Pancake caldi

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Erano tutti seduti nel salotto parlando di quello che era appena accaduto.

Liam non voleva restare un momento di più in quella casa con le pareti che puzzavano di terrore. Stranamente stava meglio ad ogni secondo che passava, pian pianino sentiva le proprie energie tornare.

Riusciva solo a pensare a Theo che sarebbe arrivato tra poche ore, al serpente che lo avvolgeva, a Theo che gli doveva tante spiegazioni, al dialogo che c'era stato tra loro due, a quello che doveva riferire al bran-

Liam con un balzo veloce si alzò in piedi.

-Devo dirvi una cosa!- urlò il beta

-Cosa devi dirci Liam?- chiese Scott

-Non lo so!-

-In che senso Liam? Hai qualcosa da dirci, ma non sai cosa?- Stiles era al limite dello sconcertato, pensava che il ragazzo fosse seriamente impazzito.

-No, cioè, sì!- Liam prese un respiro e provò a spiegare con calma quello che aveva appena vissuto -Mentre ero svenuto, ero immerso nel buio, non c'era un pavimento, non c'erano pareti, ero sospeso in questo immenso buio e dietro di me c'era Theo immobile che mi fissava. Emetteva della luce, lui non si muoveva, era immobile.

Ci fu un lampo ed uscì un serpente bianco, mi ha stretto forte, poi Theo ha urlato senza che la bocca si muovesse! Gli ha detto di lasciarmi stare, che io non c'entravo niente!

Il serpente è andato via e Theo si è come scongelato. Mi stava dicendo qualcosa da riferirvi, ma poi è scomparso.-

Alla fine del racconto, Liam, era totalmente svuotato. Aveva gli occhi vitrei e la mente persa a ripercorrere ancora tutto quello che è successo in poche manciate di secondi.

Non parlava nessuno, erano ancora tutti troppo scossi per riuscire a capirci qualcosa.

A ridestarli fu uno sbattere di stoviglie: era la madre che vedendoli tutti così preoccupati, scese giù in cucina a prendere il primo mestolo che trovò e la prima padella.

-Pancake?-

I ragazzi le furono tutti grati, non tanto perché avessero fame, ma perché avevano bisogno di una pausa da tutto questo casino. Sopratutto Liam le era grato: ora poteva prendersi un momento da solo per sé.

Si cacciò nella doccia, aprendo a manetta il getto freddo, cosa che faceva solo ed esclusivamente quando il suo stato mentale era tutto tranne che stabile. Lui odiava il freddo. Ma quando aveva i pensieri in disordine e non stava bene, lo conciliava e lo confortava. Lo capiva.

A breve sarebbe arrivato Theo ed assieme avrebbero provato a capirci qualcosa. Lo sentiva, lo avvertiva che tutto quello che gli stava capitando, era legato a quella stramaledetta chimera. Lo sapeva, l'aveva sempre saputo che quella chimera l'avrebbe fatto morire, prima o poi, in un modo o nell'altro.


Tutto il branco, tra nuovi e veterani, erano sparsi per tutto il salotto a far ciondolare gambe, chi stava improvvisando qualche gioco con le carte, chi si era addormentando trovando un giaciglio di fortuna... e chi non smetteva nemmeno per un secondo fissare la porta d'ingresso e la finestra lasciata libera dalle tende.

Era notte fonda, il grande orologio sulla parete segnava le 4:38 del mattino ed il cielo era limpido, da permettere alla luna di illuminare ciò che "sfiorava".

Erano le 4:39 quando a Liam si illuminarono le iridi e si tirò su con un colpo di reni.

-Liam, tranquillo, non è ancora arrivato, puoi tornare seduto, sennò l'avremmo sentito anch- Scott si ammutolì immediatamente.

Effimero | ThiamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora