XVIII

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Eravamo tornati alla normalità, ogni mattina mi svegliavo, mi preparavo, andavo a lavoro, lavoravo poi tornavo a casa e occasionalmente -molto spesso- uscivo con Shindo.

Uscivamo subito dopo lavoro e andavamo a bere sempre allo stesso bar, poi mi riaccompagnava in azienda e da lì tornavo a casa.

Io e Bakugo non ci parlavamo più, come solito alle riunioni io non partecipavo e lui usciva ad orari che non combaciavano per niente con i miei.
Eravamo tornati come sconosciuti.
Quando organizzavano uscite di gruppo lui appena veniva a scoprire che ci sarei stato anche io, magicamente si trovava un impegno e non si presentava.
I miei amici hanno anche provato a tenere nascosto il fatto che ci fossi, così lui veniva senza rifiutare dal principio.
Non avevano calcolato però che lui era liberissimo di andarsene dopo avermi visto, cosa che aveva fatto.

Alla fine ci avevano rinunciato anche perché Bakugo si era arrabbiato e non aveva rivolto la parola all'intero gruppo per un bel po' di tempo.

Ogni sera io e Shindo ci avvicinavamo sempre di più e la cosa non mi dava fastidio e pensavo davvero di poter avere qualcosa con lui, ma qualcosa non mi convinceva.
Non riuscivo a capire cosa e molto spesso andavo a letto con questo costante pensiero in testa che mi tormentava.

Una sera mi aveva portato in un ristorante molto elegante e proprio al momento del dessert mi aveva chiesto di essere il suo ragazzo.
Avevo accettato dopo qualche tentennamento e lui mi aveva baciato dolcemente le labbra, era stato tutto bellissimo, ma ancora quel senso di ansia mi attanagliava le viscere.
Così proprio appena usciti dal ristorante gli parlai.

"senti.. riguardo a prima, quando mi hai chiesto di diventare il tuo ragazzo.." feci una pausa cercando sicurezza nel suo sguardo "forse è presto"

Vidi che stava cercando di mantenere la calma e così iniziai ad andare in panico, temendo di averlo ferito.

"Non voglio dire che non sto bene con te, anzi. è solo che non penso di essere ancora pronto ad avere una relazione"

Al contrario di quello che mi aspettavo lui si rivelò più che comprensivo e dopo avermi dato un bacio leggero mi abbracciò e mi rassicurò, dicendo che mi avrebbe aspettato.

Nei giorni successivi venne a trovarmi nel mio ufficio, non troppo spesso perché sennò sarebbe risultato sospetto.
In quei momenti da soli parlavamo e pomiciavamo un po', senza mai andare oltre.

Anche se non stavamo insieme spesso andavo a casa sua, e qualvolta prendesse l'iniziativa di scopare io fermavo tutto sul nascere.

Non mi sentivo pronto né per il mio passato di abusi né per il fatto che sarebbe stata la mia prima volta dopo anni, mi sentivo come vergine di nuovo.

Le prime volte lui mi aveva compreso e aveva lasciato correre ma andando avanti col tempo aveva iniziato ad innervosirsi e a prendersela con me.
Così una volta, per paura che potesse diventare violento, ci avevo provato.

Avevamo iniziato a baciarci in modo spinto e lui era già pronto, già senza maglia, ma proprio appena mi aveva buttato sul letto per farmi suo ero andato in panico ed ero scappato.
Quella sera ero tornato in hotel continuando a chiedermi cosa non andasse in me.
Non riuscivo a soddisfare nemmeno un'Alpha e il mio primo amore che ancora amavo mi aveva rifiutato come compagno.

Avevo avuto un periodo di depressione data questa cosa ma Shindo era riuscito a farmi distrarre e a farmi pensare soltanto a lui.
Ovviamente non sapeva che la causa di quella crisi fosse Bakugo, non glielo avrei mai detto.

Dopo un paio di giorni decisi di chiudere con Shindo, dicendogli che non ero proprio pronto per una frequentazione e l'unica cosa che seppe dirmi fu: "Ti pentirai di avermi perso".
Non ci diedi neanche peso pensando che fosse una di quelle frasi ad effetto che si usano per evitare di essere scaricati, per indurre l'altra persona a rivalutare tutte le sue scelte.

I will always come back - Bakudeku OmegaverseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora