Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Succede che Manuel ha passato cinque giorni a tormentarsi per quel comportamento strano di Simone, e più ci pensava, più l'idea che avesse capito di non essere adatto per stare con lui si faceva sempre più insistente. E tutti quei pensieri accumulati sarebbero dovuti uscire prima o poi, ma non si aspettava che lo avrebbero fatto in piena notte mentre si avvicinava per stringere Simone tra le braccia. Non aveva idea del fatto che, dopo aver avvolto le braccia intorno a lui e aver immerso il naso nei suoi ricci, sarebbe scoppiato a piangere per la paura di perdere tutto quello. E piange anche in modo abbastanza silenzioso, ma quando dei singhiozzi iniziano a fuoriuscire e il petto a tremare contro la sua schiena, Simone non può far altro che svegliarsi confuso. «Manu?» mormora con voce impastata muovendosi appena, quando però riceve solo singhiozzi in risposta si gira tra le sue braccia per poterlo guardare. «oh, che c'è?» chiede. «non me lascia'» sibila, tirando su con il naso. «lo so che so un cojone, che sbaglio sempre tutto e che te te meriti de meglio perché so un coglione, ma io mo che ho capito quanto te amo non te posso lascia' anda', faccio qualsiasi cosa, pure costo de sembra'-» «un coglione?» termina Simone ridacchiando. Manuel sospira, tirando su con il naso ancora una volta ed il minore corre ad asciugargli le guance con le mani, per poi aiutarsi anche con le coperte. «non te lascio» «sti giorni eri strano» mormora, quasi per paura di dirglielo o di sapere la risposta. «è che-» si schiarisce la gola. «è che non m'avevi mai detto quello che provavi» «te amo, Simo'. lo me sento tutto lo stomaco rivoltato che me viene da vomita' solo perché te me respiri vicino e me pare de sta in paradiso quando penso che te hai scelto sto-» «coglione» «si vabbè, mo però basta» ridono entrambi, con le punte dei nasi l'una contro l'altra, finché Simone non si fa più avanti per baciargli le labbra. «ti amo anch'io» dice. «e non ti lascio»
