22. Sconosciuta

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CHRISTOPHER'S POV

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CHRISTOPHER'S POV

Il suono delle ante di ferro degli armadietti provocò l'eco nel corridoio vuoto, tutte le persone erano ormai a casa eccetto io e Ares che in quel momento ci stavamo dirigendo nella sala per svolgere il nostro allenamento di basket.

«Ti vedo su un altro pianeta, Cruz. È successo qualcosa?» Gli avevo domandato appena notai un filo di felicità stampato sul suo volto, anche se impercettibile.

«Mm?» Trasalì e ritornò con i piedi per terra da chissà quale mondo si trovasse. «Ho chiesto il motivo per cui sei pensieroso.» Ribadii.

«È che...è da questa mattina che sto cercando di capire come si chiama una ragazza.» Ammise.

Aggrottai la fronte. «Hai già dimenticato Melanie?» Domandai ironicamente e me ne pentii subito.

Melanie è stata, come Yasmine per me, la sua unica fidanzata. Stavano insieme da quando io ne avevo memoria nonostante la loro differenza di età, ma la loro bellissima storia si era conclusa non appena Ares scoprì che veniva tradito.

«Che stai dicendo, Chris? Non è vero. Sai che non potrei mai farlo, anche dopo tutto quello che mi ha fatto e che ho dovuto subire. È stato il mio primo amore, ma non vuol dire che sarà l'unico.»

Ogni volta che veniva menzionata in qualche conversazione, il mio amico diventava triste, ma era abbastanza bravo a nasconderlo. Solo io me ne accorgevo, perciò evitavo sempre di parlare di lei.
Mi sentivo in colpa per averla nominata, mi era sfuggito di mente.

«Qualche minuto prima che suonasse l'ora di biologia l'ho sentita parlare di me con la sua amica, per la precisione del fatto che Hailey mi deve sostituire sempre al lavoro.» Rivelò tutto d'un fiato.
Prese qualche secondo per dare spazio ai suoi pensieri e continuò a parlare. «Le ho ordinato di ripetere e, stranamente, l'ha fatto.»

«Non sei arrabbiato?» Chiesi titubante. «Non sa nemmeno il motivo per cui ti assenti.» Gli feci notare.

«A dire il vero, sono rimasto stupito. Fosse stata qualcun'altra avrebbe probabilmente abbassato la testa e accettato di aver fatto una brutta figura.» Si espose scrollando le spalle.

«Almeno era bella?» Indagai mentre cercavo le  chiavi dello spogliatoio. Mi toccava farlo quando arrivavo in anticipo, ma ogni volta risultava complicato perché il coach trovava di continuo un nuovo nascondiglio.

«Secondo te perché mi interessa il suo nome?» Espresse in maniera ovvia alzando un sopracciglio.

Scoppiai a ridere e continuai con la ricerca del mazzo, che si era rivelata più difficile del previsto. Si stava trasformando in una sorta di caccia al tesoro interminabile. «Ma dove cazzo sta...»Sbuffai per allenire la poca pazienza che mi rimaneva.

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