14. Un pilota per cavaliere

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Lydia

Mio fratello e la sua sposa entrano nella sala mano nella mano. Si sorridono a vicenda come se davanti ad ognuno di loro ci fosse la certezza che un sogno si sia realizzato e, riflettendoci bene, è davvero così. Non ho mai visto Antoine tanto felice in vita mia, a parte il giorno in cui partì per l'Inghilterra qualche anno fa. Lo ricordo ancora come se fosse ieri, un sorriso a trentadue denti che andava da un lato del viso all'altro, per l'entusiasmo. Inizialmente pensai che la contentezza fosse perché immaginava già il suo futuro prendere forma in terra inglese, poi invece, crescendo, capii che era semplicemente perché provava un senso di straordinaria libertà lasciando quella casa. Lasciando la famiglia, anzi mi correggo, lasciando i nostri genitori.
Proprio quest'ultimi che non smettono di fissare ogni mia movenza da quando io e Charles siamo arrivati insieme al tavolo con i segnaposto che citano i nostri nomi sopra.
Così mentre mi fingo spensierata e presa dall'entrata degli sposi, provo a schivare le occhiate di mia madre che colpiscono come coltelli appena affilati. Starà riflettendo su chi sia il ragazzo che siede al mio fianco, faticando a ricordare dove l'abbia già visto.
E ad essere onesta capisco il suo essere perplessa a riguardo, perché tutt'ora fatico a credere che Charles sia qui, alla mia destra, ad applaudire a tempo insieme agli altri invitati.
Questo è un pensiero che decisamente passa in cavalleria se si va a ritroso nel tempo e si ritorna a quel nostro momento nella sala buia e riservata al personale. Non ho ancora deciso quale sia il motivo che più di ogni altra cosa mi abbia mandato su tutte le furie, di quella giornata; se la rissa o il cambio di accompagnatore improvviso. Sta di fatto che qualunque cosa pensassi, Charles  rientra in ogni singola opzione. Ed è così snervante trovarmi a fingere, davanti ad amici e parenti, che tra noi ci sia qualcosa di più che semplice attrazione fisica per mandare avanti questa assurda messa in scena. Perciò non vedo l'ora di gettarmi tra le braccia del vino in cerca di qualcosa che possa rilassare ogni mio nervo del collo, più rigido di un paletto di legno.
Per un attimo ho pensato che il problema peggiore di oggi fossero i miei genitori che, mentre assistono al ballo di mio fratello e sua moglie, mi lanciano occhiate sporadiche farfugliando «Almeno Antoine ha trovato la sua strada, al contrario di qualcun altro. Ma quello accanto a lei è davvero chi penso che sia?». Come se non li sentissi seduta al loro stesso tavolo. Come se non sapessi che in realtà non si perdono ogni pettegolezzo sulla mia vita e probabilmente è per questo che non si spiegano la compagnia del pilota della Rossa quel giorno. Nessun giornale ne ha parlato, ancora.
Forse per una volta, a modo mio, li avrò stupiti. Che importa se per via di un patto? Non possono mica saperlo questo.
Ma al di là dei miei, in realtà la cosa peggiore è come il mio corpo reagisce al solo contatto col suo di corpo.
La sensazione è quella di prendere la corrente da un filo scoperto ogni qual volta la sua spalla tocca la mia, il suo gomito sfiora il mio o quando è il suo sguardo rilassato a sfiorarmi l'anima.
È tanto bello che quando lo vidi arrabbiato in quel corridoio, trovandomi insieme a Lando, ho pensato di stare sognando. Lui che in smoking è l'apoteosi dell'eleganza d'altri tempi, con quel suo atteggiamento sicuro e carismatico alla James Dean. L'abito in sé è semplice, nero e dal tessuto raffinato. Mi fa quasi strano non vederlo con qualcosa di rosso o con lo stemma del cavallino rampante sul petto. Ormai diventato una sorta di divisa per lui.
In tuta da pilota o in smoking, non cambia il fatto che sia di una bellezza disarmante. Non solo ai miei occhi, ma a quelli di tutti che ormai si saranno chiesti dove avranno visto quel viso tanto angelico quanto furbo. Credo che alla risposta ci siano arrivati anche i miei, dall'alto capo del tavolo. Gli occhi investigatori che setacciano ogni parte del mio viso alla ricerca di risposte che per ovvi motivi sono costretta a soffocare.
In ogni caso, tornando agli sposi, si recano al centro della pista dove tutt'attorno sono collocati i tavoli degli invitati con dettagli floreali e cristalleria raffinata.
I Want Love di Brenton Wood prende a suonare e tutti i presenti, affascinati, rimasero in silenzio coinvolti dall'affetto emanato dalla coppia. L'atmosfera si impregna di puro romanticismo. Il vestito di lei, pomposo come me lo immaginavo, accarezza frusciante il suolo, facendola sembrare una principessa. Mio fratello la cinge con un braccio, tenendole la mano con l'altro. Sono così a loro agio davanti a tutta quella gente che quel momento così intimo che stanno vivendo sembra sbagliato da condividere con tutti noi. Elizabeth scintilla di una luce diversa dal solito e dopo aver guardato negli occhi Antoine, poggia la testa sulla sua spalla sorridendo. Proprio così, Elizabeth è la donna più felice della Terra in questo istante e nessuno può insinuare il contrario.
«Arriverà anche il tuo momento, Lydia» sento dire dal ragazzo accanto a me «Ne sono certo».
Non sposto lo sguardo dalla pista ma voglio comunque rispondergli «Non ho mai detto di volermi sposare».
Con la coda dell'occhio noto che lui guarda me, sorridendomi come suo solito «Chi vuoi prendere in giro? Hai un sorriso immenso da quando quei due hanno cominciato a ballare».
Primo, quello non è affare suo. Secondo, ha ragione, anzi è innegabile che sia così. Perché per quanto mi piaccia la mia vita così per com'è, non vi nascondo che anch'io vorrei qualcuno che si prendesse cura di me. Sapere che qualunque cosa accada ci sia una persona che mi ama e che sarebbe pronta a tutto per me, esattamente come lo sarei io.
«Se lo dici tu» lo liquido senza soffermarmi eccessivamente sull'argomento.
La musica continua a cullare quel momento di estrema dolcezza mentre tra i tavoli cerco lo sguardo della mia migliore amica, che stranamente non trovo da nessuna parte.
Ci siamo lasciate poco prima, stabilendo per ciascuna quale pilota medicare, dopo la clamorosa sceneggiata che hanno regalato a tutti i presenti. Sceneggiata che per l'appunto, non gli perdonerò mai. A nessuno dei due.
«Charles» lo chiamo con tanto di gomitata. Lui si china leggermente da un lato per sentirmi meglio, continuando a battere le mani a tempo.
«Per caso hai visto Beck da qualche parte?»
«Beck?» mi guarda e al posto della sua faccia vedo un grosso punto interrogativo.
Alzo gli occhi al cielo, non credendo davvero di dover puntualizzare una cosa del genere «La mia migliore amica».
Ancora niente, il punto interrogativo sembrava ingigantirsi.
«La ragazza dei capelli rossi che ha preso sottobraccio Lando, prima » ed eccola lì, la rivelazione.
Si china di più per evitare che qualcuno oltre me sentisse «Sarà occupata a fare smancerie con Norris, no? Voglio dire, l'abbiamo fatto noi, perché non dovrebbero farlo pure loro».
È stato così diretto da aver immaginato veramente i due avvinghiati tra loro che ci danno dentro e ora l'unica cosa di cui ho bisogno è un macchinario che mi cancelli la memoria. Seduta stante.
Gli do uno strattone che lo fa ridere di gusto «È dei miei amici che stai parlando, finiscila!» al che si affretta a tapparsi la bocca con la mano, dato che a parte la musica non si udiva alcun tipo di rumore, se non la sua risata.
Lo mollo sul posto cimentandomi nella ricerca della mia migliore amica, finita chissà dove, insieme all'altro mio amico. Non posso crederci, questo mi sta sembrando tutt'altro che un matrimonio.
Giusto il tempo di arrivare all'uscita del chiostro e gli sposi terminano il loro primo ballo, invitando tutti gli ospiti a ballare con loro.
Io che ancora non ho bevuto mezzo bicchiere di vino, mi tiro fuori e proseguo con la mia caccia al tesoro.
Il cuore mi batte forte pensando all'immagine che Charles si è impegnato ad imprimere nella mia mente.
In lontananza a parte il ticchettio dei miei tacchi, sento dei passi e non ci metto molto a capire che è lui a seguirmi ad andatura veloce per raggiungermi.
«So che mi senti, potresti almeno aspettarmi?» lo ignoro, non ho intenzione di perdere tempo in questo modo. Apprezzo che abbia voglia di scherzare, ma quello non è decisamente il momento.
«Merda, per avere le gambe così piccole sei proprio una scheggia» gli sento dire alle mie spalle, mi scappa un sorriso che lui chiaramente non può vedere e decido di rallentare.
«Datti una mossa, non posso assentarmi di nuovo per così tanto tempo!» lo sollecito con tanto di gesto col braccio. In realtà allontanarmi non è così male, non lo è affatto. Ma si da il caso che è il matrimonio di mio fratello e voglio godermelo, non voglio trasformarlo nella mia personale fuga dai miei genitori.
«Li troveremo Lydia, rilassati» dice raggiungendomi una volta per tutte.
Senza rendercene conto ci ritroviamo nel corridoio in cui è cominciato tutto il caos, così rifletto un attimo e ricordo che mentre io e Charles siamo andati da un lato, loro hanno preso dall'altro. Solo non ho idea in quale sala siano precisamente.
«Non sono molte porte, dividiamoci, se uno dei due dovesse trovarli avviserà l'altro» decreta con serietà, a quanto pare è tornato se stesso adesso.
Dopo uno scambio di cenni, ci dividiamo e prendiamo a bussare ad ogni porta, trovando stanze vuote o occupate da staff che lavora.
Continuiamo così per altri dieci minuti fino a quando, dopo aver bussato ad una porta, sento arrivare delle risate dall'interno.
Beccati.
Aprendola trovo i due per terra impegnati in non so quale conversazione, piuttosto spiritosa poi, date le risate di entrambi. Lando e Rebecca sono così presi dalle loro chiacchiere che non si prendono nemmeno la briga di accennarmi un saluto vedendomi entrare.
Lei si sventola le mani sugli occhi, come per trattenere le lacrime dalle risate «Capisci li ho trovati così» dice, gesticolando per imitare qualcosa che sta raccontando.
Lui invece, sgrana gli occhi chiari «Nooo» portandosi le mani alla bocca, scioccato.
«Oh sì, amico» afferma lei con tanto di movimento con la testa «Li ho beccati in pieno». Sentire quella conversazione senza un contesto o un soggetto mi fa sentire una stupida. Tra l'altro se fosse qualcosa a cui ha assistito Rebecca dovrei esserne a conoscenza, in fondo a me dice sempre tutto. Più li ascoltavo però, più ci capivo meno.
«I due ci davano dentro e io ero proprio lì davanti, capisci? Certo, se volevo vedere un porno me lo andavo a cercare su internet, non c'era bisogno di assistere a tanto!» un campanello nella mia testa prese a suonare come una sorta di avvertimento, ma non ci feci caso. Quella storia mi sembrava conoscente, ma non voglio trarre conclusioni affrettate.
«E tu che hai fatto?» chiede lui, avvicinandosi sempre più curioso.
«Sono andata in bagno a sciacquarmi gli occhi con l'acido» al che scoppiano tutti e due a ridere fragorosamente. Sembrano due adolescenti, altro che due adulti maturi.
Poi una voce proveniente da dietro le mie spalle li interrompe una volta per tutte «Avete finito di prenderci per il culo?». Voltandomi è proprio Charles che, non avendo ricevuto notizie da parte mia, è venuto a cercarmi a sua volta.
Gli occhi azzurri di lui e quelli smeraldo di lei lo fissano per qualche secondo; il tempo che serve ad entrambi per ricordare che lui è uno dei protagonisti di quella storia e che per questo, non può essere preso sul serio.
«Ora fanno così, ma quella sera erano sotto shock» sussurra Beck a Lando, pensando non potessimo sentirla. Lui si lascia andare in un'altra risata e non vi nascondo che Norris non è l'unico che stenta a trattenere la risata. Infatti mentre Charles è visibilmente infastidito da quei racconti, io stringo le labbra per evitare che possano curvarsi in un sorriso che lo manderebbe su tutte le furie.
Per smorzare il discorso mi rivolgo ai due «Posso sapere il motivo della vostra assenza?» poi, guardo Rebecca con sguardo serio «Credevo che l'idea fosse solo quella di disinfettare le ferite di questi due, non intrattenerci in grandi discussioni!». A braccia incrociate quelle parole sembrano credibili, poi però ricordando quello che accadde a me e al pilota della Rossa, in quella sala poco prima, temo che di credibile ci sia ben poco nelle mie parole.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 24 ⏰

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