Capitolo 40

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Ethan parcheggia, lui e Luke scendono dalla macchina e vanno verso la porta.
Io devo aspettare qualche secondo per essere certa che riuscirò a tenermi in piedi.
“Davvero non lo vedi da due mesi?” Al momento sono ancora abbastanza scossa e confusa, perciò la sua domanda mi sembra alquanto stupida e sono quasi tentata di rispondergli male. Faccio un respiro profondo annuendo.
“Cosa hai fatto in tutto questo tempo?” Chiede mentre scendiamo dall’auto.
So che non è sua intenzione, ma continua a farmi domande alle quali non voglio rispondere. Cosa dovrei dirgli? Di come ero terrorizzata di lasciare casa mia? Di come mi è bastato un giorno solo all’esterno per farmi aggredire e circondare? È già abbastanza patetico senza spiegare tutto ad alta voce.
“Sono stata fortunata ad incontrare Ethan e Luke” Dico invece mentre apro la porta “Lily, se vuoi parlare lo sai che…” Lo interrompo “E’ tutto ok” Mento.
“Quando la smetterete di portare gente dentro casa?” Sento le grida di Eric prima ancora di vederlo, esce dalla cucina a passo spedito e si concede solo il tempo di fulminarmi con lo sguardo prima di andare al piano di sopra “Ignoralo” Dico a Carter.
Ethan e Luke sono in cucina “Quindi quali sono i tuoi piani ora?” Chiede Ethan guardando Carter. Sono le prime parole che dice da quando abbiamo lasciato casa mia “Non lo so, ero andato da Lily per restare momentaneamente lì, le cose in centro non sono messe bene, non si trova più nulla”.
Sono stata così concentrata su me stessa che non ho minimamente pensato a lui o alla sua famiglia, e all’improvviso il senso di colpa mi divora “Carter ma i tuoi genitori? Sono....” mi interrompo senza avere il coraggio di terminare la frase “Non importa” Dice lui. Non vuole parlarne e non insisto, lo capisco “Mi dispiace” Sorride leggermente.
In cucina scende di nuovo il silenzio “Che ne dite di mangiare qualcosa?” Propone Luke cercando di sciogliere il ghiaccio.
Ormai non dovrei più sorprendermi della cosa, ma stavolta il fatto che Ethan si è chiuso nello studio ha un significato diverso. È diventato freddo e distaccato da quando abbiamo incontrato Carter e non capisco perché. Le uniche cose che ha detto sono state che forse dovremmo pensare a riposarci e che domani capiremo cosa fare. Come se stessimo parlando di come sbarazzarci di uno zombie, come se Carter fosse un problema da risolvere.
Credevo che fosse scontato che sarebbe potuto restare fino a quando ne avesse avuto bisogno, ma evidentemente non è così. E non riesco a capire se mi sto comportando ancora una volta da egoista senza pensare che non sono l’unica persona che abita qui, o se sono gli altri il problema.
Quando Ethan e Luke mi hanno portato qui hanno quasi insistito perché io rimanessi, ora invece a malapena mi parlano.
Luke è rimasto a appena il tempo di mangiare un po’ e poi è andato a cercare Josh, a quanto dice.
Probabilmente sono chiusi in una camera a decidere come sfrattare Carter.
Si preoccupano dei posti per dormire? Visto che non sa dove andare non credo che Carter si lamenterà del divano, nessuno ha detto che sarebbe stata una cosa permanente. Ma se anche fosse? Non erano loro a parlare di come bisogna restare uniti?
Ha bisogno di un posto dove stare, e io voglio aiutarlo. Forse non siamo stati grandi amici, ma lui è sempre stato presente per Noah, passava quasi più tempo a casa nostra che nella sua.
“Non ha detto nulla su dove stava andando vero?” Scuote la testa. Siamo ancora in cucina, continuo a fargli domande su Noah, come se questo bastasse a farmi capire dove trovarlo.
“Vuoi cercarlo” Dice guardandomi. Non è una domanda.
“No, voglio trovarlo. Voglio capire perché non è tornato, cosa ha fatto in questo tempo, dove è stato…” Abbasso lo sguardo sulla confezione della merendina di Luke con cui sto giocando da un po’. La speranza si è trasformata in sconforto, come faccio a trovarlo quando tutti gli indizi che ho sono la sua posizione una settimana fa e il fatto che sembrasse andare di fretta?
“Come?” Chiede preoccupato “Non ne ho idea”.
Sembra rifletterci un momento, come se non fosse totalmente convinto di quello che ho detto. So che è una missione praticamente impossibile, ma io devo almeno provarci.
“Vengo con te” Dice infine, alzo la testa incontrando il suo sguardo e non posso fare a meno di chiedermi.... “Perché?” Fa un’alzata di spalle “Noah non mi perdonerebbe mai sapendo che ti ho lasciata andare a cercarlo facendoti rischiare la vita” Alzo un sopracciglio, peccato che Noah, caro Carter, a quanto pare in questi due mesi si è completamente dimenticato di me “E poi....avrei dovuto fermarlo, farmi spiegare, forse ora potrei esserti d’aiuto” La sua voce si affievolisce “Ah quindi vuoi venire solo perché ti senti in colpa” Scherzo io “Tu pensalo come un gesto altruista” Ribatte facendomi sorridere.
In mezzo a tutto questo disastro, almeno Carter è rimasto....Carter.
“Lily” Inizia titubante, io lo guardo interrogativa, incitandolo ad andare avanti “Hai veramente passato tutto questo tempo da sola con quegli sconosciuti?” Domanda improvvisamente allarmato. Questa domanda mi irrita, anche se forse, se non tenessi così tanto a loro, riuscirei a trovare la sua preoccupazione sensata.
“Non sono sconosciuti” Dico però con un tono più sostenuto di quello che intendevo usare, respiro lentamente cercando di darmi una calmata “Ma lo erano quando vi siete incontrati” Insiste lui.
Sospiro “Tu non capisci Carter, mi hanno salvata, sono brave persone. Non farebbero del male ad una mosca, sono stati come una famiglia quando non avevo più nessuno” Parlo in modo concitato, e forse è questo a non farlo insistere.
“Sono solo preoccupato per te” Si limita a dire. Vorrei chiedergli il perché, non abbiamo mai avuto un rapporto all’infuori del “ciao” quando arrivava e se andava da casa mia. Era amico di Noah, non mio. Ma poi mi costringo a non essere ancora più acida di quanto non sia stata fino ad ora. Suppongo che in fondo possa aver senso che si preoccupi, in ogni caso ci conosciamo da una vita, ed era ilo migliore amico di mio fratello…
“Non hai nulla di cui preoccuparti” Insisto io, cercando di sfoderare l’espressione più rassicurante del mio repertorio “D’accordo” Si arrende lui accennando un sorriso. Ma non so fino a che punto sia convinto.

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stavo pensando di creare i personaggi con l'intelligenza artificiale per vedere che aspetto avrebbero

-emme <3

L'inizio della fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora