7 Chloe

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Arrivammo al Noir, per tutto il tragitto in macchina non dissi niente, rimasi appoggiata col viso al finestrino per guardare fuori. Non sapevo come comportarmi, non conoscevo quel ragazzo, pensai perfino che fosse un pedinatore. Era stata una situazione imbarazzante, ero tranquilla sul marciapiede pensando a mia madre, a cosa stesse facendo e ad un tratto arriva lui, bello come il sole, dicendomi di salire in macchina e di mangiare insieme. Non capì ancora il motivo per cui accettai, forse perché quando mi guardò vidi sul suo viso una luce di sincerità, e di speranza. Magari voleva solo diventare mio amico... Forse... La sua voce mi portò via dai pensieri.

<<Bene, vogliamo scendere o stiamo qui a marcire?>>

A quell'espressione arricciai il naso, Marcire che schifo.... Sentì Seth ridere, lo guardai, era davvero bello, la sua risata mi travolse era bella, profonda, allegra ma sopratutto era sincera. Sorrisi.

<<Perché ridi?>>.

<<Be', per la tua espressione, a cosa stavi pensando?>>.

<<Pensavo alla frase che hai detto, Marcire, mi vengono in mente i film degli zombi, e io ho paura degli zombi>>.

Seth rise di nuovo, incrociai le braccia al petto e feci una faccia offesa.

<<Mi stai prendendo in giro per caso?>>. Non volevo che rideva di me, anche se sapevo benissimo che aver paura degli zombi era stupido, però era più forte di me, quando guardavo quei film di notte avevo gl'incubi, quelle loro facce tutte deformate, con pustole in viso, occhi assassini, quel loro modo di camminare e i mugugni che facevano. Rabbrividì solo al pensiero di quei mostri assassini.

<<Scusami, hai ragione, non ridevo di te. Ridevo solo perché mi fa strano che tu abbia paura di una cosa che non esiste>>.

Mi incupì, mi voltai, aprì la portiera della macchina e scesi. prima di sbattere la portiera gli urlai con rabbia.

<<Sicuramente a te non deve interessare cosa fa paura a me o no>>.

Detto questo, sbattei la portiera e mi diressi verso il Noir. Non mi voltai, anche volendo sapevo benissimo che era dietro di me, ma lo ignorai. Entrai nel locale, era bello, sembrava un pub, c'erano dei tavolini di legno con le panche, un bancone dove c'erano delle seggiole per potersi sedere e bere. I muri erano colorati di beige chiaro, ovviamente era intonato all'arredamento tutto di legno. Guardai in fondo al locale, vidi Ashley e Elly che mi guardavano con la bocca spalancata, non capì subito il perché, ma poi mi ricordai con chi fossi arrivata, mi imbarazzai e diventai rossa. Sapevo che Seth era dietro di me, infatti si avvicino, si abbassò all'altezza del mio orecchio e mi sussurrò.

<<Le tue amiche ci stanno guardando Chloe>>. Sentivo nella sua voce un filo di divertimento, sentivo anche la vicinanza del suo corpo con il mio, il calore che emanava, mi percorsero delle scosse in tutto il corpo. Non sapevo cosa fare, ero pietrificata, lentamente mi voltai e vidi sul suo volto un sorriso divertito stampato in faccia. Mi si schiarirono subito le idea, mi scansai e lo fulminai con lo sguardo. Riuscì a fare solo quello, se avessi parlato avrei fatto la solita figura. Con passo svelto andai alla cassa e ordinai un'insalata con funghi, pomodori e mozzarelline, andai diretta dalle mie amiche, non mi importava niente di Seth, lui mi faceva sentire sempre in imbarazzo, era una sensazione orribile. Non riuscivo a comportarmi in maniera spontanea, ogni volta che lui era nei paraggi mi sentivo a disagio, guardarlo era ancora peggio.

<<Ciao ragazze, perche quelle facce?>>.

Ashley si precipitò a dire

<<E ce lo chiedi pure?>>.

Fece una smorfia in direzione di Seth e sorrise. Mi voltai, stava sorridendo alle mie amiche e veniva verso di noi.

Oddio no, rimani li ti prego.... Troppo tardi.

<<Buon pomeriggio belle ragazze, come state?>>

Tutte e due fecero un piccolo risolino poi dissero.

<<Bene>>. In coro.

Le guardai e soffiai, Come facevano a comportarsi così? E' solo un ragazzo, per la miseria...

Seth si girò a guardarmi, sorrise, mi fece l'occhiolino.

<<Che hai Clo?>>. A sentirlo chiamarmi così mi si accese una fiamma di rabbia nel corpo. Mi voltai e lo ignorai, mi diressi fuori dal Noir e corsi via, lasciai li perfino il mio pranzo. Perché tutto questo deve capitare a me?...

Mentre correvo mi si liberò la mente, non pensai più a niente, tutto quello che era successo, quelle strane sensazioni quando ero con lui, il suo volto, i risolini delle mie amiche, tutto... Mi lascia trasportare dalla corsa senza che nessuno mi intralciasse.

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