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È il mio compleanno e ho detto tantissime volte che non voglio festeggiare, le mie amiche lo sanno molto bene.
Ma hanno deciso di fare di testa loro, quindi in tardo pomeriggio mi hanno raggiunto e mi hanno detto che devo essere pronta per le
sette e mezza.
Ovviamente ho riscontrato delle problematiche con la scelta dell'abito da indossare.
Insieme alle altre abbiamo optato per un vestito semplice e rigorosamente non nero.
Non ho fatto altro che utilizzarlo, ma ho le mie scusanti: il nero sfina, o per lo meno i miei genitori mi hanno sempre detto così.
Non ho ancora capito cosa mi aspetta, le ragazze sono tutte ancora in pigiama e alle sette e mezza non manca così tanto.

<<Qualcuno mi può dire cosa sta succedendo?>>
L'ansia cresce sempre di più. Perché ripensandoci, c'è qualcuno che ancora non mi ha fatto gli auguri.
E sai, fosse la mia migliore amica non mi toccherebbe neanche, ma la persona in questione è Simone Galluzzo.
Io non ho paura, ma il terrore di quello che sta per succedere.
<< Dove mi state portando? Vi giuro io mi sto per mettere a piangere, perché nessuno rimane con me?>>
<< Soleil ti devi dare una calmata, mica siamo stupide che ti lasciamo in mano a maniaci.
Oddio, ripensandoci...> >
<<MARISOL> >
<< Lascia stare, fammi giusto una promessa: goditi questa serata. È tutto frutto della persona che ti aspetta lì dentro.>>
Entrando la prima cosa che noto è il buio, che scompare in modo veloce grazie alle candele profumate.
C'è un tavolo imbandito di cibo e qualche fiore sparso. Più in là una televisione spenta.
<< Buon compleanno.>>
Tutti i dettagli passano in secondo piano.
C'è Simone con un completo elegante, i ricci biondini umidi probabilmente per via della spuma, imbarazzato che a malapena riesce a parlare.
Però l'aria da cattivo ragazzo è sempre più che evidente, e inizia a piacermi.

<< Il regalo è la camicia aperta o...?>>
Sorride compiaciuto e sento il mio cuore fare una capriola.
<<Ormai ci hai preso gusto.>>
Alla camicia aperta? Sapessi da quanto
Simone...
<<I ragazzi come te danno gli abbracci oppure chiedo troppo?>>
<< Vieni cretina.>>
Abbiamo trovato una giusta atmosfera.
L'importante adesso è non rovinare tutto.
Questa camicia mi confonde.
<<Potresti indossare questi vestiti ogni giorno? Chiedo per un amico.>>
<<Solo per le occasioni speciali.>>
<<Sono un'occasione speciale?>>
‹Non sapevo nemmeno il perché mi stessi preparando, quindi teoricamente no. Però molto in fondo sì.>>
Abbiamo appena finito di mangiare, siamo entrambi seduti ancora e mi sento osservata.
Anzi, sono osservata.
Non sono nemmeno riuscita a sentire per bene il sapore di ciò che mangiavo, è stata la cena più surreale di tutta la mia vita.
Sembrava un film di quelli che se lo dico, le mamme tappano le orecchie ai figli.
<<Non abbiamo ballato alla festa per Holden, me lo concedi almeno oggi?>>
<<Dipende. Dalla canzone.>>
Sbuffa. Alza gli occhi al cielo.
Ma mi accontenta.

Lui era un businessman con un'idea in testa
Lei ballerina di jazz
Leggeva William Blake vicino a una finestra
Lui beveva caffè
Guardando quelle gambe muoversi pensò:
"È una stella!"
Pensava a Fred Astaire

E chi non ha mai visto nascere una Dea E chi non ha mai visto nascere una Dea
Non lo sa che cos'è la felicità

Lui, garofano rosso e parole
Una vecchia Cabriolet
Lei, vestita come la Rogers
Fulmini e saette lassù
Nel cielo blu, il loro nome
Argento fra le stelle

New York, New York
È una scommessa d'amore
Tu chiamami e ti vestirò
Come una stella di Broadway

New York, New York
È una scommessa d'amore
Tu chiamami e ti vestirò
Come una stella di...

Lui si svegliò senza lei, nudo nella tempesta
Là fuori Union Square
Entrava luce al neon dal vetro di una finestra
L'odore del caffè
Guardando quelle gambe muoversi pensò:
"È una stella!"
Pensava a Fred Astaire

E chi non ha mai visto nascere una Dea
Non lo sa che cos'è la felicità

Lui, garofano rosso e parole
Una vecchia Cabriolet
Lei, vestita come la Rogers
Fulmini e saette lassù
Nel cielo blu, il loro nome
Argento fra le stelle

New York, New York
È una scommessa d'amore
Tu chiamami e ti vestirò
Come una stella di Broadway

New York, New York
È una scommessa d'amore
Tu chiamami e ti vestirò
Come una stella di...

New York, New York
È una scommessa d'amore
Tu chiamami e ti vestirò
Come una stella di Broadway

New York, New York

È una scommessa d'amore
Tu chiamami e ti vestirò
Come una stella di...

<< Non ho mai desiderato baciarti così tanto da quando ci conosciamo.>>
<<Non sei ancora cambiato.>>
<<Tutto quello che ho fatto per te stasera non basta?>>
<<Sì che basta, ma voglio farti soffrire un altro po'.>>
Sfioro le sue labbra con le mie, ma non gli concedo il bacio che tanto attende. Poi mi stringe forte, e poggia la testa nell'incavo del mio collo.
<< Il vestito,Soleil. Mettilo a posto, ti prego.>>
<< No.>>
<< E allora fanculo le regole del gioco, ho già sofferto abbastanza.>>
Entriamo in un mood un po' esagerato all'improvviso, esagerato per il luogo in cui ci troviamo.
Le telecamere sono spente e per quello che ci hanno detto, non verranno mai attivate.
Ma è sempre un programma, sempre esagerato e il bacio non riesco ad interromperlo, non sarebbe scientificamente possibile.
<<Simone...>>
<<Scusami. Scusa, ma è colpa tua. Avresti potuto mettere a posto il vestito. Ma hai fatto bene a non averlo fatto.>>
<<Zitto però, voglio un altro bacino.>>
Passiamo la serata non a guardare la televisione, come teoricamente previsto. Ma sui cuscini uno tra le braccia dell'altro. Con le luci un po' spente e un po' no.
Il miglior compleanno della mia vita.
<< Soleil...>>
<<Mh?>>

<< Ti amo più di quanto avevo previsto.>>

soprattutto con te || simone galluzzo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora