capitolo uno: un nuovo inizio

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Trasferirsi non era di certo un desiderio.

Odio trasferirmi in altre città. Vengo dall'Italia e per una borsa di studio mi sono dovuta trasferire qui, nella grande Seoul.

Non mi sono ancora presentata: io sono T/n T/c.
Come ho detto prima vengo dall'Italia.
Sono una ragazza affettuosa, premurosa, gentile e molto timida.

Afferro l'ultimo scatolone e chiudo la porta del piccolo appartamento.

Mi sono trasferita da sola, i miei genitori sono rimasti in Italia e ho promesso che sarei andata a trovarli per le feste e che gli avrei chiamati tutti i giorni.

Attraverso il piccolo corridoio che collega le stanze ed entro nella mia nuova camera da letto.

È abbastanza spaziosa. C'è già un letto a due piazze, posizionato sotto la finestra che proietta le luci dei lampioni, una scrivania a destra.

Dò un'occhiata all'orario sul telefono. Le 21.00.

Ho preso il volo dall'Italia alle 4.00 del mattino e sono stanchissima, nonostante i 2 caffè bevuti.

Apro lo scatolone con la scritta "camera da letto" ed estraggo tutto.

Posiziono ogni cosa al suo posto: la sveglia e una piccola lampada sul comodino.

I libri che mi serviranno a scuola sulla scrivania, impilati in ordine.

Manca solo un armadio dove riporre i vestiti, che per ora lascerò nella valigia.

Sposto lo sguardo un pò ovunque. Anche se non è molto, è già abbastanza carina.

Il cellulare inizia a squillare all'improvviso. Lo afferro dalla tasca dei pantaloni e guardo lo schermo scintillante: "Mamma".

Rispondo all'istante e vedo le facce dei miei genitori.
Sono abbastanza tristi.

<<Oh cos'è quel broncio!>> scherzo
<<Già ci manchi, tesoro>> protesta la mamma
<<Dovreste essere felici, vostra figlia sta iniziando un nuovo capitolo della sua vita>> appoggio la fotografia di me e dei miei genitori sulla scrivania.

<<Lo siamo, e non sai quanto!>> esclama mio padre.
<<Ma ci sono 11 ore di distanza fra noi>> la mamma mi guarda amareggiata e mio padre l'accompagna.

<<Tranquilli! Vi ho promesso che vi sarei venuta a trovare durante la vacanze e che vi avrei chiamato ogni giorno, starò bene! Non c'è da preoccuparsi>>

La mamma e il papà annuisco <<Sarei stanca ora, va a riposarti>> dice papà, annuisco.

<<Buonanotte>>
<<Notte, tesoro>> chiudo la chiamata e lascio il telefono sul comodino.

La pancia brontola e l'acquolina si fa strada sulla punta della lingua, direi che è ora di mangiare qualcosa.

★★

Indosso il cappellino di lana e il giubbotto beige ed esco dal mio appartamento.

Nel mese di gennaio Seoul è gelida, come un blocco di ghiaccio.

Entro nel ristorante più vicino al mio appartamento.
Il calore mi riscalda come cioccolata calda, così sono costretta a togliere il cappello e il giubbotto.

Mi vado a sedere ad un tavolo e arriva subito una cameriera che mi chiede cosa voglio ordinare.

Lascio il mio ordine e la donna va via, mentre io guardo fuori dalla vetrata.

I lampioni illuminano la città ormai buia e le stelle tempestano il cielo blu scuro.

Qualcosa mi sveglia da quel bellissimo panorama.

<<Dio! Scusami tanto!>> è la voce di un ragazzo, mi volto ed era andato a sbattere contro la mia sedia.

<<Tranquillo>> dico ai due occhioni su di me, degli occhioni marroni cioccolato. Il ragazzo ha i capelli biondi che alla luce sembrano un rosa leggerissimo, quasi invisibile.

<<Sono così sbadato in quest'ultimo periodo!>> gli mando un sorriso rassicuratorio.

<<Comunque io sono Bang Chan>> il ragazzo mi porge la mano <<Piacere di conoscerti...>>

<<T/n>> stringo la sua mano e lui mi sorride <<Ti puoi sedere se vuoi>> sorrido e lui ridacchia, sedendosi sulla sedia, davanti a me.

<<Abiti da molto qui?>> mi chiede.
<<No, niente affatto...mi sono trasferita proprio oggi>> dico e lui sorride.
<<Se hai bisogno di aiuto per ambientarti qui, io sono al tuo servizio>> gli sorrido e lo ringrazio.

<<Hai già scelto la scuola?>>
<<Mh...si, la "Kiss", ce l'hai presente?>>
<<È una notizia meravigliosa! Anche io frequento quella scuola!>>

Bang Chan guarda l'orario sul suo telefono e prende una penna dalla tasca del suo giubbotto, poi scrive qualcosa sul fazzoletto.

<<Questo è il mio numero! Incontriamoci qualche volta, ti porto a conoscere meglio la città>> sorridiamo entrambi.
<<È stato un piacere conoscerti, Bang Chan>>
<<Oh, chiamami solo Chan>> si alza dalla sedia e sorride <<Alla prossima, T/n!>> sorrido e lo saluto con la mano, guardandolo mentre esce dal ristorante.

★★

Primo capitolo: 726 parole

[ 🎲 ] 𝐉𝐔𝐒𝐓 𝐎𝐔𝐑 𝐑𝐔𝐋𝐄𝐒 - 𝗵.𝗵𝗷Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora