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<<Ayle una domanda, giusto per togliermi una curiosità. Ho sempre pensato che dopo l'astio iniziale tra e te Simone, foste diventati amici. Come mai negli ultimi giorni noto un allontanamento brusco?>> chiedo al livornese di fianco a me, concentrato ad osservare attentamente lo schermo del suo computer.
Mentre prova a proferire parola, un'altra voce maschile interviene al posto suo.
<< Per causa tua.>> risponde alla mia domanda Simone, ossia non la persona a cui era indirizzata.
<<Non stavo parlando con te e a casa non ti hanno insegnato che origliare le conversazioni degli altri è sbagliato e maleducato?> > lo rimprovero, ricordandomi subito dopo con chi ho a che fare.
<< Sono un cattivo ragazzo lo sai, sei stata tu la prima a definirmi così. Anzi vuoi che mi ripresenti? Questo credo ti abbia fatto il lavaggio del cervello. >> risponde scocciato.
<<Ricordo perfettamente chi sei, e non capisco perché tu debba sempre insultare o criticare gli altri per problemi esclusivamente tuoi.> > continuo, ormai spazientita.
<< Il mio problema è questo che ti sta vicino, poi sono relativamente a posto.>> mi dice con voce odiosa, talmente tanto che quasi gli spaccherei la faccia.
«<Questo ha un nome, vuoi che mi ripresenti? Mi chiamo Elia o Ayle, molto piacere.
Tu saresti?>> interviene quello che ad oggi posso definire il mio migliore amico.

<< La principessa e la tarantola, la favola me la ricordavo diversa.>> inizia a scherzare Simone, provocandosi una risata da solo.
<<Non pensare di essere simpatico, queste battute neanche mio nonno ci arriva a pensarle.>> ribatte Ayle. E via dicendo un botta e risposta tra i due, che sembra non finire mai.
<‹ La principessa si è rotta il pisello, e se non lo capite con le buone lo capirete con le cattive.>> intervengo di punto in bianco, ponendo fine a favole e nonni depressi.
<<Simone sparisci dalla mia vista, ora, e non farti vedere prima di domani.>> gli dico, guardandolo negli occhi con disprezzo.
E in questo momento che capisco che qualcosa non funziona, lo vedo deglutire con forza. Gli occhi diventano rossi e minacciano di scoppiare da un momento all'altro.
Sembra gli stia venendo da vomitare, l'apparenza è quella. Non mi risponde e corre via, senza dare spiegazioni.
Senza le sue frecciatine che ti pungono e ti lasciano il segno per un po'. Non è da lui.
Dovrò parlare con Matthew.
<< Lascialo stare, è rincoglionito, siediti forza.>> mi richiama Ayle, obietto un poco ma poi cedo e mi lancio sul divano.
<<Non dirmi che ti sei pentita di quello che gli hai detto, hai fatto bene a comportarti così con lui,Soleil.>> mi dice mentre mi osserva con attenzione.
<<Non mi sembrava molto sereno, c'è qualcosa che non va.>> ripeto preoccupata, più a me stessa che a lui.
<< Avrà consapevolezza di ciò che ha perso, vede la sua ragazza insieme ad un'altra persona e gli rode il culo.>>
<<Vabbè ma siamo amici, perché dovrebbe dargli fastidio?>>

«‹Boh, ho sparato a caso...›>

soprattutto con te || simone galluzzo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora