IV

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«Devi portarmi nel posto dove alloggio.» 

Di tutte le cose che Louis pensava avrebbe detto rivedendo Harry per la prima volta dopo quattro anni, le parole che ha appena pronunciato sono le ultime che si sarebbe aspettato. «Devo andarmene di qui. È solo a qualche isolato di distanza, ma non ricordo l'indirizzo preciso,» continua, mentre sente solo il bisogno di far sparire gli ultimi quattro anni, e che il suo migliore amico sia il suo migliore amico, quando ne ha bisogno di più. Louis si passa di nuovo il dorso della mano sulle labbra e cerco di impedirsi di vomitare di nuovo. «Puoi farlo per me?» Agitato, Harry gli tende la bottiglia d'acqua che ha preso da Zayn senza dire una parola, e Louis la accetta. Cerca di non pensare a quanto sia cambiato, mentre la apre e la porta alle labbra, bevendo disperato qualche sorso. 

La prima cosa che lo sorprende è il suo aspetto sano. Si è tagliato i capelli, i suoi occhi verdi non sono più enormi e infossati nelle orbite. Non c'è più il ragazzo distrutto ed emaciato, e ora la sua pelle abbronzata è tesa sul corpo proporzionato e muscoloso. Una volta pensava che fosse la creatura più bella che avesse mai visto, ma ora? Ora che sta così bene, la sua trasformazione è accecante. Non riesce a smettere di guardare i suoi lineamenti, la sua espressione preoccupata, mentre l'acqua che sta bevendo lava via la bile e il bruciore dalla sua gola. Purtroppo, non è abbastanza per cancellare il fantasma del sapore rancido che le parole del medico di Lottie gli hanno lasciato in bocca, il sentore acido che torna a salirgli in gola. «Ti prego, Harry, portami via da qui. Voglio andare via da qui.» 

Quando pronuncia il suo nome, sembra uscire di colpo dallo stato di trance indotto dalla sua presenza e annuisce, ma non posso fare a meno di notare la sua riluttanza. «Okay,» sussurra. «Che ne dici se vado a chiamare Zayn o Niall, se è dentro?» Non è il momento né il luogo, ma a quanto pare la connessione tra il suo cervello e la sua bocca deve essersi compromessa nelle ultime quarantott'ore, perché si sta comportando come se avesse il diritto di chiedergli qualcosa. Come se non avesse passato gli ultimi quattro anni lontano da Harry perché non si fidava più di stargli accanto. «Che succede, Harry? Non puoi stare da solo con me?» Harry si irrigidisce all'istante, e vede un lampo dell'uomo che conosceva un tempo tornare alla ribalta. Si gira verso di Louis e si avvicina, senza più nascondersi, senza più cercare di mantenere una distanza tra di loro. 

«No,» ringhia. «Non è che non posso stare da solo con te. È che non voglio.» Le sue parole dovrebbero fargli male, e per un attimo è così, ma del resto se le merita. Avrebbe dovuto aspettarsele, anzi. 

Perché diavolo dovrebbe voler avere qualcosa a che fare con me, dopo che l'ho abbandonato quando aveva più bisogno di me? 

«Hai ragione, scusami,» si affretta a rispondere, cercando di riportare la conversazione su toni civili. «Vado a chiamare un Uber. Puoi dire agli altri che tornerò presto?» Harry si passa le dita tra i capelli. È ovvio che lo scambio lo abbia turbato, e la colpa è soltanto sua. E' agitato e sconvolto, e la sua unica priorità è ritrovare il controllo prima di poter rivedere Lottie. Questo, qualsiasi cosa sia. Questa cosa con Harry. Deve attendere. Louis non aspetta la sua risposta e tira fuori il cellulare dalla tasca, cercando la app e inserendo la posizione. Una grande mano copre lo schermo prima che possa cliccare sul tasto di ricerca. «Ti porto io,» dichiara Harry. Louis gli sfila il cellulare da sotto la mano. 

«Non importa, vado da solo.» Harry afferra il telefono e glielo strappa via di mano. Louis solleva la testa, irritato. «Che stai...» La frase si interrompe a metà, quando mi ritrovo a guardarlo negli occhi. Il suo sguardo è gentile. Confuso. Carico di dispiacere, ma comunque dolce. E quella dolcezza è per Louis. Si sente scaldare dentro a quella vista, colmo di nostalgia. Era raro anche allora, e di certo non se lo aspettava adesso. «Ti porto io,» ripete in tono dolce come i suoi occhi. Sospirando, accenna al cellulare che ha in mano. «Allora prendo dal telefono l'indirizzo.» Harry glielo restituisce, e Louis trova l'indirizzo dalla prenotazione sull'e-mail, copiandolo e incollandolo sulla app. «È giusto dall'altra parte di Londra,» gli dice, osservando le indicazioni. «Non troppo lontano, posso anche andarci...» 

One Heartbeat At A TimeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora