Coperto di pelli d'orso, lo stregone attende.
Nell'immobilità del buio, stringe con forza il suo coltello e accarezza le teste squamose dei serpenti, cantando un'antica nenia che ormai non ha più significato.
La sua genia, figlia della nebbia sul lago e delle infinite foreste, non esiste più. Gli dei hanno smesso di rispondere, e il suo potere non è bastato a proteggere la terra.
Lui solo è rimasto, immerso nel gelo e nell'oscurità, mentre lontano i mulini hanno smesso di macinare e i fiumi di scorrere. Nessun eroe suonerà più per risvegliare il mondo.
Ma lui è rimasto a cantare.
