In meno di qualche minuto, riuscii a trovarlo... era lì, in quella stanza buia e per me sporca da far schifo!Effettivamente non c'era nulla di messo male, solo che era con quella donna e la vista delle sue mani su di lei, i respiri, lei e tutto il resto...
mi disturbava, e non poco.Per un attimo quasi avevo dimenticato il mio obiettivo principale. Recuperai le mie forze e sbattendo la porta dietro di me, urlai: «Sei un bastardo.» mentre mi avvicinavo senza alcuna vergogna.
«Oh... le voci girano in fretta!» rispose, ridacchiando. Non ci pensò su neanche due volte. Era come se mi stesse aspettando. Non appena si scostò da lei per sistemarsi i capelli, la ragazza sbuffò, ma non sembrava decisa a lasciarci da soli.
Fosse stato per me l'avrei cacciata via a calci nel sedere. «Ma se non ti dispiace potremmo rimandare la cosa a domani, sto per iniziare a-»«Mi dispiace. Mi dispiace eccome se mi dispiace» sbraitai, toccandogli ripetutamente il petto con l'indice «La mia reputazione è certamente più importante di portarti una sgualdrina a letto»
«Ehi! Come osi?» la vidi farsi più vicina, ma prima che potesse posare anche una sola mano su di me, Nick la tirò indietro e le bisbigliò qualcosa all'orecchio. Non capii esattamente tutte le parole, ma funzionò: ci lasciò da soli, non prima di avermi mandato a fanculo 300 volte in un minuto solo con lo sguardo. Nick aspettò che si chiudesse la porta alle spalle, poi accese la luce e dopo avermi mandato un'occhiata rabbiosa e stanca, si avvicinò al divano e cacciò un recipiente dalla giacca. Restai a fissarlo attentamente mentre se lo portò alla bocca per buttare giù quel che definirei rum... o qualcosa di simile, di sicuro non acqua. Non appena ributtò i suoi occhi scuri su di me, mi si fermò il cuore e sentii una strana presenza allo stomaco. Era qualcosa che non riuscivo a decifrare e che forse neanche volevo.
«Harleen»
«Harley.» corressi, facendogli buttare gli occhi al cielo.
«Si... questa ormai è la tua casa e vuoi o non vuoi, sono obbligato a proteggerti»
«Non è una buona scusa per dire che sono tua sorella» borbottai. «io non voglio avere nulla a che fare con te.» Forse a darmi fastidio non è stato ciò che ha detto agli altri, ma il dovermi sentire inferiore. Io non ho bisogno di lui per essere al sicuro. Non ho bisogno di nessuno.
«Quella gente è matta, io non posso permettere che ti ficchino idee strane nel cervello per poi farti desiderare di uscire da qui ancora di più. Lo capisci?»
«No, non lo capisco.» controllare il mio tono di voce era diventato piuttosto complicato, come tutte le volte che mi trovavo a parlare con lui. Quella situazione mi stava facendo impazzire. Loro e quella fottuta mania di protezione nei miei confronti... insopportabile! «E poi non sono la tua ragazza, potrebbero provarci ugualmente» me ne pentii subito, ma ormai...
«Per gli altri sei mia sorella, abbiamo lo stesso sangue... non si avvicinerebbero mai» scosse la testa e si avvicinò a me. In un attimo me lo ritrovai così vicino da perdere quasi i sensi... non ero abituata a tutte queste emozioni insieme, e mi davano alla testa. Avrei voluto sapere di più. Perché? È forse una sorta di serial killer? Perché sarebbe bastato dire di essere sua sorella per allontanare chiunque? Mi afferrò il volto dal mento e mi obbligò ad affogare nei suoi occhi scuri come la pece «io sono Nick Leister e pure quella gente non vuole avere nulla a che fare con me. Mi usano per stare assieme tra di loro e a me sta bene. Sanno di cosa sarei capace, e fidati, nessuno vorrebbe rischiare».
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"Out of control" - Gabriel Guevara FF
Fanfiction© napoesja - 2024 Harley, "la ragazza dal destino scritto su un pezzo di carta prima ancora che venisse al mondo", è così che si definisce quando ripensa alla sua vita. Nonostante tutto, dimostrerà di avere un carattere molto forte e un'altrettanta...