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- Mi faccia controllare la mano. -

Insistè Mori, gentilmente, senza distogliere lo sguardo ametista dagli occhi color cielo di Fukuzawa.

L'assassino rimase qualche istante impassibile, concentrato a studiare la figura davanti a sé. O meglio, il giovane dottore si era inginocchiato tra le sue gambe con una mano allungata verso di lui, attendendo che Fukuzawa gli porgesse diligentemente una delle sue mani. Una o l'altra, non avrebbe fatto alcuna differenza, entrambe erano in condizioni disastrose e bisognose di essere curate.

Da una parte, Fukuzawa pensò che non c'era bisogno di preoccuparsi eccessivamente.
Il governo gli aveva promesso un medico che si sarebbe occupato della sua riabilitazione, che l'avrebbe riportato al più presto a lavoro, senza perdere tempo. Forse era quello.

Posò la mano destra su quella di Mori, così il dottore iniziò a vederla per bene. Le bende attorno ai polsi che puzzavano di sangue e disinfettante, gli fecero un momento arricciare il naso.

- Apra e chiuda. -
Lo invitò a fare il medico.

Fukuzawa obbedì, ma l'unico risultato furono solo le sue dita che cominciarono a tremare e il polso dolorante. Anche la mano sinistra reagì allo stesso modo.

Mori, che fino a quel momento momento aveva tenuto un'espressione concentrata, sorrise con leggera malizia e alzò le spalle.
- Che gran peccato, delle così belle mani già arrugginite. Chissà cos'erano capaci di fare. -

Fukuzawa ritirò la mano più convinto e guardò glaciale il corvino.
- Deve fare il dottore o restare ancora inginocchiato davanti a me a lungo andare? -

Si chiese se lo volesse curare o imitare una proposta di matrimonio.

Mori, in tutta risposta, finse il sorriso più sfacciato che poteva assumere in quel momento.
- Ci vuole una fiseoterapia particolarmente adeguata, ma date le sue condizioni, sarà una strada molto lunga da affrontare. Inoltre, prima bisogna rimettere in sesto quei polsi. È un uomo magro, ma persino le manette gli stavano così strette. Devono proprio odiarla qua dentro. -
Prese posto accanto a quello che doveva essere il suo paziente, a quanto pare.

Fukuzawa lo osservò, senza accennare alcuna parola. Mori capì al volo di avere a che fare con una persona seria e silenziosa, dunque non doveva sperare che iniziasse per primo una conversazione.

- Sarò il suo medico, d'ora in poi. -
Cominciò il corvino con un largo sorriso.
- Le fisserò degli appuntamenti, ci vedremo in infermeria e cercheremo di riabilitare le sue mani.
So che lavora per il governo, giusto? -

Il suo paziente annuì, dopo un momento di esitazione.

Il dottore poté solo sorridergli.
- Bene! Ma molte cose non mi tornano chiare. Cos'è successo alle sue mani per ridurle in questo stato? Cosa fa per il governo? -

Fukuzawa rimase ancora qualche istante in silenzio, prima di rispondergli e guardò ostile il corvino.
- Non dovrebbe averlo letto nel rapporto? -

Mori alzò le spalle, mettendosi dritto e affondando le mani nelle tasche. Si ritrovò a dondolare infantilmente sui talloni.

- Mi piace ascoltare la versione dei miei pazienti. È sempre interessante sapere cos'hanno da raccontare. Sa, serve anche per affrontare il trauma.
Piangerà nel raccontarmi ciò che le è successo? Altrimenti devo correre un momento in studio a prendere i fazzoletti. -

Fukuzawa abbassò le palpebre e sospirò, ormai esausto.
- Non è necessario. -
Gli rispose, tornando a osservare Mori con serietà.
- Quando sarà il nostro primo appuntamento? -

Il dottore allungò un sorriso indecifrabile, sembrava compiaciuto da quella domanda, anziché rincuorato che il suo paziente ostile, finalmente avesse accettato di farsi visitare. Inclinò la testa di lato, e quel piccolo spostamento fece si che l'aureola arancione si sostituisse con un colore più intenso, rosso, rendendo anche più cupi i suoi occhi che si assottigliarono.

- I nostri appuntamenti si terrano sempre dopo l'ora di cena. -

L'argentato lo guardò un momento confuso, e prima di avere occasione di contrabattere, l'altro non gli diede neanche il tempo di fiatare che parlò al posto suo.

- Sa, è il momento ideale. Soprattutto date le sue condizioni, avremo più tempo a disposizione per metterci a muovere quelle dita, a quell'ora le guardie si impigriscono ed io non li voglio gironzolarci intorno, sanno solo rendersi fastidiosi e non mi permettono di svolgere come si deve il mio lavoro.
Mettono fretta perché vogliono immediatamente fare cambio turno e tornare a casa, e quelli appena arrivati, preferisco partire rilassati a contemplare il vuoto. -
Sorrise Mori.

- Vedrà, arriverà a letto giusto in tempo per il coprifuoco. Non avrà problemi a riguardo. La aspetto stasera nel mio studio, dopo cena. -

Fukuzawa guardò attentamente la piccola figura davanti a sé, se prima aveva pensato che quel medico fosse un angelo, in quel momento appariva solo come uno scienziato pazzo davanti ai suoi occhi, desideroso di sperimentare sulla sua nuova cavia.

Non aveva mai visto un sorriso e uno sguardo così indecifrabile e fin'ora, era contorno, fu rincuorato solo all'idea che non era un dentista per bambini.

- A stasera, mio caro paziente. -

Non servirono altre parole, Mori si dileguò via, sparendo in pochi istanti dagli occhi di Fukuzawa.

L'argentato non si fece ulteriori domande, ma si guardò solo le mani.

Sarebbe guarito presto e sarebbe tornato a impugnare una spada, questo era più che certo. Doveva impegnarsi se voleva uscire il prima possibile da lì, tornando sui suoi passi.

L'aria fu squarciata di colpo dal suono di una sirena, durò solo pochi istanti e tutti i pazienti smisero di fare ciò che stavano facendo, correndo all'interno del maniero.

Doveva essere l'ora di cena.

Fukuzawa nascose nuovamente le mani all'interno delle tasche della felpa, dirigendosi in silenzio nella mensa che prima Ranpo gli aveva mostrato, in coda agli altri pazienti.

Nella sua testa, però, solo un pensiero si era ben fissato: dopo cena, appuntamento con il Dottor Mori Ogai.

Intruder [BSD - FukuMori]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora