3. Ancora lui

115 36 42
                                    

EVELYNE'S POV

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

EVELYNE'S POV

La sera precedente io e mia sorella tornammo a casa giusto in tempo per la cena.

Mamma rimase sorpresa dal fatto che acquistai un tubino, disse che probabilmente sarà stata l'atmosfera milanese a influenzarmi.

Il resto degli acquisti furono essenziali.
Comprai cose che dimenticai di portare da New York, per esempio piastra e phon, delle semplicissime ciabatte e, sotto ordine di Bianca, una palette di ombretti colorati, cosa assolutamente nuova per me.
Mi disse che una palette sarebbe servita sempre e per questo motivo mi obbligò a comprarla.

Sinclaire Fam

Papi: Eve e Bia, tra 5 minuti scendete,
           vi stiamo già aspettando.

Io: okay

Bianca: ricevuto

Presi la prima felpa che mi capitò alla mano, legai i capelli con il mio solito mollettone, recuperai il telefono, la card e fui pronta per scendere.

Scelsi di mangiare una merendina a base di cioccolato e una spremuta d'arancia.
Saltavo sempre la colazione, però dovevo imparare a togliermi quella brutta abitudine non mancandola più.

Rimasi a guardare silenziosamente la mia famiglia, non era nostro solito riunirci a tavola per mangiare tutti insieme di mattina.  Mi faceva strano.

«Evelyne, mi ha contattata la segreteria della scuola.» Annunciò mia mamma rompendo il silenzio.

«Mh.» Mormorai masticando. «E?»

«Oggi pomeriggio devi andare a compilare il foglio con le classi che vorresti frequentare.» Mi spiegò.

«Certo. Chi mi accompagna?» Chiesi loro.

«Io e la mamma dobbiamo andare a fare delle faccende per la Sinclaire&Co, quindi non riusciamo, ci dispiace.» Comunicò mio padre.

La Sinclaire&Co, l'azienda di famiglia, fu la ragione per cui ci trasferimmo nuovamente a Milano.
Per un motivo a me ignoto, era stato necessario spostare la sua sede.

Nella mia vita mi trasferii due volte, contando anche quella tre.

Nacqui negli Stati Uniti e vissi in Italia fino a quando avevo 9 anni.
Ci trasferimmo poi a New York, perché papà era americano, mentre mamma era di Milano.

«Va bene, nessun problema. Bianca allora vieni tu con me?» Le domandai.

«Scusa, ma devo guardare i corsi dell'università.» Mi rispose.

Fated MatesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora