10 -Cambiato

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SIMONE

Era passata una settimana, ma ancora non avevo voglia di parlare a Manuel.
Non sapevo perché, ma in quei giorni li stavo trattando davvero male.
Dicevo a lui che mi dava fastidio il suo comportamento e alla fine mi stavo comportando esattamente così.
Ne avevo parlato anche con Mattia, ma lui diceva che facevo bene ad allontanare Manuel.
Secondo lui Manuel non andava bene per me.
Né come amico, né come nient altro.
Non sapevo se fosse solo gelosia o volermi difendere.

"Simone." Alzai lo sguardo verso Mimmo confuso.
"Cosa?" Lui sbuffò alzandosi poi dalla sedia.
"Simò, ma che hai? Stai così da una settimana, che concise perfettamente alla tua lite con Manuel. Smettila di dirmi che va bene così perché non ti credo. Mi stai facendo solo innervosire. Mattia non ti sta facendo del bene. Tu sei cambiato da quando stai con lui...Mi dispiace dirtelo ma tu sei ancora innamorato di Manu-." Lo bloccai senza nemmeno fargli finire la frase e mi alzai che io dalla sedia facendo però rumore.
"Basta, Mimmo. Ma che ne vuoi sapere te? Tu non puoi spare di chi sono innamorato, e certo non è Manuel. Mi hai stancato. Inizia ad intrometterti meno nella mia vita. Ciò che faccio non ti riguarda."
Quelle parole uscirono con troppa freddezza, e io tono che usi tu troppo alto.
Mimmo non mi rispose nemmeno.
Prese le sue cose, e con gli occhi lucidi uscì dalla biblioteca.

Mi passai una mano sul volto senza nemmeno capire il perché avessi reagito così.
Senza accorgermene avevo già allontanato Manuel, e in quel momento stavo allontanando anche Mimmo.

Andai in classe aspettando solo ci fosse la ricreazione per tornare da Mimmo e chiedergli scusa.

Vieni in bagno?
-Mattia

Sto facendo Filosofia.
-Simone

Beh, è tuo padre. Te la può spiegare anche dopo.
-Mattia

No, ascolto ora.
-Simone

Mi stai lasciando da solo? Va bene. Allora a ricreazione non venire da me.
-Mattia

Non ti sto lasciando solo, Matti. Semplicemente ora non posso.
-Simone

Fai come ti pare. Ci vediamo domani.
-Mattia

Sbuffai mettendo il telefono in tasca.
"Simone, tu che ne pensi?" Alzai lo sguardo su mio padre non capendo che intendesse.
"Di cosa?" Lui alzò le spalle per poi sedersi sulla cattedra.
"Non so, pensi sia più importante il tuo telefono che la lezione?" Mi voltai dalla parte opposta e proprio in quel momento la porta si aprì e Manuel faceva il suo ingresso.
L'unico posto libero era accanto a me; quindi si sedette lì.
Provai ad incrociare il suo sguardo ma sembrava non importargli.

Appena la campanella suonò mi alzai dal mio posto e corsi fuori dalla classe per andare in biblioteca.

Subito entrai senza nemmeno bussare.
Mimmo era seduto di spalle alla porta, quindi mi avvicinai.
Appena arrivai dietro di lui posai una mano sulla sua spalla ma lui si alzò di scatto.

"Che vuoi, Simò?" Aveva gli occhi leggermente rossi r dopo avermi parlato si voltò nuovamente.
"Mimmo, mi dispiace per prima..." lui alzò le spalle scuotendo il capo.
"Non ho voglia di parlarti, Simò. Vai via."
Abbassai lo sguardo e feci come mi aveva detto.

Appena uscì dalla biblioteca vidi Manuel.
"Manuel..." mi bloccò con un cenno di mano.
"Non ho voglia di parlarti, Simò."
Aveva detto la stessa identica frase di Mimmo.

Li avevo persi entrambi.
Li avevo persi, ma avevo Mattia.
E allora perché non mi bastava?
Perché sentivo il bisogno di avere Manuel e Mimmo?

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