Manuel sapeva, ancora prima di finire le superiori, che il periodo dell'università non sarebbe stato affatto semplice per lui. E a dirla tutta non era l'unico ad avere questa consapevolezza in casa, perché anche Simone gli aveva riservato sempre un occhio di riguardo in più dall'inizio dell'anno, come se al primo cenno di cedimento sarebbe stato pronto a tirarlo via da quella situazione.
Ed il primo segno di cedimento era arrivato, effettivamente. Si era presentato con la prima sessione d'esame disponibile, che lo aveva portato ad avere dubbi persino sulla sua passione per la filosofia, tanto era lo stress.
Come previsto, Simone non aveva tardato ad infilarsi in quella situazione, ritenendo sufficienti quei tre guorni che gli aveva concesso nella speranza cge la situazione migliorasse da se.Era entrato in camera loro a ridosso della mezzanotte e Manuel lo aveva guardato perplesso, perché solitamente a quell'ora aveva addosso il pigiama e non dei jeans e una felpa.
«ti metti le scarpe e usciamo» aveva detto, prendendo le chiavi della macchina ed uscendo di nuovo dalla stanza, senza lasciargli la possibilità di rispondere. E Manuel, dopo aver guardato i libri davanti a se, non aveva avuto la forza di protestare.È così che si ritrovano in macchina, con Simone alla guida e lui seduto al suo fianco con la testa poggiata al finestrino e gli occhi puntati sul suo profilo. Simone sembra essere tranquillo mentre camminava piano con la macchina, apparentemente senza meta e lui sente subito lo stomaco più leggero.
«Dove andiamo?» chiede, attirando gli occhi di Simone per un millesimo di secondo.
«In giro.»
«È mezzanotte Simo'.»
«Sai pure legge l'orologio mo.» Lo sbeffeggia. Manuel si limita ad alzare gli occhi al cielo, dopodiché li riporta su di lui con un sorriso felice sul viso.Alla fine girovagano così per circa mezz'ora finché Simone non si ferma davanti a quella che sembra essere una cornetteria, con le luci bianche e le vetrine piene di dolci.
«Ci prendiamo un caffè.» Dice, scendendo. «Così poi se vuoi studia' rimani sveglio.» Il maggiore non può far altro che seguirlo all'interno del locale e si sente quasi un bambino mentre ordina un caffè doppio e si ferma davanti alla vetrina per scegliere quale dolce prendere. «Io prendo una bomba alla crema.» Dice Simone, facendolo sorridere.
«Strano.» Simone alza gli occhi al cielo. «Io un cornetto al cioccolato bianco»
«strano.»
«Solo perché sembra molto buono, sennò avrei cambiato.» Spiega, ma Simone continua a guardarlo divertito.Se ne tornano in macchina, poi, che Simone già vede Manuel più tranquillo mentre tira fuori dal sacchetto i loro cornetti ed i caffè. Accende la piccola luce sopra le loro teste, giusto per poter illuminare i loro movimenti ed il maggiore si gira verso di lui, mentre da un primo morso al cornetto.
Si perde ad osservare il gioco d'ombre sul suo viso mentre un primo morso alla bomba fa cadere un po' di zucchero sulle sue gambe. È a quel punto che, anche lui, si rende conto di sentirsi meglio per il semplice fatto che Simone abbia pensato a lui, quindi non ci pensa molto prima di poggiare la testa sulla sua spalla e nascondere il viso nell'incavo del suo collo, lasciando un bacio leggero sulla pella nivea.«Grazie.» sussurra e sente Simone tremare appena per quel contatto. Decide, quindi, di poggiare di nuovo le labbra lì dove erano state poco prima, imprimendo un po' più di forza. «è un bel primo appuntamento» sussurra. Il minore si irrigidisce appena.
«Non è un appuntamento.» Risponde e Manuel deve scostarsi da lui per poter vedere le sue guance rosse ed un'espressione imbarazzata. Con una mano lo costringe a girarsi verso di lui e lascia un bacio leggero sulle sue labbra, staccandodi subito dopo.
«E mo?» chiede, facendo spuntare una fossetta sulla sua guancia.
«Potrebbe.»
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Per una vita, per sempre. | Simuel.
FanfictionAlcuni prompt di cc. (il titolo è ispirato a "Sembra quasi" di fulminacci, se non la conoscete, conoscetela)