Fatti narrati per il semplice motivo di narrare, storia di pura fantasia senza stare in linea con la storia vera e propria
----E se...
Essere una giovane ragazza venezia a Firenze è complicato ma tempo stesso mi permette di studiare tutto ciò che dovrebbe essere solo e prettamente materie maschili. Dalla filosofia all'arte. Devo ringraziare mio padre per essere qui, certo sono comunque accompagnata da quel pezzente di mio fratello ma ne vale la pena.Forse lo scopo è quello di trovarmi un buon marito, e non mi stupirebbe nemmeno, tuttavia essere qui significa poter studiare e realizzare, anche se solo in piccola parte, il mio sogno così va bene.
Guardo il ragazzo seduto sull'enorme sofà della sala, svogliato, con in testa solo divertimento, donne e vino. Inutile e stolto.
«Dai Giacomo, accompagnami a vedere la bottega di quel pittore per favore» gli domando per l'ennesima volta, il suo viso scocciato urta ogni mio singolo nervo, è un erede veramente pessimo, non sa gestire le finanze, è irresponsabile, attacca brighe e ignorante. Manderà in rovina la nostra famiglia non appena ci sarà la dipartita di mio padre. Perfino lui avrebbe preferito me come erede principale e non lo nasconde nemmeno velatamente, peccato che in quanto femmina io non possa farlo. Stupidaggini.
«Vai da sola, io non ho voglia di accompagnarti» alzo gli occhi al cielo alle sua parole, un solo compito ha da quando è arrivato a Firenze e non si sforza nemmeno di adempierlo
Stringo i pugni infastidita ed esco dalla casa sola, essendo veneziana avrei preferito un'accompagnatore, se qualcuno scoprisse da dove provengo ci sarebbe molto più di qualche problema. Veneziani e Fiorentini non vanno d'accordo per nulla, sono in conflitto da anni ormai. L'unico che conosco che non crede sia necessaria questa faida è mio padre che mantiene contatti per il commercio proprio con la città toscana.
Arrivo davanti alla bottega e fisso l'insegna incantata, tanto che un ragazzo mi finisce addosso con poca delicatezza. Sbuffo voltandomi verso di lui ma rimango bloccata nel vederlo, è bello come un Dio narrato nei libri di cultura classica. Capelli cenere, occhi azzurri e talmente penetranti da scorgere l'anima, o questa è la mia impressione.
«Mi scusi messere» dico per prima sentendo la gola secca, insolito visto che ho sempre avuto una buona parlantina e non so nemmeno perché parlo, non è stata colpa mia!
«Dovrei scusarmi io, comunque sono Lorenzo De Medici» si presenta il ragazzo facendo il baciamano
Mi irrigidisco ancora di più, non ho mai conosciuto di persona la famiglia De Medici, ho solo sentito voci e pettegolezzi che girovagano sia qui a Firenze che a Venezia.
«Io sono T/n» mi limito al nome ma il ragazzo sembra mi stia studiando come un disegno anatomico, mi scruta ed io divento rossa per l'imbarazzo
«Lei è veneziana» aggiunge serrando la mascella con sospetto «La riconosco, è la figlia dell'unico mercante veneziano che continua a commerciare con questa città»
Faccio un leggero passo indietro annuendo «Giá»
«Tuo padre ha un enorme coraggio e anche tu per essere qua da sola» continua a guardarmi negli occhi torreggiando su di me e la mia poca altezza «Cosa ci fa qui?»
«Cerco di poter studiare, sono venuta qui perchè non c'è posto migliore di Firenze per apprendere nuove cose, ormai a Venezia avevo presso che studiato ovunque potessi» la verità è palpabile in ogni fibra della mia voce e la coglie anche Lorenzo, il quale annuisce cambiando espressione in una più rilassata
«Ha la passione per la cultura allora» conclude sembrando non aver alcun dubbio sulla mia sincerità
«Molto, anche se in quanto donna è difficile poter apprendere al meglio» dico con franchezza inusuale per una giovane donna, non voglio stare zitta e non aver diritto a nulla se non stare dietro le quinte a badare alla famiglia
Il ragazzo sorride, con uno di quelli che potrebbe stendere Venere in persona, Dio mio è veramente il più bello che io abbia mai visto.
«Sono d'accordo, è qui per vedere la bottega di Botticelli giusto?» mi domanda ed io annuisco senza perdere tempo, non vedo l'ora di poter scambiare qualche chiacchiera e confrontarmi su alcuni dei miei dubbi pittorici «Siamo come fratelli,le faccio strada io, Alessandro è andato a fare un consegna... prego» ci rimango un po' male per la sua assenza ma di certo non per poter godere della compagnia del giovane De Medici
Quasi perdo il fiato guardandomi attorno, non è molto grande ma c'è arte ovunque, questo posto è ciò che vorrei io nel mio futuro, ma so che il mio talento e la mia passione prima o poi verranno soffocati e sotterrati in favore di famiglia e figli.
Poco dopo noto Lorenzo fissarmi accigliato, io confusa alzo un sopracciglio «C'è qualcosa che la turba?»
«È un'idea, e sa quanto possano essere toste da estirpare» annuisco capendo benissimo la sensazione, è come una piuma che solletica costantemente l'intelletto, anche nei momenti meno opportuni e non si ha sollievo fino a quando non la si mette in pratica «Vuole saperla?»
«Sembra che sia una brutta idea da come si sta torturando le mani» gli faccio notare abbassando lo sguardo proprio sulle sue mani
«Ho paura lei mi possa considerare troppo sfacciato e in fondo ci conosciamo da pochi minuti» inizia «Però è un'idea che potrebbe dare vantaggio ad entrambi»
La mia curiosità aumenta e sorrido spontaneamente dei suoi giri di parole «Avanti! Altrimenti diventerò vecchia!» lo invito a parlare
«E se si potesse mettere fine alla faida controproducente tra Venezia e Firenze?» sarebbe una bella conclusione, sarebbe il ritorno di una pace auspicata da anni, specie da mio padre
«Mi sembra una idea presso che impraticabile, molto ci hanno già provato proponendo accordi ma nessuno ha avuto successo» gli rammento
«Un matrimonio sarebbe perfetto non trova? Se non sbaglio la sua famiglia è una delle più influenti a Venezia ed è per questo che il Doge chiude un occhio sui commerci di suo padre» rimango stordita dalle sue conoscenze su di me e la mia famiglia, sa veramente tanto
«La prego di perdonarmi, lei sta proponendo un matrimonio? E fra chi? Non credo che mio fratello si sposerà a breve» di solito questo tipo di accordi prende parte l'erede, il primogenito
«Non pensavo a suo fratello ma a me e lei signorina T/n» è una follia ma c'è qualcosa che mi dice che potrebbe funzionare alla perfezione «Ci guadagneremo entrambi»
«Al momento amo la mia libertà, cosa ci guadagnerei io personalmente?» È vero, la pace è una buona motivazione ma so per certo che ci sono anche altri motivi, le voci corrono
I Medici sono in crisi, hanno bisogno di introiti e portare alla loro banca i numerosi guadagni della mia famiglia risolverebbe il loro enorme problema.
«Come ha detto lei, le donne non hanno un grande accesso alla cultura ma come mia moglie potrebbe farlo e sarebbe sposata con una famiglia molto importante» la sua è un'ottima motivazione
«Me lo garantisce?» domando incerta
«Assolutamente sì» mi conferma annuendo
«Allora accetto la sua proposta folle» dico senza rifletterci o senza chiedere il benestare della mia famiglia
So come pensa mio padre e accetterà subito senza alcun problema, mio fratello si arrabbierà perché non gli ho chiesto alcun parere ma non saprebbe riconoscere un buon accordo nemmeno se fosse scritto a caratteri cubitali. È un'ottima soluzione per ambo le parti ed io eviterei di sposarmi con un vecchio bavoso.
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𝐈𝐦𝐦𝐚𝐠𝐢𝐧𝐚 || multifandom IN REVISIONE
FanfictionRICHIESTE CHIUSE [IN REVISIONE] raccolta di immagina multi fandom #15 su tvd 01.06.2020 #9 su klaus 27.05.2020 #8 su stefansalvatore 27.05.2020 #8 su damonsalvatore 01.06.2020