2. Inseguimento

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«Dov'è?»
«All'angolo di babordo!»
«Dolce Polline, è Capitan Velluto!»
«Siamo spacciati!»

Il comandante apparve sul cassero, come evocato da un incantesimo per far fronte all'emergenza, e cominciò ad abbaiare ordini.

«È inaudito che abbiano potuto avvicinarsi così tanto senza essere avvistati!» commentò «se sopravviviamo, punirò personalmente quel lavativo di vedetta.»
«Possiamo sfuggirgli!» esclamò Amina con convinzione.
«Vedremo.» replicò l'altro.
«Credevo aveste detto che questa nave è veloce.»

«Ho detto una tra le più rapide, non ho mai detto la più veloce di tutte... E quel vascello, se la metà di quel che si dice è vero, ha le carte in regola per vincere questo primato. Inoltre noi stavamo bordeggiando, mentre loro hanno il vento in poppa, e si sono messi in modo da togliercelo.»

Puntò il cannocchiale sugli inseguitori, quindi concluse: «ad ogni modo, non siamo proprio degli sprovveduti. Userò tutti i trucchi che conosco per rendergli difficile la nostra cattura. Se riusciamo ad arrivare in vista del porto di Vanessa, la marina verrà in nostro soccorso.»

Il comandante diede ancora un paio di indicazioni su come regolare la velatura, quindi impugnò personalmente il timone e impose all'imbarcazione un'ampia virata, volta a non perdere troppa inerzia, proprio nel momento in cui il battello iniziava ad accelerare. Da quello che Amina aveva capito, l'inseguitore si era posizionato in modo tale da schermargli il vento, eppure quello che arrivava sembrava più che sufficiente a gonfiare le vele come palloni, tendendo le cime allo stremo e facendo scricchiolare gli alberi, al punto che la ragazza temeva che si sarebbero spezzati da un momento all'altro.

Il primo ufficiale si affiancò al suo superiore. «Signore, per prendere il vento siamo costretti a puntare verso il mare aperto. Se non riusciamo ad arrivare in porto prima che ci raggiungano, siamo spacciati.»

«Nervi a posto, signor Kyriakos.» lo zittì l'altro in tono asciutto. «Questa nave ha da dire la sua. Vedremo cosa saranno in grado di fare quei tagliagole: può darsi perfino che io abbia qualcosa da insegnargli. Per la miseria, spiegheremo anche i fazzoletti, se necessario!»

Il sottoposto stava per obiettare ancora qualcosa, quando l'altro sbraitò a pieni polmoni: «Voi, laggiù! Tesate la scotta della vela di trinchetto! Signor Timotheos, cosa succede al bompresso? Lasciate due mani di terzaroli: date un po' di respiro a quel fiocco, per la miseria!»

Constatato che il proprio interlocutore era troppo occupato per dargli retta, il secondo in comando dedicò ad Amina la propria attenzione: «Signorina, devo insistere perché andiate sotto coperta. Vi assicuro che faremo tutto ciò che possiamo per garantire la vostra sicurezza, ma non possiamo governare la nave se i passeggeri ostacolano le operazioni!»

Lei capì che quello non era il momento per le discussioni, si limitò ad annuire e, gettandosi i lunghi capelli dietro la schiena, discese rapidamente la scaletta del castello di poppa, seguita a ruota dalla sua pusillanime ancella.

Tuttavia, non aveva la minima intenzione di ubbidire.

Con un tono che non ammetteva repliche, ordinò alla sua accompagnatrice di aspettarla nella cabina ma, anziché seguirla sottocoperta, si nascose dietro ai gradini appena percorsi, facendosi piccola piccola.

Avrebbe dovuto essere spaventata, invece era soprattutto curiosa di incontrare i pirati... E anche piuttosto eccitata dall'idea, anche se si vergognava ad ammetterlo.

Gli uomini che conducevano il brigantino su cui viaggiava erano abituati ad affrontare i rischi della vita per mare, dalle burrasche agli animali predatori, dalle malattie ai danni strutturali.

Com'era possibile che bastasse la sola vista del veliero dei filibustieri in lontananza, per terrorizzarli a quel modo?

Che tipo di persone potevano essere?

Forse il suo gusto dell'avventura, in quel momento, era acuito dalla consapevolezza che quella potesse essere la sua prima e unica traversata ma, complici anche le molte storie narrate dalla sua balia quando era più piccola, Amina si sentiva ribollire il sangue nelle vene.

Forse il suo gusto dell'avventura, in quel momento, era acuito dalla consapevolezza che quella potesse essere la sua prima e unica traversata ma, complici anche le molte storie narrate dalla sua balia quando era più piccola, Amina si sentiva ribol...

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SPAZIO AUTORE

Mi ero riproposto di fare dei capitoli più brevi per questa nuova storia, per favorire la lettura sulla piattaforma. Ma forse con questo ho esagerato. Che dite? :p

I Cetoniani hanno nomi greci. Un popolo di navigatori, in fondo. Mi sembrava appropriato.
Del resto, per chi l'ha conosciuto nell'altro romanzo, anche Elphitephoros l'avevo cercato tra i nomi greci :p

Non ho molto da dire oggi: Amina non ha resistito alla tentazione di restare in coperta a sbirciare cosa succederà. Come darle torto? Potrebbe essere l'esperienza più avventurosa che vivrà in vita sua. E poi secondo me, sotto sotto, pensa che riusciranno comunque a farla franca.
Voi che ne pensate? Quanto grosso sta rischiando? :p


GLOSSARIO DEI TERMINI NAUTICI

apparsi in questo capitolo (non sono un esperto quindi mi si perdonino eventuali leggerezze. Chi se ne intende può segnalare le imprecisioni ;) ) 

Castello di poppa / cassero: Struttura sopraelevata rispetto al ponte della nave, situata nella sua parte posteriore

Bordeggiare: navigare a zig-zag, per poter procedere controvento. L'unico modo che hanno i natanti a vela per muoversi contro il vento, è questo. Ovviamente l'andatura sarà assai più lenta, rispetto a quella di chi procede col "vento in poppa".

Scotta: sinonimo di "cima", le corde/cavi usate per regolare le vele.

Trinchetto: l'albero che si trova davanti a quello di maestra. La nave del capitano Alexis è un brigantino, cioè un veliero di dimensioni relativamente ridotte, con due soli alberi. Nel caso specifico, un brigantino "a palo", perché dotato anche di bompresso.

Bompresso: l'albero che si trova sulla prua della nave, fortemente inclinato avanti, come un pennone.

Quando si ammaina solo parte di una vela per ridurre la sua superficie, utilizzando uno specifico sistema di corde, si dice che si "prende" un certo numero di mani di terzaroli. Ciò riduce la potenza della vela, ma aumenta la manovrabilità della nave. Di conseguenza, Alexis ordina di lasciare due mani, per aumentare la superficie della vela e la velocità, a scapito della manovrabilità, nella speranza di seminare gli inseguitori.

Fiocco: una vela triangolare tesa tra l'albero più avanzato (nel nostro caso, il trinchetto) e il bompresso.


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