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« Mio caro... »
Bisbigliò Mori, nel sonno, strisciando sotto le lenzuola verso il corpo nudo del suo amato paziente, avvolgendogli le braccia attorno la vita e affondando il viso sulla sua schiena bollente.

Fukuzawa, rabbrividì, appena sentì il fiato caldo dall'altro sulla propria pelle.

Da quando i due si erano scambiati il primo bacio, erano passati solo - circa - quattro mesi.
Non potevano nemmeno definirsi una coppia, o che stessero avendo una relazione ufficiale.
Almeno, così era convinto Fukuzawa. Per lui si stavano solo scambiando lo stesso letto in intimità, usufruendo della disponibilità dell'altro e consapevole che appena avrebbe messo in chiaro le idee su come sconfiggere Fukuchi e riprendere in mano la propria vita - nel modo più giusto possibile, stavolta -, se ne sarebbe andato.

Quel momento, era arrivato.

L'argentato aveva ideato un ottimo piano per averla vinta contro il governo e le ingiustizie che aveva subito, senza dover aver bisogno di fare affidamento solo sulle proprie mani, ormai del tutto andate.
Si, comunque, grazie a Mori aveva avuto modo di imparare di nuovo ad afferrare una penna, a mangiare senza far tremare troppo le posate e a essere indipendente sulla propria igiene. Era capace di poter riprendere in mano la propria vita come una persona normale, libera, seppur solo in maniera tranquilla e senza katana.

Ovviamente, sentiva il cuore stringersi ogni volta quando ricordava che non avrebbe mai più impugnato il manico della sua migliore alleata. I suoi tempi gloriosi da abile spadaccino erano giunti al termine.

Fukuzawa osservava in silenzio in avanti, con lo sguardo vuoto, perso tra i pensieri. Non fece nemmeno caso, quando l'altro cominciò a tracciargli la schiena di piccoli baci, fino alla nuca e avvicinando le labbra all'orecchio, leccandolo.

Mori continuò, nella speranza di ricevere una piccola reazione, ma non ottenne nulla.
Lui sapeva benissimo, che prima o poi l'uomo che amava tanto, se ne sarebbe andato.
Solo che sperava il più tardi possibile... O forse mai.
Magari, Fukuzawa avrebbe cambiato idea.

« Sei avvolto tra i tuoi pensieri, più del solito. »
Fece presente il corvino, posando il mento sulla spalla del maggiore, strisciando le mani sul suo petto, tracciandoci degli invisibili disegni con i polpastrelli.

Fukuzawa esitò un momento, portò una delle sue fragili mani su quella sinistra di Mori, stringendola debolmente.
« Io credo... Sia arrivato il momento. »
Bisbigliò distrattamente.

Al medico sfuggì un sussulto.
« Di già? »

L'assassino scivolò via dalla presa del più piccolo, sedendosi sul bordo del letto e passandosi una mano tra i capelli d'argento. Erano cresciuti, forse avrebbe dovuto tagliarli, o lasciarli così.
Mori diceva sempre che amava la morbidezza dei suoi capelli, e che un taglio lungo gli sarebbe donato, dandogli un'aria forse un po' più selvaggia e affascinante.

Fukuzawa, rapidamente, cominciò a vestirsi, parlando calmo e concentrato a osservare ciò che afferrava e indossava:
« Ho tutto sotto controllo, adesso. Se aspetterò ancora a lungo, non avrei le stesse possibilità di vincere come adesso.
Devo evitare che Fukuchi salga di carisma, e che a Ranpo succeda dell'altro. Molte cose potrebbero cambiare, se aspetto ancora, e dovrei di nuovo ricominciare i miei piani... »

Il corvino non disse nulla, osservava l'altro, con gli occhi sbarrati e il fiato morto in gola.
Avrebbe giurato, che se avesse parlato, si sarebbe messo a balbettare per come gli doleva la gola a causa di un nodo che gli si era formato all'interno. Forse, avrebbe anche pianto.
Si sentiva patetico, impotente e fragile... Una sensazione umiliante che non aveva mai dovuto subire fino ad ora.
A causa di un uomo, che amava.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 19, 2024 ⏰

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