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JULIET

Stanotte non sono riuscita a prendere sonno. Mi sono girata e rigirata sul letto fino all'alba.

Scendo lentamente dal letto e mi butto sotto la doccia, l'acqua calda mi aiuta sempre a rilassarmi.

Una volta asciutta e vestita scendo al piano di sotto per fare colazione. Sono appena le sette del mattino e se avrò fortuna risarò nella mia stanza prima che i miei genitori scendano per fare colazione. Non ho nessuna voglia di sentirli lamentarsi per il mio comportamento. Non mi capiscono. E non lo faranno mai.

Appena metto piede in cucina quasi salto dallo spavento nel ritrovarmi Christian seduto al tavolo con una tazzina di caffè in mano.

Appena metto piede in cucina quasi salto dallo spavento nel ritrovarmi Christian seduto al tavolo con una tazzina di caffè in mano

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"Sono così brutto da farti paura?" mi chiede alzando un sopracciglio.

Io in risposta gli faccio di no con la testa e mi avvicino ai fornelli per farmi un caffè e latte.

"Non mi parli da cinque anni, Juliet, ti ho fatto qualche torto?" mi chiede ed io mi volto lentamente verso di lui.

"No" gli dico solamente.
"Allora perché non mi parli? Sono il tuo migliore amico o no?" mi chiede mentre si alza e viene davanti a me.

"Io non sto bene. E non ho voglia di vedere nessuno, né ho voglia di parlare" gli dico decisa.

"Aurora me lo ha detto prima, ma io le ho spiegato che dovevo assolutamente parlare con te" mi dice mentre io mi guardo attorno e se non stessi male mi verrebbe da ridere nel trovarla dietro la porta che ci spia e mi alza il pollice e fa segno con la mano che se fa qualcosa gli tira una padellata in testa.

"cosa mi vuoi dire?" gli chiedo.
"Io... Juliet, sai che tengo tantissimo a te, molto di più che ad un amica" mi dice deciso.

"Io no!" gli dico decisa.

"Juliet, Romeo è agli arresti ormai da cinque anni

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"Juliet, Romeo è agli arresti ormai da cinque anni. E tu ti sei messa agli arresti da sola in questa casa... Non odiarmi. ma quello che ho fatto... Lo sto facendo per te!" mi dice prendendo le mie mani nelle sue che io tolgo subito.

"Che stai..." non faccio in tempo a finire la frase che vedo mio padre e mia madre entrare sorridenti in cucina.

"Dobbiamo fare una festa! Presto, presto!" dice felice mio padre.

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