne, l'eco metallico del sangue nel catino. Le urla, le preghiere – la lingua era cambiata, il tono restava lo stesso.
E la sua voce, a portare via il dolore.
Non aveva immaginato di diventare un cerusico, ma neanche di vedere il mondo mutare intorno a sé. Se non poteva cambiare ciò che sarebbe stato dopo Orewin, poteva fare qualcosa per chi aveva combattuto.
Quindi Sandde sorrise al soldato, canticchiando una ninnananna dimenticata da secoli. Continuò finché l'altro non smise di respirare.