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Sono in cucina e Simone  non mi ha neanche visto, non posso ignorarlo e neanche dargli il buongiorno. Devo prima scusarmi con lui.
<<Scusami per ieri sera, ma sono crollata non appena arrivata in stanza. Davvero, mi dispiace...>>
Gli dico, mantenendo la calma.
<<Lo so, non preoccuparti. Avevo notato che eri stanca, parleremo dopo, abbiamo tutto il giorno.>>
<<D'accordo, ci vediamo più tardi.>>
Ero consapevole del fatto che mi stessi per addormentare, e ho usato ciò come scusa... mi sento una persona orribile
<<Aspetta, me lo prometti?>>
Arrossisco e annuisco, visibilmente in imbarazzo.
<<Te lo prometto.>>
Dovrò accettare la sua richiesta di parlare, non posso ignorarlo per sempre.
Ho bisogno di lui, questi giorni sento immensamente la sua mancanza.

<< Piccola innamorata, con il tuo principe azzurro?>>
Una voce squillante mi dà il buongiorno, rabbrividisco quando sento la parola innamorata.
<<Elena, che spavento.>>
Tento di fare l'offesa, ma il risultato è una risata compiaciuta, che mi contagia, oltretutto.
<<Comunque, non sono riuscita a parlarci.
Ho usato la scusa di essermi addormentata.>>
Elena mi guarda in modo serio e rotea gli occhi verso il cielo. Bene, non sono in grado di mettere in pratica il suo consiglio.
<< Sole, ma->>
Proprio nel momento in cui sto per essere rimproverata, arriva il mio maestro.
<< Buongiorno ragazze, disturbo?>>
Sorrido e lui mi manda un bacio.
<< Emanuel, che bello vederti! Stavo parlando con questa piccolina, è innamorata.>>
Imbarazzata cerco di nascondere il viso tra le braccia, ma stiamo parlando di Emanuel. Mi conosce meglio di qualsiasi altra persona.
<<Pensa, immagino pure di chi...>>
Sgrano gli occhi e lo guardo sorpresa. Spero sia solo una sua impressione, non può notarsi
così tanto.
Nel dubbio, incominciamo la nostra lezione.

...

È già tardi, voglio essere in casetta per cena.
Torno sempre distrutta, non posso permettermi un altro ritardo.
<<Allora, stupidina. >>
Mi dice il maestro, con fare ironico.
«Ecco spiegato il tuo essere estremamente distratta.>>
Sbruffo e mi lascio trasportare dalla stanchezza. Mi accomodo sul pavimento mente lui studia la mia espressione.
<<Ho provato a controllarmi, ma poi io non sono innamorata... sono interessata. Ha
senso?>>
Confabulo tra me e me.
<<E da cosa ti devi controllare?>>
Mi chiede lui, cerco di pensare ma non trovo nessuna risposta.
<< Io... non lo so!>>
Una cosa non doveva succedere. Ma Simone non era previsto, in tutto questo.
<< Simone?>>
Dice d'un tratto Emanuel, risvegliandomi dai miei pensieri.
<<Cosa?>>
<<Sei innamorata di lui?>>
Non ci penso molto, la risposta purtroppo è scontata.
<<Sì, il problema è che vuole parlarmi e io sono agitata, sono giorni che cerco di ignorarlo,senza riuscirci...>>
<< Non farlo, non tirarti indietro.>>
Mi consiglia lui, come sempre del resto.
<<È complicato per me. Rabbrividisco al solo pensiero di sentirlo parlare... ho un'ansia.>>
<<Buttala via, quest'ansia! Non seguire la tua testolina, bensì il tuo cuore, e se solo sapessi..>>
Lo guardo confusa ma curiosa, cerco di leggere nei suoi occhi. Ma lui non lascia trapelare nessun indizio.

<Buonasera, sono di troppo?>>
Sento il mio cuore fare una capriola. Cristo santo...
<<Simone, assolutamente no. Come mai qui? Ti serve qualcosa?>>
Raimondo mi guarda e trattiene una risata.
<< Qualcuno... ho bisogno di parlare con Soleil, ma non voglio interrompere la vostra lezione.>>
Ha giocato di furbizia, non posso più scappare. Dio, dammi una mano!
<‹ Non scherzare, abbiamo finito.>>
<Soleil, mi raccomando, ricorda ciò che ti ho detto.>>
Annuisco e gli sorrido in modo forzato.
Non ho più scampo, è stato più intelligente stavolta. Devo affrontare i miei problemi, ha
scelto lui.
<<Cosa devi ricordare?>>
Mi prende alla sprovvista, cerco di essere vaga.
<‹ Lascia stare, non è importante. Parliamo adesso, in casetta oppure fuori? O qui,
cioè...>>
Balbetto qualche idea strana, ma lui mi interrompe.
<Torniamo in casetta.>>
<<Ok, d'accordo. Va bene.>>
Mi chiedo se a questo punto non l'abbiano notato tutti che ho un interesse nei suoi confronti.

...

<< Soleil, eccoti!>>
<< Gaia, cosa è successo?>>
<<Marisol non sta bene... si sente estremamente in colpa, sai, per quello che è successo tra voi.>>
Roteo gli occhi verso il cielo, visibilmente infastidita.
«‹E quindi?>>
<<È tutto il giorno che piange, dice che le manchi e vuole parlare con te. È importante,
tantissimo.>>
Mi dice Gaia, con un'espressione preoccupata in volto.
<<Simone, io...>>
<<È tua amica, le vuoi bene e quindi vai... noi abbiamo tempo per parlare>>
Mi sorride e io mi lancio tra le sue braccia. Gli sussurro qualcosa di inaspettato.
<< Sei il migliore.>>
Contro l'orgoglio, contro i sentimenti. Ho la testa che mi scoppia, non so più cosa fare, in generale.
Vorrei solo sentirmi più leggera

<<Marisol, eccomi.>>
<< Soleil, mi sento così in colpa. Io sono la tua migliore amica, dovrei proteggerti ed essere la persona che ti aiuta a dimenticare il passato, invece ti ho ferito.>>
<< Non l'hai fatto apposta, no? Quindi chiudiamola qui. Ci sono rimasta molto male e non lo nego, ma l'importante è che tu abbia imparato la lezione.>>
<<Quindi sono ancora la tua gallina preferita, non è cambiato niente?>>
Mi scappa una risatina.
<<Non è cambiato niente, mi hai anche salvata.>>
Ammetto, con titubanza.
<< Da cosa?>>
«Simone vuole parlarmi...>>
<<Non dico tante parolacce, ma cazzo! Ora tu mi racconti quello che mi sono persa, poi ti ci porto per i capelli da lui!>>

soprattutto con te || simone galluzzo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora