Capitolo 26

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Tighnari pov

Mi sveglio con un lieve mal di testa. Apro gli occhi guardando il soffitto.

La mia testa è ancora confusa da un sogno strano che ho fatto sta notte. Sento che mi devo stiracchiare.

Mi guardo in giro per vedere dove sono.

Oddio, sono in camera di Cyno. Ma perché sono da lui?

Guardo i miei vestiti e noto che non ho il pigiama.

Realizzo cosa è successo ieri sera.

Oh mio Dio.

Mi sale il batticuore.

Mi alzo spaventato seduto. Cyno non è nel letto.

Forse si è già alzato?

Mi strofino gli occhi e mi ricordo di tutta la serata di ieri.

Voglio assolutamente vederlo.

Mi alzo stiracchiandomi ed esco dalla stanza cercandolo. La casa è silenziosissima.

Arrivo in cucina e lo vedo seduto accanto alla finestra a fumare.

Ha i pantaloni di ieri, ma si è cambiato il pezzo sopra mettendosi una felpa rossa. Il suo sguardo è volto verso il giardino che c'è fuori.

Sorrido e mi si riscalda il cuore.

È bellissimo.

Dalla finestra esce una bella aria fresca.

Mi nota e mi fa un cenno con la testa.

"Buongiorno" dico sorridendo.

Gira la testa tornando alla posizione di prima.

Non dico nulla imbarazzato.

Cavolo, è davvero imbarazzante. Soprattutto dopo quello che abbiamo fatto ieri sera.

Rimango in piedi a guardarlo.

Dopo un po' finisce la sigaretta e la butta fuori.

"Stamattina devo andare a fare una commissione. Devo uscire tra circa venti minuti" si allunga a prendere il suo cellulare.

"Oh, okay. Allora esco tra poco anche io" dico triste.

Volevo stare ancora un po' di più con lui.

Sta al telefono senza dire una parola.

I suoi occhi sembrano spenti. Non hanno nessun colore.

Sento una leggera ansia salire.

Che cos'è questa atmosfera? È completamente diversa da quella di ieri sera. Non mi piace.

Non so cosa fare. Sono in piedi a guardarlo mentre sta al telefono.

Merda, perché è così imbarazzante?

Decido di iniziare a mettermi le scarpe.

Ho un pensiero in testa che non riesco a smettere di togliermi. Lo ignoro.

Cyno non lo farebbe mai.

Dopo essermi messo le scarpe, torno da lui e mi siedo sul tavolo.

"Esco adesso" si alza mettendo il telefono in tasca e mi passa accanto.

Mi arriva sul viso un leggero venticello che trasporta il suo profumo.

Mi batte forte il cuore per l'ansia.

Perché fa così?

Perché non è come ieri sera?

Scendo dal tavolo triste.

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