12 -Ammettere

164 2 0
                                    

MANUEL

Ero appena uscito dalla scuola quando una mano mi prese il polso trascinandomi dietro ad un muro.
Guardai Mimmo stranito e mi liberai dalla sua presa.
"Ma che vuoi pure tu?" Mi fece cenno di abbassare la voce e così feci, poi lui iniziò a parlare.
"Tu sai che ha fatto Mattia oggi a Simone?"
Cosa?
"Che gli ha fatto? Lui non mi parla." Sospirò e si guardò attorno.
"Stavano in biblioteca ed io ero dietro ad uno scaffale per cercare un libro. Ho sentito Simone urlare e Mattia pure. Quando sono tornato c'era Simone che piangeva..."
Gli devi cenno di continuare.
"Arriva al punto Mimmo. Che ha fatto Mattia?" Abbassò lo sguardo e dopo aver preso un respiro profondo mi rispose.
"Gli aveva messo le mani al collo. Non so se lo avesse fatto altre volte..." lo bloccai e subito mi tornarono in mente gli occhi gonfi di Simone e il segno rosso sul suo collo.
"Manuel, fa qualcosa. Io sto già abbastanza nei casini, se faccio ciò che mi verrebbe di fare finirei male. Parla con Mattia ti prego..."
Parlare?
"Parlarci? Ha toccato Simone, secondo te riuscirei a parlarci solo?" Lui scosse il capo.
"No. Manuel, se tieni a Simone parla pure con lui. Per favore."

Ci tenevo eccome.
E solo in quel momento mi resi conto di quanto tenessi più a lui che a tutti gli altri.
Subito mi venne in mente Nina.
Tenevo più a Simone che a Nina.
Che voleva dire?

"Manuel...mi sa che Simone è ancora innamorato di te..." abbassai lo sguardo.
"A quanto pare mi ha dimenticato, Mimmo."
Lui sorrise lievemente.
"A te piace Simone? Non mentirmi. Io ti giuro che non vi sopporto più. Siete palesemente innamorati e fate finta di non esserlo..."
Io annuii lentamente per poi guardarlo.
"Sì. Mi piace Simone."
E dopo un suo sorriso, decisi di andare a casa per parlare con Simone.

Appena entrai in casa corsi di sopra ignorando mia madre e Dante.

Simone era fuori dalla porta.
Era adornato il momento di parlargli.

SIMONE

Manuel venne verso di me velocemente.
"Tu lo ami? Simone, seriamente. Sei innamorato di quello? Sei innamorato di uno che ti ha messo le mani addosso senza un motivo? Non è come le nostre litigate, Simò. Con lui ci stai insieme. Ha sbagliato e non provare nemmeno a difenderlo."
Alzai le spalle.
"Anche se lo amassi? Che sei geloso? E poi non è affar tuo se litighiamo."
Senza nemmeno farmi finire prese il mio volto tra le mani e baciarmi.
Misi le braccia attorno al suo collo ricambiando quel bacio che per la prima volta era davvero sentito.

Stavo tradendo Mattia.
Era tradimento.

Si allontanò per un attimo guardandomi negli occhi prima che io feci scontrare di nuovo le nostre labbra.
Appena ci staccammo da quel bacio lui portò lo sguardo nel mio per poi parlare sotto voce, probabilmente per non farsi sentire da mio padre e sua madre che erano ancora svegli.
"Sono geloso. L'idea che qualcun'altro posso semplicemente sfiorarti o baciarti, mi manda fuori di testa." Presi coraggio di parlare e subito lo feci.
"Tu come fai a sapere ciò che ha fatto oggi?"

Manuel mi prese per il polso ed entrammo in stanza, e dopo aver chiuso la porta mi ci fece poggiare contro.
Lo guardai negli occhi senza capire.
"So Cos'ha fatto perché me lo ha detto Mimmo. Simo, quello non è amore. Oggi ha avuto quella reazione, cosa potrebbe succedere poi? Se arrivasse alle mani?"
Io scossi il capo abbassando lo sguardo.
Mi stava parlando forse per la prima volta con una dolcezza incredibile.
Non stava urlando, pronunciava quelle parole a bassa voce.
Per la prima volta aveva usato 'Simo' invece che 'Simò'.
"Non lo farà..."
Fece scorrere una mano fino a farla arrivare al mio fianco.
"Non puoi saperlo. E solo a pensare che potrebbe succedere...non vuoi parlargli tu? Lo farò io."
E dopo un ultimo sguardo, mi fece spostare dalla porta per poi uscire velocemente.
Appena rimasi da solo, scoppiai in lacrime.

MANUEL

Appena arrivai da Mattia lui alzò lo sguardo su di me.
"Che vuoi? Cosa ci fai qui?"
Lo preso per il colletto della maglia e lo buttai a terra.
"Sei serio? So che hai fatto a Simone."
Lui alzò le spalle sorridendo.

"E quindi? Simone sarebbe di tua proprietà?"
Stava già partendo male.
Non li sopportavo già più e mi stava parlando da soli due minuti.
Volevo continuare a picchiarlo ma forse non era il caso. Non in quel luogo.
Non era di mia proprietà, no, ma manco sua.
"Non so se hai notato ma Simone non è un oggetto."
Lui rise scuotendo il capo.
"Certo che lo so. Hai qualche problema se ci esco?" Alzai le spalle avvicinandomi a lui.
"Nessun problema, fai quello che te pare." Lo spinsi nuovamente e mi avvicinai nuovamente a lui.

"Hai fatto del male a Simone. Chiunque tocchi chi amo, non la passerà mai liscia."

E lo avevo ammesso.
Io amavo Simone.

Brividi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora