Capitolo 34

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Se avessero preso Noah?
Questo spiegherebbe perché non è più tornato. Probabilmente non saprò mai cosa gli è capitato e il pensiero mi uccide.

“Prima hai detto che ci sono delle caratteristiche fisiche che cercano, quali sono?” Mi sistemo meglio sul divano e Balto mi sale in braccio.
“Non lo so. Non pensarci troppo ok? Siamo al sicuro qui” Cerca di tranquillizzarmi Luke.

Ethan è andato subito nello studio, ormai se siamo a casa non lo vedo quasi mai, solo la notte. Eppure una minuscola parte di me in questo momento non fa che ripetermi che stavolta si è rinchiuso lì dentro per evitare altre domande. Ma suona estremamente ridicolo e così smetto di pensarci.

“Credi che riusciranno veramente a trovare un antidoto?” Chiedo guardando dritta davanti a me.
So che è tremendamente egoistico, ma tutto quello a cui riesco a pensare è l’antidoto. Non a come maltrattano le persone o ovunque sia il posto in cui li portano, e di certo non all’inganno con cui catturano la gente condannandola a morte.

Ci sono delle persone immuni.
È possibile trovare un antidoto.

Penso a mia madre, trasformata, e a come invece se fosse immune, o se avessimo un antidoto, lei sarebbe ancora qui con me.

Luke sospira appoggiandosi allo schienale della poltrona, di solito non si siederebbe mai sul divano accanto a Balto, è terrorizzato anche se la maggior parte delle volte cerca di nasconderlo.

“No, non credo” Posa la rivista che stava guardando sul tavolino “Cos’hai?” Mi domanda.

Non so se voglio dirglielo, è strano confidarmi con Luke, di solito lui è la persona che mi tira su il morale, però lo fa senza chiedere spiegazioni, senza confidenze e pacche sulle spalle di consolazione. Fa qualche stupida battuta o mi prende in giro per qualche motivo e finisce lì. E mi va bene così. Non sempre voglio dire cosa mi passa per la testa, non sempre voglio essere rassicurata, a volte voglio dimenticare, pensare ad altro.

Ma non oggi, non credo che ci riuscirei in ogni caso. Forse è per questo, o per la sorpresa che si sia interessato, che glielo dico “Ho paura che possano aver preso mio fratello”
“Noah?” Annuisco “E’ uscito due mesi fa per andare a cercare delle provviste e non è più tornato, forse è per questo motivo” è la prima volta che dico ad alta voce cosa gli è capitato.

“Può darsi” Mi asseconda lui. Aggrotto le sopracciglia “Grazie Luke ora mi sento meglio” Dico sarcastica. Alza gli occhi al cielo “Che senso ha mentirti? Ethan non vuole ferirti o scioccarti, ma io lo dicevo che dovevamo spiegartelo subito....” Si interrompe, rendendosi conto che non avrebbe dovuto dirlo. “E che diritto ha Ethan di decidere cosa è meglio per me?” Dico improvvisamente irritata.

Sono stanca di restare all’oscuro, ho vissuto gli ultimi mesi senza sapere un bel niente riguardo a quello che stava succedendo all’esterno e credevo che fosse così per tutti “Non voleva farti arrabbiare, te lo avrebbe spiegato prima o poi ma non voleva correre troppo” Prima o poi.

“Perché continui a parlare come se decidesse tutto lui?” Si passa le mani sulla faccia “Eravamo tutti d’accordo” Lo osservo cercando di trovare il segnale che stia mentendo, ma la sua espressione è impassibile.

“C’è qualcos’altro che dovrei sapere?” Fa per rispondere ma Josh entra nella stanza interrompendolo “Avete visto Eric?” Scuoto la testa “Sparisce tutte le volte che deve lavare i piatti” Si lamenta esasperato “Stasera quando apparecchi a lui dai un piatto sporco” Suggerisce Luke facendomi sorridere “Certo, non vedo l’ora di farmi uccidere da Eric” Risponde Josh ridendo.

Ho sempre dato per scontato che si comportasse in modo scontroso solo con me ma ora che ci penso non l’ho mai visto essere particolarmente gentile nemmeno con loro. Ma si vogliono bene, persino Eric gliene vuole, è l’unico sentimento che non riesce a nascondere.

Come avendo sentito che stavamo parlando di lui, Eric entra nella stanza “Siete già tornati?” Parla a plurale ma guarda solo Luke, nemmeno ci provo a rispondere, mi ignorerebbe, sono giorni che fa così.
“Si” Dice Luke. Sembra abbastanza divertito dalla situazione.

“Voleva darti il piatto sporco a cena” Dico allora ridendo.
Luke mi fulmina con lo sguardo, così vediamo se la smette di ridere di me, gli faccio la linguaccia. Eric guarda Luke in cagnesco, ah quindi questo l’hai sentito!

“Ma no non ascoltarla, Stavo solo scherzando” Sorride cercando di essere credibile.
Eric esce dalla stanza senza dire una parola “Dove vai?” Gli urla dietro Luke, preoccupato “Nella tua stanza!” Grida Eric di rimando. Luke salta in piedi e gli corre dietro “No! Non puoi rompere di nuovo il mio aereo! L’ho appena riparato!” Sento dalle scale.
Guardo Josh trattenendo una risata “Aereo?” Inclino la testa divertita “E’ da collezione” Spiega lui sorridendo.

Nella stanza cala il silenzio, nessuno di noi è particolarmente loquace, e non è che abbiamo chissà quanta confidenza, più che altro ci limitiamo a fare le nostre cose in silenzio; io leggo sulla poltrona mentre lui gioca con le carte esercitandosi in qualche trucco che ha trovato in uno dei suoi libri, poi me lo fa vedere quando lo ha imparato. Mi piace stare in sua compagnia, ma non si può dire che abbiamo molte cose in comune.
“Monopoly?” Chiede poi.

Giochiamo fino all’ora di cena, ma nessuno di noi mangia molto e Ethan è ancora nello studio.

Quando gli altri vanno a dormire io resto in cucina, non voglio dormire in ogni caso. Nella mia testa continuano a susseguirsi immagini di Noah attaccato a qualche strano macchinario mentre fanno degli esperimenti su di lui per capire se è immune. Non la voglio un’altra versione del mio incubo, quindi resto sveglia.
Leggo per un po’, poi mi viene un’idea.

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fatemi sapere cosa ne pensate

-emme <3

L'inizio della fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora