IV - Basta così

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Cerco di fermarlo con tutte le mie forze, lo tiro per il braccio, per la maglietta, arrivo al punto di cadere per terra, con le ginocchia sull'asfalto ruvido, e solo allora sembra fermarsi

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Cerco di fermarlo con tutte le mie forze, lo tiro per il braccio, per la maglietta, arrivo al punto di cadere per terra, con le ginocchia sull'asfalto ruvido, e solo allora sembra fermarsi. Mi osserva, è preoccupato ma non vuole ammetterlo, adesso la sua mente è lontana, i suoi muscoli sono avvolti dal nervosismo e persino porgermi la mano sembra essere una questione d'onore per lui.

Non esattamente per la paura di essere visti, quanto perché non vuole mostrarmi come la sua rabbia possa affievolirsi in una situazione del genere.

Mi sono graffiata la mano, e anche le gambe. Rimango seduta per terra nonostante i pantaloncini così corti da poter toccare terra col fondoschiena, sono semplicemente stanca. Dopo che Elia ha accompagnato Sara a scuolaguida è subito corso da me, ha detto che dobbiamo vedere Leonardo e Denny, ma... questo non sarà possibile, io non lo permetterò.

Se le cose dovessero andare male e i due decidessero di dire tutto a Sara, per me sarebbe la fine. Non posso vivere così, non posso sopportarlo, per quanto egoista e schifoso sia da parte mia, non ho intenzione di distruggere la fiducia di mia sorella.

Elia mi si avvicina, mi porge la mano con gli occhi languidi. Il desiderio di stringerlo forte al mio petto è grande, immenso, ma posso solo sfiorargli modestamente la mano, in pubblico, sempre che qualcuno non abbia visto la scenata di prima.

Denny ha detto ad Elia che avrebbe voluto parlargli, con me preferibilmente, ma lui non vuole che vada anch'io, soprattutto, non vuole essere limitato da me. Quando mi aiuta a sollevarmi ci guardiamo con imbarazzo e paura, poi distogliamo entrambi lo sguardo.

"Vattene a casa." Mi dice, con un filo di voce.
"No, vattene tu."
"Non è che forse – sembra scattare contro di me, poi abbassando i toni – questa situazione ti piace?"
"Pensi davvero che non preferirei questo a farle sapere tutta la verità?"
Non risponde subito, prima si concede un lungo sospiro. "Non puoi proteggerla per sempre, da questo."
Stringo i pugni, ferita. "Posso fare..."
"Cosa puoi fare?!" Sbotta lui, ridendo nervoso.

Basta un secondo prima che i miei occhi si riempiano di lacrime. Forse ha ragione, non c'è soluzione se non dire subito la verità e poi sparire per sempre dalla sua vita... immagino che abbia ragione, ma potrei sostenere questo? Potrei sostenere l'odio di Sara, il disprezzo di mia madre e del resto della famiglia? Come potrei sopportarlo? Con l'aiuto di Elia? No, è impossibile.

Mentre lo guardo negli occhi, mentre scorgo la sua espressione ferita vedendomi in lacrime, mi mordo il labbro pensando che non importa come andranno le cose, che lo tenga nascosto o dica la verità, non c'è possibilità per noi due di volersi bene in modo normale. Solo una stolta penserebbe a questo, eppure, io una stolta devo esserlo per forza visto dove mi sono spinta.

Per qualche bacio rubato, per un po' di tenerezza che non ho saputo cercare altrove. La colpa è tutta mia.

"Vattene." Mi ripete, dandomi le spalle.
"Cosa farai? Li piccherai e loro diranno tutto a Sara?"
"Forse. – Risponde. – La seconda parte è probabile, la prima è certa."
"Solo io posso parlare con loro, non lo capisci? Ogni volta che hai reagito le conseguenze sono state peggiori. Ma poi, mi spieghi perché se la stanno prendendo con te? Cosa gli hai fatto?"
"Stupida – si volta, sorpreso – sarei io la vittima?"

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