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Quell'urlo con certezza avrebbe attirato l'attenzione delle guardie.

In un niente, tutto il piano venne invaso dal più totale caos.

I detenuti e pazienti rinchiusi nelle loro camere blindate cominciarono a ridere malsanamente, sbattendo le mani e i piedi contro le porte, creando un gran baccano.

Fukuzawa non riusciva nemmeno a sentire il suo stesso fiato e il suono del coltello quando gli cadde dalle mani invase dal sangue.
Si guardò un momento intorno, disorientato. Non poteva credere di averlo fatto davvero.
Andò immediatamente a recuperare la chiave che Ranpo gli aveva indicato più e più volte, cercando di afferrarla. Appena la ebbe in pugno - con gran fatica -, liberò il corpo del giovane ragazzo dalle catene che lo tenevano imbalsamato sul palo.

« Mio caro... »
Sibilò Mori con un sorriso contorto, inginocchiato a terra.
Teneva una mano sopra la ferita profonda che aveva sulla coscia. Fukuzawa gli aveva piantato il coltello molto in profondità, e avendo estratto la lama, del numeroso sangue usciva a cascata dal taglio.

« Non hai idea... Di quello che hai fatto. »
Gemette il medico, senza smettere di sorridere.

Fukuzawa riuscì a liberare Ranpo. Non aveva idea di come se la stava cavando, ma prese in braccio il corpo del giovane e lo tenne stretto a sé, uscendo di fretta e furia da quella stanza.
Cominciò a percorrere il corridoio a passo veloce, solo una volta si voltò, poi continuò ad andare avanti.

Il fiato di Ranpo era delicato sul suo collo.

L'assassino si nascose immediatamente in una cella vuota quando sentì le due guardie di prima correre lì, lo sorpassarono - concentrate a raggiungere la stanza delle torture -, entrarono di fretta e furia nella stanza dove c'era Mori dolorante, e quando la via fu libera, salì immediatamente al piano superiore.

La prima meta che gli venne in mente era andare dritto in infermeria, così fece, e a sua fortuna non era chiusa a chiave - come al solito -.
Sapeva d'altronde che non c'era nessuno.
Posò Ranpo sul lettino di metallo e quando le mani furono libere da tutto quel peso, tornarono instabili e tremanti.

Fukuzawa non aveva mai curato qualcuno, solo se stesso se finiva ferito in una missione del governo.

Le ferite del giovane non erano molto profonde, ma molto numerose e perdeva fin troppo sangue per essere ritenuto salvabile.
Le guardie avevano calcolato male come tenerlo in vita fino al giorno dopo, se Fukuchi doveva interrogarlo al posto loro.

Non era possibile che il direttore di quel posto, nonché il migliore amico d'infanzia di Fukuzawa, permettesse tutto questo.

L'assassino era certo di conoscere Fukuchi, era sempre stato un uomo buono e giusto, non avrebbe mai fatto male a qualcuno senza motivo. Ma ora non riusciva più a vedere quella persona che lui conosceva da sempre.

Fukuchi aveva tradito la sua fiducia, quella notte.

Fukuzawa cercò di provare almeno a disinfettare e pulire le ferite di Ranpo, ma non riusciva a reggere nessun oggetto in quel momento. Tutto gli scivolava via dalle dita.

« Ranpo, resta sveglio. »
Ordinò l'uomo al ragazzo.

Il corvino aveva gli occhi chiusi e bisbigliava parole sconnesse tra sé se.

Fukuzawa gli diede uno schiaffo.
« Ranpo! »

L'uomo non riuscì a vedere gli occhi verde smeraldo del giovane aprirsi.
Delle guardie lo presero di soprassalto da dietro e altre corsero in soccorso del ragazzo, comprendo la visuale all'assassino di cosa stava succedendo a Ranpo.
Fukuzawa era forte, in quattro dovettero bloccarlo e trascinarlo fuori da quella stanza. Per disorientarlo dovettero bendarlo al volo e imbavagliarlo per evitare che urlasse.

Intruder [BSD - FukuMori]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora