11. Opportunità

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EVELYNE'S POV

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EVELYNE'S POV

Allungai la mano verso il comodino cercando di riuscire a trovare il mio telefono, ma feci fatica per il buio.
Di solito tenevo l'abat jour acceso durante la notte, però in quel momento non lo era, immotivatamente.

Afferrai il cellulare e accesi lo schermo per controllare l'ora: erano solo le 4:35, era ancora presto.
Sembrava fosse passata un eternità, in realtà non erano nemmeno trascorse 3 ore da quando ero andata a dormire.

Mi girai e rigirai nelle lenzuola per cercare di addormentarmi nuovamente, senza però trovare una posizione comoda.
Il mio tentativo di dormire un altro po' fallì miseramente.

Ormai il sonno lo persi, ma d'altro canto non volevo ancora alzarmi dal letto.
Per far passare la noia guardai Netflix, così recuperai il mio portatile dal cassetto insieme agli auricolari con il filo, poi selezionai 'Gossip Girl' e cliccai su 'play', come di routine.
Avrei potuto guardare gli episodi sulla TV posta davanti a me, ma preferii di no, altrimenti avrei svegliato tutti.

Dopo quaranta minuti abbondanti scostai le coperte di dosso e mi alzai, aprii le ante del balcone per far arieggiare l'ambiente e rimasi qualche secondo a respirare aria fresca fissando il vuoto.

Non avevo gli occhiali o le lenti a contatto, però riuscii a capire che il ragazzo di fronte a me con in mano una sigaretta accesa e una tazzina di caffè fumante era Anderson.

Capii all'istante il motivo per cui la settimana prima si trovava accanto alla mia casa.

Era uno dei miei vicini.

Mi nascosi dietro la tenda non appena si voltò nella mia direzione, ma sbattei il piede contro la scrivania e feci cadere il portapenne.

Io e le figure di merda una cosa sola.

"Fanculo" Imprecai tra me e me, con un lamento di dolore.

Sentii una risata roca da parte sua, ma feci finta di niente e uscii dalla stanza.

La casa era ancora buia, ciò significava che nessuno era ancora sveglio eccetto me.

Percorsi le scale silenziosamente, attenta a non fare casino, poi arrivai in cucina e accesi la macchinetta del caffè.

Quando stavo per raggiungere il tavolo sentii un urlo provenire dalle mie spalle e di conseguenza urlai anche io, versando il cappuccino appena pronto.

Grazie al cielo non avevo macchiato il mio pigiama bianco.

«Mamma perché urli?» Chiesi ancora spaventata.  Ero troppo concentrata a non far fuoriuscire il liquido dai bordi, e invece...

«Non ti avevo vista. Pensavo fosse un ladro.» Disse portandosi la mano al petto.

«Non potevi accendere la luce così mi vedevi?»

«Anche tu potevi accenderla!»

Alzai gli occhi al cielo per non ribattere.

Fated MatesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora