Fukuzawa fissava con meraviglia e desiderio il coltello. Finalmente un'arma tra le sue mani che erano ferme, come se fossero di colpo guarite.Dopo qualche istante, però, i suoi polsi cominciarono a tremare, le dita si indebolirono e dovette cercare di non far cadere l'oggetto a terra a tutti i costi.
Mori non lo aiutò, lasciò l'assassino battersi per riacquistare il dominio delle sue preziose mani.
« Mio caro, adesso quel ragazzino lo vorranno interrogare, sicuramente dirà il tuo nome.
Lui non è tuo amico, devi ucciderlo. La tua carriera è più importante di un moccioso. »
Parlò serenamente il medico, cercando in ogni modo lo sguardo di Fukuzawa, che finalmente riuscì a ottenere.L'assassino era troppo concentrato a cercare di riavere il controllo delle sue mani, che tutto ciò che era successo prima lo aveva lasciato in secondo piano.
Solo lo sguardo di Mori lo risvegliò dai suoi pensieri.Il medico aveva ragione, Ranpo andava ucciso il prima possibile.
Solo Fukuzawa lo poteva fare, l'onore che doveva rivendicare era il suo e di nessuno altro. D'altronde sarebbe stata una sciocchezza, era parte del suo mestiere eliminare chi lo intralciava. Gli era sempre stato insegnato che doveva pensare solo a se stesso per proteggere il governo, ad avere sangue e freddo e che tutte le sue prede fossero semplicemente nullità.Ranpo è una nullità.
Pensò Fukuzawa.Mori prese la mano dell'assassino e lo trascinò con lui via da quella stanza, conducendo entrambi, furtivamente, al piano di sotto, che dovrebbe essere proibito ai pazienti e detenuti, così altrettanto doveva essere il più controllato.
Nessuna guardia al momento si era presentata davanti, anzi, riuscirono ad accedere con massima tranquillità nei sotterranei.
Il medico finalmente lasciò andare la mano dell'assassino e cominciò a dirigersi a passo sicuro verso l'unica stanza illuminata del lunghissimo e buio corridoio.
Fukuzawa, al contrario, rallentò il passo, osservando cosa c'era dietro le porte blindate, sia a destra che a sinistra.
C'erano solo numeri, per vedere cosa c'era dentro ogni cella si doveva affacciare solo verso l'unica finestrella, e riuscì a vedere più persone di quanto pensasse di trovare, anche ragazzi molto giovani, persino più di Ranpo.
Mori notò presto che Fukuzawa era rimasto indietro, si voltò verso di lui e sorrise, avvicinandosi.
L'assassino stava cercando di osservare meglio cosa c'era dentro la cella 183.
« Ah, si. La gabbia del suicida!
C'è un ragazzino veramente interessante là dentro, ha combinato un bel po' di guai fuori da qui. Ogni giorno esaurisce le guardie perché ha sempre un'idea nuova su come potersi suicidare. Nonostante i mille tentativi, è ancora vivo e inerme.
Pare un idiota, ma è molto astuto. »In effetti, all'interno della cella del ragazzo che era steso a terra a dormire avvolto in un camice di forza, Fukuzawa ebbe la certezza non c'era nemmeno un soprammobile presente lì dentro. Lo circondavano solo delle pareti bianche con macchie di sangue secco.
Il medico e l'assassino tornarono al loro obiettivo, quando nell'unica stanza illuminata del corridoio, si udì un urlo, poi un altro, e un altro ancora.
Entrambi seguirono il suono.
Mori entrò in un nascondiglio per vedere cosa stava accadendo all'interno di quella stanza, Fukuzawa gli andò semplicemente dietro e si sistemò vicino a lui.« Che stavi cercando? »
« Dei dolci, avevo fame! »
Urlò Ranpo, con l'affanno e la testa piegata all'ingiù per la stanchezza.
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Intruder [BSD - FukuMori]
FanfictionFukuzawa è uno dei più stimati sicari del governo giapponese, fino a quando un incidente gli ha fatto perdere l'uso delle mani, rendendolo incapace di reggere la sua fidata katana. Il governo, trovandolo adesso inutile e solo un peso da mantenere...