«Nome?»
«Amina la Termite.»
«Provenienza?"
«Vanessa.»
«Nientemeno. Motivo della permanenza sul suolo di Gammarville?»
«Stavo scappando dai pirati che mi avevano rapita. Cercavo un modo per mettermi in contatto con la mia famiglia.»
«Ne ho sentite di migliori. Reati contestati. Vediamo...» l'uomo mise a soqquadro la già disordinata scrivania, alla ricerca di un secondo foglio. Trovatolo, lesse, tenendolo alla massima distanza dal viso che il braccio gli consentiva: «abbigliamento non consono, blasfemia, resistenza all'arresto, danneggiamento di beni in vendita al mercato, e... Furto di ribes.»
«Il ribes è stato un malinteso!»
Nasim si strinse nelle spalle. «Questo è solo l'interrogatorio di convalida , potrai dire la tua al processo: noi non abbiamo l'abitudine di giustiziare gli stranieri per un sospetto, come fate a Vanessa. Sempre che tu ci sia mai stata davvero.»
Lei fece per ribattere, ma il militare non gliene diede il tempo: «Qui manca la cosa più grave: connivenza con i pirati. La aggiungo io.» proseguì, annotandolo.«Sentite, io sono la figlia del governatore Ahmed...»
«Buon per voi. Io sono cugino di secondo grado del dio delle tempeste. Meglio che non mi facciate arrabbiare, se non volete che scateni un temporale in questa stanza.»
Amina sentì montare il panico. Se il direttore del carcere non le credeva, lei rischiava di fare una brutta fine.
«La gravità del crimine, la presunta pericolosità dell'imputato o il rischio di reiterazione del reato giustificano la custodia in carcere?»
«Vi prego, dovete ascoltarmi!»
«Tranquilla, a questa dovevo rispondere io: sì.»
«Capisco che la situazione sia assurda, ma...»
«Abbiamo finito, qui. Potrete raccontare le vostre fiabe fantasiose al giudice.» con queste parole, il suo interlocutore suonò un campanello posto in un angolo dell'ampio piano di legno.
Due guardie, assai più snelle e giovani di quella che l'aveva accompagnata fin lì, fecero il loro ingresso.
Il cuore di Amina batté forte. Ancora una volta veniva trascinata dagli eventi, ancora una volta un uomo si rifiutava di darle ascolto. Pensieri confusi si affacciarono nella sua mente, venendo scartati alla stessa velocità con cui si presentavano, mentre lei cercava disperatamente un appiglio, consapevole di avere solo un ultimo colpo da sparare, un'ultima frase per ribaltare la situazione, prima che i gendarmi la portassero via.
Decise di puntare tutto sulla cattiva reputazione del genitore.
«E se fosse vero? Quando mio padre verrà a saperlo, la vostra vita e la vostra carriera saranno distrutte. Siete davvero disposto a correre questo rischio?»
A un cenno del loro capo, le due guardie si fermarono.
Nasim tacque per un attimo, poi puntò su di lei uno sguardo gelido. «Quindi, cosa dovrei fare secondo voi, principessa?»
Amina si sforzò di non roteare gli occhi al cielo. Ma perché tutti insistevano a chiamarla a quel modo?
«Fate una chiamata a Vanessa. Non vi costerà niente e, se nessuno conferma la mia versione, potrete sbattermi in cella.»
«La vera figlia del governatore non vive nemmeno a Vanessa!» sbottò l'altro, in tono sarcastico.
«Ci stavo andando per sposarmi. Sono partita in segreto da Pratorado pochi giorni fa, via mare, mentre il finto corteo nuziale viaggiava via terra.»
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Velluto
AdventureLe Vespe, i temibili pirati dell'aria, sono ridotte a un pugno di persone senza legge. Dopo aver aiutato Duncan e l'Esercito dei Popoli Liberi a fermare i folli piani di egemonia delle Api, i bucanieri hanno abbandonato la loro isola e si sono diret...