𝟐𝟓 𝐝𝐢𝐜𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞
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Vi siete mai pentiti di una vostra decisione? Del tipo che ascoltare quella persona che diceva che la vostra era una pessima idea sarebbe stato meglio? Perché in questo momento mi sento proprio così, mentre un'ambulanza carica nonno Carl per portarlo in ospedale.
Dal momento in cui sono arrivati nonno Carl e nonno Sean, le persone hanno iniziato a bere. È normale che la situazione degenera velocemente nella nostra famiglia, ma non è mai capitato che un disastro avvenisse così in fretta.
Non abbiamo nemmeno fatto in tempo a sederci a tavola e a iniziare a mangiare gli antipasti che è avvenuta la tragedia. Nonno Carl e nonno Sean, probabilmente già ubriachi, si sono sfidati su chi avrebbe fatto la verticale migliore. Nonno Carl è stato il primo, solo che è un anziano e la sua mente non accetta che sia invecchiato, perciò ci ha provato lo stesso. Solo che ha fatto una brutta caduta e gli faceva male la gamba, così abbiamo chiamato un'ambulanza.
I paramedici hanno appena caricato mio nonno, e papà ha chiesto in che ospedale lo stessero portando.
«Okay, prendete dei contenitori e metteteci dentro il cibo. Natale si festeggerà e lo si farà tutti insieme.» Mia mamma inizia a dare ordini per farci essere il più veloci possibili.
Una volta recuperato cibo, piatti e bicchieri usa e getta, ci dividiamo nelle macchine per raggiungere l'ospedale. Visto ciò che è appena successo, l'alcol non l'abbiamo portato con noi. Abbiamo anche confiscato la fiaschetta che nonno Sean si tiene sempre in tasca.
Una volta che abbiamo chiesto dove si trovasse il nonno e percorso praticamente mezzo ospedale correndo e con dei sacchetti in mano, arriviamo davanti alla sua stanza nel momento in cui un medico sta uscendo.
Papà lo raggiunge subito. «Allora, come sta? È grave?»
Il dottore sorride. «Non c'è nulla di rotto. Si sta formando un grosso livido a causa della caduta, e data la sua età sarebbe meglio se rimanesse a riposo e camminasse con l'aiuto di un bastone per non sforzare troppo la gamba, almeno finché non sarà guarita del tutto. Ma sta bene. Ha già chiesto del vino.»
A sentire le sue parole, tiriamo tutti un sospiro di sollievo.
«Nella stanza si può mangiare?»
«Faremo un'eccezione per oggi. Buon Natale.» Il dottore se ne va, e noi entriamo nella stanza di nonno Carl.
«Cavolo nonno, inizi ad avere manie di protagonismo? Non era necessario farti portare via in ambulanza per avere tutta l'attenzione su di te.» Mi avvicino a lui, sedendomi sul bordo del letto.
«In realtà speravo di provare un po' di morfina» ribatte nonno. Ma quando nota lo sguardo fulminante di mio padre, è costretto a correggersi. «Scherzavo» borbotta.
Rido e lascio un bacio sulla guancia a mio nonno, per poi spostarmi dal letto per lasciare spazio agli altri. Mi posiziono accanto a James, che mi avvolge la vita con un braccio. Abbasso lo sguardo sul mio anulare sinistro. Nel caos generale nessuno si è accorto dell'anello.
Iniziamo a distribuire il cibo, e il pranzo di Natale lo passiamo in ospedale. Un po' insolito, ma l'importante è stare tutti insieme.
«Sai» inizio, guardando James, «non so se definirlo un Natale da miracolati, visto che nonno non si è fatto niente nonostante la brutta caduta, o un Natale da sfigati, dato tutto quello che è successo dal momento in cui abbiamo deciso di festeggiare da noi.»
«Io dico da sfigati. Non c'è nulla di miracoloso con te» ribatte James.
Paul si intromette nella conversazione. «Io dico da miracolati. Per una volta qualcuno è caduto e la colpa non è stata tua e della maledizione che ti porti appresso da anni.» Lui e suo figlio ridono a mie spese.
Paul si allontana per parlare con mio padre, mentre James e io ci lanciamo uno sguardo. «C'è una cosa che dovremmo dirvi» dice il mio ragazzo, richiamando l'attenzione dei nostri parenti. Il silenzio cala nella stanza e tutti ci guardano, in attesa.
Noto mia madre e Julie lanciarsi uno sguardo, credendo che l'annuncio che stiamo per dare riguardi il bambino.
«Ci sposiamo!» esclamo, alzando la mano sinistra per mostrare l'anello.
Tutti si congratulano con noi, e mia madre mi tira da parte.
«Hai detto a James del bambino?»
Annuisco. «Sì, ma preferiamo aspettare la conclusione del primo trimestre prima di dirlo a tutti. Perciò zitte.»
Mia madre fa il segno di una croce sul cuore.
Nel frattempo si è avvicinato James.
Mia madre guarda entrambi e sorride. «Sapete, credo che sia arrivato il momento di dirvi una cosa. Julie e io abbiamo trovato i preservativi in casa vostra e li abbiamo bucati nella speranza di diventare nonne.»
James e io ci guardiamo sconvolti.
«Ovviamente sto scherzando. Buon Natale!» Mia madre se ne va, lasciandoci soli.
«Tu credi che...» La voce di James è titubante, e non ha nemmeno il coraggio di concludere la frase.
«Non lo so. Non so che aspettarmi da quelle due.»
James lancia uno sguardo alla mia pancia. «Beh, questa sarà senza dubbio una storia divertente da raccontare al piccolo sfigato.»
Scoppio a ridere, appoggiando la testa sulla sua spalla.
«Ehi Brianna, per il matrimonio chiamerete un vero prete, vero?» Mio padre urla dall'altra parte della stanza.
«E perché dovremmo? Posso sempre scambiarmi continuamente di posto durante la cerimonia. Dopo l'esperienza dell'esorcismo e del battesimo, il matrimonio fa curriculum.»
Scoppio nuovamente a ridere vedendo le espressioni sconvolte di tutti.
Tanto lo celebrerò io il matrimonio. Voglio troppo dire "Siamo qui riuniti per l'unione tra me e il mio sposo".
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Buon Natale.
Questa storia non si poteva concludere con un capitolo sobrio.Tecnicamente è il 26 dicembre e sono in ritardo con il calendario dell'avvento. Chiedo venia, ma il capitolo l'ho scritto stasera, e dopo il pranzo sono caduta in coma. Ops.
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Un Natale da sfigati
Romance𝙉𝙤𝙫𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙙𝙞 "𝙈𝙖𝙞 𝙖𝙣𝙙𝙖𝙧𝙚 𝙙𝙖𝙡 𝙩𝙖𝙩𝙪𝙖𝙩𝙤𝙧𝙚 𝙨𝙚 𝙡𝙖 𝙨𝙛𝙞𝙜𝙖 𝙩𝙞 𝙥𝙚𝙧𝙨𝙚𝙜𝙪𝙞𝙩𝙖". James Reid non ha mai creduto particolarmente alla sfiga, eppure si è dovuto ricredere nel momento in cui Brianna Lester è entrata a...