Il medico dell'infermeria aveva curato con molta fretta i polsi quasi distrutti del suo nuovo paziente. Gli passò rapidamente dell'acqua ossigenata e di occupò del bendaggio in modo sbrigativo, per poi cacciarlo visto che non faceva che lamentarsi di avere molto da fare e tanti altri pazienti di cui occuparsi, che stavano peggio del nuovo arrivato.Appena se ne andarono, l'assassino notò con la coda dell'occhio il medico prendere al volo il suo cruciverba.
Le guardie non si preoccuparono se Fukuzawa continuava a perdere sangue e a sporcarsi le maniche, lo accompagnarono fino alla sua nuova stanza, al primo piano.
Pochi passi e si ritrovarono davanti la porta, coperta prima dalle sbarre che le guardie aprirono per raggiungere la maniglia. Sopra c'era inciso il numero "centoquattro", esattamente lo stesso numero cucito sulla sua camicia e la felpa che stringeva al petto.Per lui non era un problema essere visto come un numero, all'interno di quelle mura: era abituato.
Inoltre non era così sentimentale da rivendicare il suo nome. Trovava segretamente solo buffo di essere passato dal lato opposto di quella che era la sua vita.
Quando il governo gli dava una nuova vittima da mietere, riceveva fascicoli con nomi e volti, ma lui identificava il povero sciagurato sempre con il numero che c'era scritto in cima alla pagina, per memorizzare e identificare la sua preda."Oggi morirà il cinque."
Pensava appena si svegliava la mattina.
"Domani il settanta."
Una volta che la porta fu aperta, Fukuzawa entrò nella sua stanza, più simile ad una cella per via delle sbarre davanti la porta e sull'unica finestra. Sotto essa c'era un termosifone, al centro della stanza c'era un letto abbastanza largo con un comodino al suo fianco sinistro, un armadio vecchio e un'altra piccola stanza per il bagno.
Nonostante ciò, non era male, di luce ne entrava in abbondanza.
L'argentato fu certo che Fukuchi gli avesse dato la camera più accogliente di tutto il maniero.- Il coprifuoco è alle ventidue. -
Disse la guardia che l'aveva portato fin lì.Fukuzawa posò la sua roba sul letto e gli si avvicinò, per sentire.
- Solo noi abbiamo le chiavi, quindi se vorrai riposare o stare qui tutta la giornata, credo correrai il rischio che qualcuno entri. Ma non preoccuparti, in fondo al corridoio c'è una guardia per accertarsi che non accada.
Rispetta gli orari dei pasti, facciamo la conta in mensa. Non portarti dietro alcun utensile, verrà immediatamente notato. -La guardia non fece conto se Fukuzawa lo stesse ascoltando o meno. Gli lasciò solo alcune carte, in modo che continuasse a scoprire da sé cosa poteva e non poteva fare.
- Gli orari per le mie visite mediche? -
Domandò l'argentato, calmo.La guardia lo osservò divertito e confuso, esordendo con un ghigno: -Sogni in grande. -
Nel corridoio dominava il silenzio.
Fukuchi aveva avuto anche la premura di metterlo in un piano dell'edificio con i soggetti meno pericolosi. A quanto pare, il suo amico temeva così tanto per la sua vita, nonostante era proprio Fukuzawa a essere un assassino spietato e a sangue freddo. Aveva il privilegio di avere meno controlli severi, e di questo doveva lamentarsene. Anche se il direttore era suo amico, la legge era uguale per tutti.
Tutti gli uomini sono uguali.
Quando la guardia chiuse la porta, Fukuzawa iniziò a mettere in ordine tutto ciò che aveva.
Non si poteva nascondere che fece una gran fatica a svolgere tutte quelle semplici mansioni.
Gli oggetti gli scivolarono via dalle mani numerose volte, dovette piegarsi per riprenderle, sfruttando anche la bocca per afferrare e tenere saldamente le cose.
I vestiti e la coperta, ormai stropicciati, si ritrovò a impegnarsi molto di più per ripiegarli, ma senza successo.Fukuzawa, avvolto dalla rabbia, alla fine buttò via le cose da terra e le ignorò.
Dopo aver recuperato la calma, cercò di allenarsi con la mano destra, provando a tenere saldamente lo spazzolino.
Doveva pur almeno lavarsi i denti, no?Inutile, ogni volta che ci provava, questo gli cadeva sempre nel lavandino.
Alla fine, l'uomo si ritrovò addormentato sul letto, stremato, senza essersi occupato di coprirsi.
In verità, quando si era steso sul letto si era promesso che avrebbe solo riposato gli occhi per cinque minuti. Invece si era ritrovato avvolto nel buio e nella pace per delle abbondanti ore.Era stata una giornata lunga, il viaggio dall'ospedale di Yokohama fino al centro di riabilitazione del governo, era stato eterno, con la partenza che si era tenuta poco dopo la mezzanotte.
Per quelli che per lui erano sembrati pochi istanti, i suoi occhi si aprirono quando sentì qualcuno coprirlo fino alle spalle.
Fukuzawa saettò, dimenticandosi che non aveva nessuna spada allacciata alla sua vita. L'unica cosa che potè fare, era stata quella di voltarsi per vedere chi fosse entrato nella sua stanza e spostarsi più alla punta del letto.
Il suo sguardo spietato incrociò gli occhi semichiusi di un ragazzino con i capelli neri.
- Rilassati, ti stavo solo coprendo. -
Disse in sua difesa lo sconosciuto, sulla sua camicia c'era cucito il numero "ottantuno".Fukuzawa non sapeva se essere più confuso all'idea che qualcuno fosse entrato nella sua stanza per rivolgergli la sua premura, o che un bambino si trovasse in un posto del genere.
- Come hai fatto a entrare? -
- Beh, nessuno ha una chiave personale. E la guardia in fondo al corridoio stava dormendo. Non sono così tanto affidabili gli animatori di questo postaccio. -
Sorrise il corvino.L'uomo non sapeva cosa rispondergli, si mise seduto, cauto. Non si preoccupò nemmeno se il minore fosse un ladruncolo, d'altronde non aveva nulla di prezioso se non solo uno spazzolino, del dentifricio e il sapone.
- E perché sei entrato? -
- Per vedere il nuovo arrivato, mi pare ovvio. -
Borbottò il ragazzino, scoraggiato. Era capace di far sentire stupido chiunque, nonostante le sue risposte erano così semplici e genuine.- Sono Ranpo Edogawa. La mia stanza si trova precisamente vicino la scrivania della guardia. -
Fukuzawa rimase in silenzio, Ranpo pure, aspettando.
Tra i due calò un silenzio imbarazzante, finché il corvino non parlò ancora.
- Mica posso chiamarti "Centoquattro", qual è il tuo nome? -
L'uomo esitò un momento, poi rispose. Non aveva nulla da nascondere.
- Fukuzawa Yukichi. -
- Bene. -
Sorrise Ranpo.
- Ti eri addormentato così profondamente, che ho pensato di fare le presentazioni più tardi e hai saltato il pranzo. Ma sei scattato appena ti ho messo la coperta sulle spalle, quindi direi che è il momento di farti fare un giro del posto. So tutto quel che c'è da sapere, sono la migliore guida che tu possa mai avere. -Il corvino non pensò prima di agire, afferrò la mano dell'uomo per tirarlo su, ma questo si ritrasse immediatamente dopo, nascondendo una smorfia di dolore.
Fukuzawa si guardò la mano che riprese a tremare, incontrollata.
Prima che Ranpo potesse dire qualcosa, l'argentato si alzò dal letto, mettendosi rapidamente la felpa e affondò le mani nelle tasche di essa.
- Andiamo, non ho più sonno. -
Mormorò frettolosamente l'uomo.Il corvino lo seguì fino fuori la sua stanza.
È vero, la guardia stava dormendo con una rivista poco consona sulla faccia. Fukuzawa sospirò e in silenzio seguì il ragazzino.
STAI LEGGENDO
Intruder [BSD - FukuMori]
FanfictionFukuzawa è uno dei più stimati sicari del governo giapponese, fino a quando un incidente gli ha fatto perdere l'uso delle mani, rendendolo incapace di reggere la sua fidata katana. Il governo, trovandolo adesso inutile e solo un peso da mantenere...