𝗠𝗶𝗿𝗮𝗰𝗼𝗹𝗶 𝗱𝗶 𝗡𝗮𝘁𝗮𝗹𝗲

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𝟏° 𝐝𝐢𝐜𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞

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«Vuoi davvero organizzare il Natale da noi?» James mi guarda, scettico.

«Perché no? Abbiamo finito di arredare la nuova casa, mi sembra un modo carino per inaugurarla.»

«Ma è una casa con le scale» protesta James. «E i tuoi nonni sono anziani, ormai. E tu porti troppa sfiga.»

Alzo gli occhi al cielo. La prima casa in cui siamo andati a convivere era senza scale, non c'era nemmeno un gradino all'ingresso, visto che era un piccolo appartamento. Praticamente il paradiso per lui. Però poi cercavamo una villetta, e ora si è ritrovato con i gradini del portico e la scala interna. Ogni volta che deve scendere, prega. È troppo tragico. Alla fine è caduto solamente due volte... e ci siamo trasferiti definitivamente da una settimana.

«La vecchia casa era troppo piccola per ospitare entrambe le famiglie, ora invece ci stiamo tutti. E non preoccuparti dei miei nonni, tanto ci seppelliranno uno dopo l'altro.» Alzo gli occhi al cielo. Non li ha uccisi l'alcol, figuriamoci se lo possono fare delle scale.

«Brianna, non pensi a tuo fratello? Vuoi che inciampi, rotoli giù dalle scale e si rompi il cranio? So che averti come sorella può essere un trauma, ma è un'anima troppo giovane per lasciare già questo mondo.»

Prendo un cuscino dal divano e inizio a colpirlo ripetutamente. «Ma la smetti? Ti lascio. Sei troppo negativo.»

James mi afferra le braccia e me le blocca. «Non sono negativo, sono solo realista.»

«È la scusa che usano tutte le persone negative.»

«Brianna, tesoro, io ti amo, lo sai. Però cazzo se porti sfiga. Ti ricordo che al tuo ultimo compleanno c'era il gatto dei vicini sul cornicione del nostro balcone. Hai aperto la porta scorrevole per accarezzarlo, il gatto si è spaventato ed è caduto sul balcone del vicino al piano di sotto.»

«Non si è fatto niente con la caduta» lo interrompo, cercando di smentire la sua teoria sul fatto che in una vita precedente ero sicuramente un uccello del malaugurio.

«Dici? Il vicino aveva decorato il balcone per fare una serata romantica con sua moglie, e il gatto era caduto sulle candele accese.»

«Io non lo ricordo.» Distolgo lo sguardo, cercando di fare la finta tonta.

«Il gatto aveva preso fuoco, Brianna. E tu hai usato l'innaffiatoio per spegnerlo.»

«C'era solo una piccola fiammella sulla coda e si era bruciacchiato solo un po' il pelo, il fuoco non era arrivato alla pelle. Mica ho inscenato una caccia alle streghe.»

«Non è più venuto sul nostro balcone» continua James.

«Senti, hai intenzione di elencare tutte le cose strane che sono accadute durante la nostra convivenza?» chiedo, infastidita. Ma tu guarda 'sto disgraziato.

James ghigna. «Beh, visto che me l'hai chiesto... La prima volta che siamo entrati nell'appartamento, lo stipite della porta è caduto in testa all'agente immobiliare. Hai riso talmente tanto che hai iniziato a piangere, mentre il poverino aveva perso i sensi e io stavo cercando di resuscitarlo. Un sacco di volte ti è rimasta in mano la maniglia di qualche porta; la vicina è rotolata giù dalle scale del condominio; siamo rimasti bloccati in ascensore un sacco di volte; hai provato a esorcizzare il chihuahua della signora del terzo piano e il cane ti ha fregato il crocifisso e l'ha seppellito nel giardino comune; la vecchietta del quinto piano si faceva il segno della croce ogni volta che ti vedeva; la stripper del primo piano è scivolata dal palo mentre si esercitava e si è rotta una gamba...»

Libero un braccio e gli metto una mano sulla bocca. «Okay, ho capito. Molto probabilmente la festa di addio ce l'hanno fatta non perché saremmo mancati loro ma perché erano felici.»

«Tu credi?» Fa James, sarcastico.

Sbuffo. «A ogni modo, non cambierò idea. La nostra casa è perfetta per festeggiare il Natale.»

«Sarà un disastro.»

«Non è detto, mai sentito parlare dei miracoli di Natale

«Persino i miracoli di Natale cambiano strada quando ti vedono. Sei peggio di un gatto nero.»

Guardo il mio ragazzo con le sopracciglia alzate. «Ti amo anch'io, eh.»

James sembra immerso nei suoi pensieri. «Meglio che l'albero sia pieno di palle, così da toccarle all'occorrenza. E dovremo chiamare un prete per far benedire la casa.»

«Io ho una licenza...» inizio, ma James mi interrompe. «Avevi. Ha preso fuoco pure quella!»

Forse non ha tutti i torti.

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Un Natale da sfigatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora