XV

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Con gli occhi ancora appesantiti dal sonno e la testa che martellava, mi svegliai confuso in un letto sconosciuto. La luce di chissà quale ora del giorno filtrava attraverso le tende semiaperte, creando un'atmosfera soffusa nella stanza. Il rumore di risate soffocate e il profumo di una notte appena trascorsa aleggiavano nell'aria.

Guardando intorno con occhi ancora annebbiati, notai di essere in una camera dai toni freddi e dalle pareti dipinte di un tenue colore celeste, con vari sbecchi di intonaco sparsi qua e là.
Poi, la mia attenzione si spostò verso le due ragazze probabilmente russe addormentate di fianco a me, avvolte solo da lenzuola leggere.

Una delle ragazze, dai lunghi capelli biondi, si girò leggermente nel sonno, svelando uno tatuaggio sulla schiena. L'altra, con i capelli castani e gli occhi chiari, aveva un sorriso placido stampato sul viso. La scena sembrava un dipinto di un'avventura notturna, e mi sforzai di ricordare gli eventi della serata precedente.

Il suono di tacchi a spillo e scarpe pesanti proveniva dal corridoio, e mi accorsi di alcuni abiti sparsi sul pavimento, testimoni muti di ciò che aveva avuto luogo proprio lì. Mentre cercavo di raccogliere i frammenti della mia memoria, mi resi conto di quanto la serata fosse stata intensa e surreale.

Mi tirai subito in piedi, agitando le due troie, ero completamente nudo. Dio Porc*.
Mi misi le mani nei capelli iniziando a percepire la frustrazione farsi strada nelle mie vene, le risate e i commenti in russo di quelle non aiutavano di certo.
Cercai il mio telefono ma era morto, batteria a 0%.
Tirai giù tutte le madonne e i santi mentre mi vestivo.

Mi girai e c'erano le due bastarde russe che mi guardavano confuse.

"Che cazzo guardate voi due?"

Mi risposero con qualcosa in russo. Ma queste parlare lingue decenti no eh?

"Dove siamo?" sbraitai

E ancora una volta mi risposero in russo.

Cercai di dirgli qualcosa in qualche altra lingua, ma mi sa che fraintesero perché si alzarono dal letto incazzatissime alla ricerca dei loro vestiti.
La camera era un casino: loro due che urlavano nella loro stramaledetta lingua, io che imprecavo nella mia, oggetti e vestiti vari che volavano.
E non poteva mancare il solito mal di testa post-serata.

Uscirono sbattendo la porta, le seguii ma solo perché volevo sapere dov'eravamo. Mi ritrovai in un pianerottolo dai colori scuri e spenti, aveva tutta l'aria di essere un bordello.

Cristo dove sono finito.

Scesi le scale e arrivai in una sorta di hall, e diedi giusto uno sguardo intorno per poi uscirne.
La porta si chiuse dietro di me con un tonfo, e mi resi conto che non sapevo dov'ero.
Un'aria frizzante mi colpì in faccia, mentre cercavo di orientarmi nella nuova realtà che mi circondava. Le vie erano decorate con luci scintillanti e addobbi natalizi, ma io ero completamente perso.

Indossai la giacca e cercai di capire dov'ero, ma non conoscendo minimamente la città non potevo fare molto.
Alzai lo sguardo sperando di avvistare un taxi libero e dopo qualche passo incerto, scorsi una lunga fila di macchine in attesa, tutte decorate con fiocchi rossi e verdi. Un sospiro di sollievo mi sfuggì mentre mi avvicinavo.
"Taxi!" gridai, facendo segno a uno di loro. Il conducente, indossando un cappello di Babbo Natale, accese il tassametro e partimmo attraverso le strade affollate della città.

Finito il tragitto, il taxi si fermò di fronte al mio hotel. Con un sorriso di cortesia parecchio forzato, pagai il conducente augurandogli un fottuto felice Natale. Scesi e feci irruzione nel foyer dell'hotel, incazzato come poche volte.
Non sapevo neanche perché avevo il nervoso.

Todoroki

Le nostre vacanze in montagna stavano volgendo al termine, ma c'era qualcosa di magico nell'aria frizzante e nelle distese immacolate di neve che ci circondavano. Avevamo trascorso giornate indimenticabili tra discese sulle piste, risate e cene accoglienti in rifugi di montagna. Ma quella sera aveva qualcosa di speciale, una luce diversa nel cielo stellato.

I will always come back - Bakudeku OmegaverseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora