30. Ditisco

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Amina sentì lo stomaco torcersi e il sapore del vomito in bocca, ma si sforzò di resistere: se si fosse lasciata sfuggire quell'occasione, tutto sarebbe accaduto per niente, inclusa la morte di Straziamilza.

«Amici,» tentò, con voce incerta «fratelli!»

Alle sue spalle, l'acqua gorgogliava, smossa dai predatori ancora affamati; l'immagine delle estremità di Capitan Straziamilza che scomparivano tra i flutti le si ripropose alla mente, e sentì le viscere attorcigliarsi, come se qualcuno stesse provando a strizzarle.

Con la coda dell'occhio, notò che alcuni compagni stavano liberando i condannati.

La vista di Natostanco sano e salvo, le restituì un po' di forza: se non fosse stato per lei, a placare la sete di sangue di quei mostri marini sarebbero stati lui e gli altri collaboratori più stretti di Velluto.

Si impose di darsi un tono, e tentò di porre rimedio al suo esordio deludente: «La verità è che non so come chiamarvi: non sono una di voi, anche se, dopo aver assaporato la vostra vita, forse vorrei esserlo.» Attese un istante, lasciando lo spazio ai fuorilegge per i loro consueti schiamazzi ma, ancora una volta, essi la sorpresero col loro silenzio.

«Se fossi una di voi, però» riprese «vorrei che a guidarmi non fosse il primo energumeno tutto muscoli e niente cervello che capita a bordo, raccattato in qualche porto periferico, dove i suoi stessi compagni l'avevano abbandonato!»

In realtà, la persona di cui parlava si era rivelata un avversario temibile, tutt'altro che privo di intelletto; lei però era convinta che dipingerlo in quel modo avrebbe fatto maggiormente presa sulle menti dei suoi ascoltatori.

«Se fossi una di voi, sceglierei come mio capo qualcuno forte, ma compassionevole. Coraggioso, ma non avventato. Qualcuno capace di farmi emozionare, di mettermi un sacco di soldi in tasca,... E di belle ragazze tra le braccia!»

Finalmente, la ciurma parve riscuotersi, commentando con fischi e risatine, e battendo piedi e mani contro il legname di cui era fatta la nave.

«Ma anche che sappia tirarmi fuori dai guai, quando ce n'è bisogno!»

Il tamburellare sul legno diventò un fragore, mentre i pirati la acclamavano.

"Qualcuno come Velluto!" stava per dire, ma non ne ebbe il tempo, perché un ragazzo ancora imberbe, ma già con una profonda cicatrice da coltello sul petto nudo, gridò: «Evviva Amina, regina dei ditischi!»

«Evviva Capitan Ditisco!» fece eco un altro.

L'intero equipaggio esplose, e in un attimo da prua a poppa del vascello rimbombò il fragore di mille voci che all'unisono proclamavano: «Capitan Ditisco! Capitan Ditisco!»

«No, aspettate!» Tentò la ragazza «non è quello che...» ma qualcuno le appoggiò una mano sulla spalla, stroncando il suo discorso sul nascere.

Ranciorancido era apparso al suo fianco. «Lascia stare: Velluto è lontana e, per quanto ne sanno loro, potrebbe anche essere già morta. Tu invece sei qui, sei viva, li hai appena liberati da quel pazzo sanguinario, e hai promesso di essere il miglior comandante che abbiano mai avuto.»

«Che? Scherzi? Non saprei nemmeno da che parte cominciare!»

«Nessuno lo sa. In fondo, comunque, quello che cercavi venendo qui era il loro appoggio, giusto? Ebbene, adesso ce l'hai!»
La Termite si guardò intorno: quella scalcagnata compagine di fuorilegge le aveva appena dato un nome da pirata, e la incitava applaudendo.
«La ciurma della Sea Wasp ha scelto un nuovo comandante!» Decretò.
«E così sia!» rincarò Rancio.
L'ovazione che seguì fece vibrare l'intera struttura del veliero.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 20 ⏰

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