13 -lo amo

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SIMONE

Stavo per entrare a scuola quando Mattia mi bloccò prendendomi il polso e avvicinandosi pericolosamente a me.
"Che vuol dire che Manuel ti ama? E per quale motivo non rispondi ai messaggi?" Istintivamente trattenni il respiro.
'Manuel ti ama'
"Rispondimi Simone, perché non hai risposto ai miei di messaggi?" Strinse più forte la presa sul mio polso facendomi male.
"Non mi erano arrivati..." mi spinse violentemente facendo scontrare la mia schiena contro al muro senza lasciare mai il mio polso.
"Smettila di mentire, Simone. So che ti sono arrivati. Sei online. Con chi scrivevi? Mi tradisci? Quanto mi fai schifo, Simone."

Poi successe tutto troppo in fretta.
Mattia alzò la mano muovendola velocemente contro di me.
Solo quando sentì la mia guancia bruciare per il dolore mi accorsi di ciò che era appena successo.
Alzai gli occhi su di lui che aveva ancora la mano con la quale mi aveva colpito alzata e la bocca aperta.
"Simo...scusami..." indietreggiai un po' come se volessi proteggermi.
"Simone, scusa, davvero...non so che mi sia preso. Vieni qui..." scossi il capo allontanandomi ancora.
Strinsi la mia giacca tra le mani e mi voltai per poi andare a passo svelto verso casa.
Quel giorno non sarei andato a scuola.

Quando entrai in casa mi chiusi la porta alle spalle ed iniziai a correre verso camera mia.
"Simò? Sei tu?"
Manuel.
Non era a scuola?
"Che fai a casa, Simò?" Alzai le spalle.
"Potrei farti la stessa domanda, Manuel." Si avvicinò a me prendendomi il volto con una mano e mi fece voltare.
"Che hai fatto alla faccia?" Mi spostai scuotendo il capo.
"Niente, ho sbattuto." Lui annuii guardandomi negli occhi.
"Contro una mano? Simò, quelli sono segni di dita. Chi è stato?" Lo sapeva già.
Non c'era bisogno glielo dicessi.

Una domanda continuava però a frullarmi per la testa.
'Manuel ti ama.'

"Sei innamorato di me?" Manuel spalancò gli occhi.
"Che hai detto? Ma che sei scemo, Simò?" Alzai le spalle.
"No...Mattia ha detto che tu mi ami, volevo solo capire..." lui rise scuotendo il capo.
"Come puoi anche solo pensare che io guardi uno come te? Simone non so più come ripeterti che io sono normale. Tu per me non sei niente. Smettila con questi pensieri assurdi. Non farmi passare per ciò che non sono. Io sono normale."

Normale

Ancora con quella parola.
Ma quella volta
Non sarei crollato.
Mattia mi aveva già ferito quel giorno.
E forse, mi aveva dato la carica per rispondere a tono a Manuel.

"Sai, io non sarò normale, ma almeno ho il coraggio di ammettere ciò che sono. Ho il coraggio di non nascondermi, ho il coraggio di essere me stesso. Tu invece no. Non ne hai il coraggio. E mentre tu stai ancora a giudicarmi non normale, io vivo la mia vita in pace. Com'è che dicevi? 'Per me manco esisti' però poi mi baci contro ad un muro. Chi sarebbe quello normale a questo punto? Una persona coerente, cioè io, oppure tu?" Dopo quella frase, mi voltai entrando in camera e chiudendomi la porta alle spalle.
Successivamente, mi buttai sul letto e iniziai a piangere.

A piangere per Mattia.
A piangere per Manuel.
A piangere per com'ero io.

Perché io non potevo essere felice?

MANUEL

Non volevo andare a scuola.
Non volevo, ma dopo ciò che avevo visto sulla faccia di Simone, decisi di andare all'uscita per fermare Mattia.

Appena lo vidi uscire lo spinsi molto forte, facendolo cadere a terra.
"Manuel!" Dante si avvicinò a me prendendomi dal braccio per farmi fermare.
Non bastò nemmeno quello a calmarmi.

"Hai toccato di nuovo Simone. Non sono stato chiaro? Non ti ci avvicinare mai più. Stai lontano da Simone. Se ti vedo ancora vicino a lui te spacco la faccia."
Dopo quello, mi liberai dalla presa di Dante avvicinandomi a Mattia per poi tirargli un pugno.
"E sì. Amo Simone. Lo amo e glielo dirò pure. Sparisci, Mattia."
Dopo quello, me ne andai.

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