1. Il party di Lorenne

326 8 2
                                    

Lydia

«Non credo sia una buona idea...».
Stavo guardando la figura riflessa sul mio specchio da troppo tempo, continuando a studiare ogni parte che quel maledetto vestito evidenziasse.
Si tratta di un tubino nero, a primo acchito sembra proprio quello indossato da Audrey Hepburn in 'Colazione da Tiffany'.
«Non ti sembra troppo elegante per questo genere di serata?».
Ovviamente non sono così folle da parlare col mio riflesso, infatti proprio dal mio cellulare risuona la voce squillante di Rebecca, la mia migliore amica.
Ho un gusto impeccabile per quanto riguarda la moda, una propensione
più che una passione. Ma stasera è diverso, scegliere l'outfit sta diventando una sfida personale. A crearmi una totale crisi di nervi è proprio il party che
mia zia Lorenne ha organizzato questa sera, senza un reale motivo. Si tratta di un evento esclusivo; le feste di zia Lorenne sono così speciali che nessuno vorrebbe mai perderne una. Parlo di una donna conosciuta per il successo di un suo brand di gioielli qui a Monaco, così quando viene menzionato il suo nome è inevitabile scorgere le sopracciglia della gente sobbalzare per lo stupore.
Il suo nome è l'unica infornazione necessaria, non importa infatti conoscere il suo cognome, poiché è esattamente così che la riconoscono tutti.
«SMETTILA DI DIRE STUPIDAGGINI E METTI QUEL DANNATO VESTITO».
Non è sempre così nervosa, ma devo ammettere che la pazienza non è mai troppa quando si parla di me e dei complessi che mi turbinano nella mente ogni qual volta metto qualcosa di diverso da un paio di jeans.
«Beck, credi che ci sarà anche Blake?».
Dopo qualche attimo di silenzio, lei risponde «Mi piacerebbe dirti che non sarà presente, ma credo proprio di sì invece. Accompagnato da tu sai chi...»
Chiudo gli occhi e tiro un respiro profondo, ma faccio finta di nulla, non voglio che Beck intavoli una discussione su Blake e su quanto faccia schifo. Do un'ultima occhiata alla ragazza dello specchio, mi scappa
una smorfia perché a me quel vestito continua a non convincere molto, sfortunatamente però non ho tempo
sufficiente per cercare qualcos'altro da mettere e dovrò accontentarmi.
Indecisa se tenere o meno i capelli sciolti, provo a raccoglierli in uno chignon che si rivela però un fallimento. Vincono i capelli sciolti.
«D'accordo Beck, ora devo proprio andare o farò tardi» raccolgo quello che mi serve e lo metto nella mia borsetta argentata, alla Carrie Bradshaw.
Sospira profondamente «Okay Lee ma cerca di divertirti, è una festa dopotutto!».
Se solo avesse potuto guardare la mia espressione in questo momento, avrebbe capito subito che per me non è semplicemente una festa, ma che posso farci?
Così dopo averla ringraziata e riattaccato, prendo le chiavi di casa e mi precipito per le scale. Dove al piano di sotto, da almeno venti minuti mi aspetta l'autista che ha espressamente richiesto per me mia zia.
Salgo sull'auto e saluto l'autista guardandolo dallo specchietto retrovisore della berlina nera, lui a sua volta ricambia cordiale. Un uomo sulla cinquantina brizzolato, un paio di baffi folti come le sopracciglia ma uno sguardo gentile. Possibile che sia per i suoi occhi nocciola che mi ricordano vagamente quelli di mio padre, non saprei dirlo con certezza.
«Mi scusi se l'ho fatta aspettare così tanto, ho avuto giusto un problemino» l'autista mi sorride dallo specchietto e mette in moto l'auto «Non c'è alcun problema signorina, sono a sua completa disposizione come su richiesta della Signora Lorenne».
Ci immergiamo nel traffico, tra l'altro molto raro dato che si tratta di una città relativamente piccola e questo significa solo una cosa: Grand Prix in arrivo. Per i meno esperti, dovete sapere che Monaco diventa di una bellezza disarmante quando c'è di mezzo la Formula 1.
È difatti uno dei circuiti maggiormente apprezzati dai piloti e dai tifosi, chiaramente. Perché la
magia di questa pista non sta solo nella forma della pista stessa, ricca di curve strette e gallerie, bensì nel
paesaggio che lo incornicia. Ma non solo, perché a mettere giusto quel pepe in più, sono l'euforia e l'entusiasmo che mostrano proprio i tifosi.
Diventa occasione di festa e divertimento sia per coloro che ci vivono, ma anche per una sfilza di celebrità provenienti da tutto il mondo.
Insomma un vero e proprio trionfo. Vorrei dirvi che non mi entusiasma affatto ma sarei una completa bugiarda se lo facessi, la verità è che non mi sento del tutto parte di questo mondo.
Fare parte di una delle famiglie più importanti qui a Monaco e cercare di nasconderlo, non è mai stato semplice. Avrei voluto seriamente nascere nell'anonimato, vivere una vita qualunque, senza aspettative e pressioni di alcun genere se non quella di lavorare e pensare a cosa mangiare a cena una volta tornata a casa.
A volte mi sento di troppo agli eventi in cui mi invitano gli sponsor o i party: come quello di stasera, perché la quantità di fotografi che si nasconde dietro a visi gentili è allucinante, dunque mi ritrovo a stare più attenta a non far generare false notizie sul mio conto, piuttosto che divertirmi.
Guardo il mio riflesso sul finestrino e mi accorgo di aver dimenticato di mettere il rossetto, così rimedio subito ma il tempo di metterlo al labbro inferiore che sento l'autista annunciare «Siamo arrivati signorina».
Fu in quel momento che vidi il viso completo dell'uomo, notando anche un'etichetta sulla sua giacca con su scritto "Filippo Visconti".
«La ringrazio, Filippo» e scendo dall'auto parcheggiata proprio davanti la villa dei miei zii.
Come ogni festa organizzata da mia zia, anche questa è uno spettacolo e descriverla con queste parole non le
rende giustizia; la gente prolifera a vista d'occhio e la musica aumenta sempre di più, così seguita da altri comincio la serata con una serie di bicchieri di champagne francese costosissimo.
So che è costoso e francese perché mia zia adora fare il tutto per bene, non sia mai che qualcuno giudichi le sue serate noiose né tanto meno poco eleganti. Credo che questo aspetto di lei sia dipeso dalla quantità esagerata di lettura dell'opera Il Grande Gatsby.
Conosco i miei limiti e in questo momento sento quasi di superarli tutti, sono al quarto bicchiere ma per me è già abbastanza, lo so bene perché mi sento lievitare e inaspettatamente più a mio agio del solito.
Ecco svelato il mio segreto per trascorrere in santa pace questo tipo di serata, bere bicchieri su bicchieri di puro champagne e starmene per i fatti miei. Ho capito col tempo che è l'unico modo per fuggire dagli occhi indiscreti dei giornalisti, o colleghi dal momento che anch'io faccio lo stesso lavoro. Anche se mi pare di capire che trovano particolarmente interessante il tipo di vita che conduco. Oltre a sapere quanti bicchieri sto buttando giù stasera.
A peggiorare il tutto è aver appena visto il mio ex, Blake, seduto su uno sgabello all'angolo bar, rivolto verso una ragazza dai capelli biondi lucenti e dal vestito succinto brillantato di rosso.
Lei è davvero meravigliosa, è così che mi sono sempre immaginata Barbie nella vita reale. Perfetta in ogni angolazione possibile.
Il suo sorriso si accende di denti così bianchi da fare invidia al chiarore della Luna. E non sto esagerando
tranquilli, di solito non dispenso complimenti alla gente gratuitamente. Sono piuttosto selettiva.
E poi...poi c'è lui, che posso dirvi?
È magnifico come sempre, esattamente come l'ultima volta che lo vidi al compleanno di Beck, tre anni fa.
Capelli castano scuro, quasi neri, e ricci. Un filo di barba gli contorna il viso esaltando la forma della mascella. Prima diceva di odiarla, la barba, e non se la lasciava crescere mai. Ha sempre pensato che lo invecchiasse. A quanto pare ultimamente sembra essersi ricreduto.
Ma la verità è una sola, ovvero che lui sta bene in ogni modo possibile.
Non volevo incontrarlo, né tanto meno con lei che, tra l'altro, reputo la ragione della nostra rottura.
Non sarei sincera se vi dicessi che non ho sentito una morsa allo stomaco, stringermi così tanto da farmi
contrarre su me stessa.

Ugualmente Opposti Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora