6. Primo giorno

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EVELYNE'S POV

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EVELYNE'S POV

Osservai la mia figura nello specchio mentre mi stavo passando lo spazzolino sui denti.

Ero in ansia per il primo giorno di scuola, specialmente per i compagni che mi sarei trovata in classe per altri due anni in avanti.

Cercai di non dilungarmi con i pensieri negativi e pettinai i miei capelli castani che mi arrivavano leggermente sotto le spalle, ormai erano ricresciuti da quando li avevo tagliati a inizio estate.

Decisi di passarmi la piastra, anche se sarei morta di caldo.

Ero una persona che curava il suo aspetto, sia fisico che estetico.
Non ero una fissata di make-up, però ci tenevo a rendermi presentabile. Mi piacevo anche da struccata, infatti la maggior parte delle volte restavo senza, ma un po' di trucco non guastava mai. Dunque, misi qualche punto di correttore sotto agli occhi, qualche goccia di illuminante e sfumai sulle labbra una matita.

Poiché non avevo ancora l'uniforme, tirai dalla cabina armadio una maglietta a mezze maniche bianca e un paio di jeans attillati nella parte superiore e che svasavano a fine gamba.

L'avrei dovuta ritirare dalla segreteria scolastica quel giorno stesso e per quel motivo sarei uscita di casa in anticipo.

La sera prima mi ero dimenticata completamente di preparare lo zaino, perciò, prima di scendere al piano inferiore, misi al suo interno l'essenziale:
un quaderno, nel caso avremmo dovuto prendere appunti; un astuccio con qualche penna; una pochette e, per finire, il portafoglio.

Volli bere qualcosa prima di uscire, perciò mi diressi in cucina.

«Buongiorno.» Mi salutò mia mamma appoggiata al piano della cucina mentre beveva la sua dose di caffè quotidiana.

«Ciao, mamma.» La salutai a mia volta.

Mi diressi al frigo per prendere la bottiglia di succo d'arancia.

«Non sei un po' in anticipo?» Domandò mettendo la tazzina nel lavandino per poi lavarla.

«No, devo ritirare la divisa.» La informai.

«Ho capito. Comunque, oggi porto io a scuola.»

«Non devi portare Charlotte all'asilo?» Chiesi.

«Bianca ha detto che ci avrebbe pensato lei. Nick è già al lavoro e non mi resta che portarti io.»

«Okay, va bene.»

Fated MatesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora