Jason Todd

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Save your tears for another day

La pioggia cade nella grigia e triste Gotham City ed io mi ci ritrovo sotto inzuppando ogni mio singolo vestito

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La pioggia cade nella grigia e triste Gotham City ed io mi ci ritrovo sotto inzuppando ogni mio singolo vestito. Sbuffo ma non per il meteo avverso ma per tutto il resto, tutto ciò che contorna la mia vita.

Si sa, tutto a Gotham viene risucchiato in un vortice di negatività che sembra essere fuori dal mondo, la criminalità è alle stelle, la polizia è corrotta, e quella più onesta cade vittima di tramacci o di qualche genio del male. Questa città attira psicopatici come se fosse un'enorme calamita.

Mi stringo nella felpa fradicia prima di salire finalmente nell'autobus che mi avrebbe portato a casa, mi siedo e poso la testa sul finestrino in una scena degna di un videoclip anni 2010, le strade scorrono lente a causa del traffico ed io, tra quell'enorme acquazzone mi sembra di scorgere una figura. Il mio cuore balza nel petto a ritmo accelerato, non può essere lui, è morto, io sono stata al suo funerale. Scuoto la testa velocemente chiudendo gli occhi, quando li riapro non c'è più.

«Ora ho pure le allucinazioni» sussurro infreddolita

Non ho visto Jason, non può essere lui, deve essere per forza un brutto scherzo della mia mente che si ostina a farmi. La mancanza dell'unico punto fisso della mia vita, ecco da cosa scaturisce tutto.

Scendo alla mia fermata con il cervello inaridito dalla nostalgia, sbuffo quando il portone di quel condominio fatica ancora ad aprirsi «Fanculo» sussurro tirando un calcio a quella lastra di legno e ferro malconci

«Serve una mano?» una voce mi fa sobbalzare sul posto, mi volto pronta a sfoderare la mia rabbia e frustrazione contro un povero sconosciuto ma è Dick

«Sei anche un portinaio o un aggiusta porte ora? Nightwing ti ha annoiato?» domando cercando di trovare un appiglio ironico a tutto ciò

Lui sorride e mi sposta leggermente di lato solo per tirare una spallata ed aprire finalmente quel portone «Ecco a lei proncipessa» mi esorta a passare con un gesto delle mani ed io alzo lo sguardo entrando

«Come mai da queste parti?» domando salendo le scale

«L'ascensore è guasto?» domanda ignorando la mia e afferrando il mio zaino per portarmelo su, sospiro a tutta quella gentilezza, c'è sotto qualcosa e solitamente non è mai una buona notizia

«Come sempre, ti sembra che funzioni qualcosa qui? È Gotham e non tutti hanno alloggio a Villa Wayne» continuo a percorrere ogni scalinata fino all'ultimo piano e luogo dove si trova il mio umile appartamento

«Sai che sei sempre la benvenuta» afferma mentre io apro la porta e mi infilo in quel leggero calduccio

«Dopo che Batman ha reso reali i miei piani di omicidio contro Joker direi che ci sto alla larga, non vorrei rischiare di diventare pazza anche io» mi volto verso di lui «Grazie per lo zaino, lascialo pure all'ingresso e Dick... Fa come fosse casa tua» dico andando immediatamente a cambiarmi per mettere qualcosa di asciutto

𝐈𝐦𝐦𝐚𝐠𝐢𝐧𝐚 || multifandom IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora