8. Sentina

0 0 0
                                    

<<Che cos'è?>> Agata si irrigidisce quando le viene posata davanti una ciotola di liquido fumante, l'odore che sprigiona è nauseabondo e le chiude definitivamente lo stomaco.
Velenia, la lacrymosa dedicata ai pasti, incrocia le braccia. Porta un bustino e lunghi pantaloni attillati, rigorosamente neri. La sua maschera bianca, impressa sul viso come se fosse parte di esso, è solcata di venature verde scuro. <<Bevi e basta>>.
<<È acqua di sentina!>> esclama lei, non è stupida, è già stata in mare. Con Glenn. <<Vuoi ammazzarmi?>>. Scuote la testa per togliersi dalla mente i ricordi dolorosi che rischiano di sopraffare il momento e trascinarla, di nuovo, in un vortice di disperazione.
Una risatina proviene da dietro la maschera di Velenia che, in qualche modo, oltre il vapore sprigionato dal liquido sporco che dovrebbe bere sembra distorgersi in una smorfia divertita. <<Ci hai chiamate tu, accetta i rischi di ciò che hai evocato o perisci>>.
Agata osserva la ciotola con disgusto. <<Voglio andare a casa>>.
<<Libera di farlo>> Velenia apre le braccia, invitandola a uscire dalla cucina. <<Ma se la tua scelta sarà quella di andartene, non potrai tornare mai più. Pensaci bene. Il dolore può mangiarti viva, lì fuori, poi vedremo chi ammazzerà chi>>. Esce dalla porta e la lascia aperta.
Agata resta sola, sospira e si abbandona contro lo schienale alto della sedia. Osserva il vapore disegnare piccole chioccioline nell'aria, poi la porta.
Cosa deve fare?

Writober 2023 - LacrymosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora