𝐈𝐦𝐦𝐚𝐠𝐢𝐧𝐚 || multifandom IN REVISIONE

Finnick Odair

Promise

«Non partirai solo Finnick, ricordi? Combatti tu, combatto anche io» era una promessa compresa nel matrimonio, lo guardo con un mezzo sorriso, con gli occhi di chi ormai è innamorata persa.

«Non ti rimetterò in pericolo, sei stata a Capitol! Ti hanno torturata! Ti hanno fatto le peggio cose e solo perché io non sono riuscito a salvarti da quell'arena» sorteggiata con lui per l'Edizione della Memoria, al momento della fuga Capitol fece di me una piccola blatta da torturare, una sorta di germe di cui bisogna liberarsi, germe della libertà.

Una coppia derisa dal fato, presi in giro dalla fortuna e di cui l'universo si è scordato ridendoci in faccia.

Il suo viso è intrinseco di preoccupazione, la sua mascella si contrae, gli occhi sono lo specchio della paura. Perdere la persona che si ama, è questa la malattia di cui entrambi soffriamo, una di quelle che si protrae e mette radici nelle profondità del cuore. L'incapacità di pensare lucidamente se si tratta dell'altra persona in pericolo, l'incapacità di saper vivere e respirare senza l'anima gemella ma che ti fa godere ogni singolo momento come fosse l'ultimo, con consapevolezza e un sentimento enorme.

La confusione balena nel suo sguardo, non gli dona, non è adatto a Finnick, il ragazzo che mi ha sempre protetta. L'indecisione di avere qualcuno di fiducia accanto in battaglia, qualcuno con cui ci si coordina alla perfezione con una sola occhiata. Sull'altro lato della medaglia la paura di perdersi.

«Io voglio dare una mano, voglio essere con te quando Capitol pagherà per quello che ti ha fatto, e se poi ti succedesse qualcosa? Voglio essere lì a coprirti le spalle, com'è sempre stato» le mie labbra sono una linea sottile, i miei occhi bruciano di determinazione, voglio far subire a Snow le peggio torture, quelle inflitte a me e a Finnick quando era nel fiore degli anni.

La sua mano si posa delicatamente sulla mia guancia, mi appoggio e socchiudo gli occhi per quella carezza colma di quel sentimento che tanto ci unisce «Sei più arrabbiata per me che non per quello che ti hanno fatto, sei la mia unica ancora» la sua voce si addolcisce, si rompe prima di lasciarmi un bacio sulla fronte

«Ci conosciamo da una vita Finnick, siamo sposati, abbiamo affrontato gli Hunger Games, prima tu, quando ci eravamo appena messi assieme e poi io, è troppa sfortuna non credi? Dovremmo ribaltare le cose, ricordi? Il progetto della casa dei nostri sogni? Vicino ad un corso d'acqua così da sentire lo scroscio nei momenti di silenzio?» riapro gli occhi e lo guardo come se volessi imprimere nella mia mente i suoi lineamenti perfetti in tutto e per tutto

Un sentimento grande, più di tutti noi.

"Non ti convincerò a rimanere qui al 13 vero?» domanda sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, io scuoto la testa e lui sospira «Torneremo insieme però, vincitori e pronti a goderci la libertà di una vita serena» sussurra l'ultima frase come se nel dirla a voce alta ci fosse il rischio che il fato ci sentisse e ci avrebbe preso per il culo, un'altra volta, l'ennesima

Annuisco facendo una promesso silenziosa, solenne e intima. Nessuno dei due vorrebbe infrangerla.

Avvicino la mia fronte alla sua e i nostri occhi si incastrano fra di loro come catene indissolubili «Ti amo» gli sussurro cercando di sorridergli, di rassicurare lui per rassicurare me

«Ti amo anche io» la sua risposta si conclude con un bacio dolce e casto, lento ma pieno di amore e che suggellano definitivamente la nostra promessa

[...]

"Le promesse vanno mantenute"

È quello che ripeto sempre a mio figlio, quello che non sapevo di portare in grembo fino al termine della battaglia finale. Glielo dico perché io e suo padre non siamo riusciti a mantenerla, a portarla al termine, ed ora è solo un ricordo lontano, una ferita logora e ancora dolorosa.
Finnick lo rivedo nei miei sogni, nel torrente accanto a casa e naturalmente nel volto del bambino che più cresce e più somiglia a lui.