13 Chloe

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Cercai tutto il mese di novembre, di evitare Seth, dopo quella stupida festa non l'avevo più visto. Non volevo vederlo. Ogni tanto lui passava nel mio dormitorio, bussava alla porta e parlava con Elly. Diceva che voleva vedermi, spiegarmi. Ero troppo arrabbiata con lui,

Come si fa a scommettere per una cosa del genere?...

Tutti i lunedì c'era la lezione di Biologia, non ci andai più. Non volevo vederlo. Era stato troppo stupido nei miei confronti... Come si può essere così stupidi?

Questa mattina, mi svegliai presto, dovevo dare l'esame di Scienza della terra. Ero carica avevo studiato per una settimana. Era l'ultimo esame poi ci sarebbero state le vacanze di natale. Al pensiero di tornare a casa per un mese mi fece sorridere, mi sentivo felice, rivedere mia

madre e stare con lei per un mese. Sarebbe stato bellissimo.

Percorsi la strada dal dormitorio all'aula di Scienze insieme a Elly. Quando dovetti entrare la salutai con un sorriso e mi diressi tra i banchi.

Presi un banco in ultima fila, si, avrei finito l'esame e sarei uscita subito. Poi tornerò nel mio dormitorio e preparerò la valigia in fine tornerò a casa....

Un'ora dopo...

Uscì dall'aula d'esame, ero contenta, avevo scritto tutto quello che sapevo, non era stato difficile come esame. Tornai nel mio dormitorio. Ovviamente ero in stanza da sola perché Elly doveva fare lezione e un esame. Tirai fuori dal cassettone la mia misera roba e la misi in valigia. Essendo una maniaca del controllo sistemai la mia valigia in ordine cronologico, dal più grande al più piccolo, era una cosa che facevo sempre con mio papà come gioco e da allora non ho più smesso di farlo. Non era poi così male, almeno avevo tutto in ordine. Mandai un messaggio a Elly:

Elly, io sono pronta... Tra poco parto, ci sentiamo quando arrivo la ok?...

Uscì dalla stanza, decisi di prendere l'ascensore, non volevo fare tre piani di scale con una valigia, magari rischiavo anche di cadere. Sbadata com'ero sarei caduta di sicuro...

Uscì dal campus, mi pietrificai, Lui... Seth... era appoggiato alla mia macchina, le braccia incrociate al petto. Indossava un paio di jeans attillati, Molto attillati, una felpa purtroppo anche quella attillata, la felpa era nera e blu a righe. Incontrai il suo viso, mi guardava ma non sorrideva, neanche quello stupido sorriso sghembo. Vedendolo li appoggiato, mi vennero in mente tutte le cose successe, ero ancora molto arrabbiata con lui.

Aveva scommesso su di me?... Ma stai scherzando?... E cosa vuole adesso?

Lasciai la valigia sul marciapiede, lo guardai con rabbia. Avevo cercato di evitarlo per un mese e adesso me lo ritrovo qui ... Che strazio...

Mi misi le mani sui fianchi.

<<Cosa vuoi?>>. Lo guardavo diritto negli occhi, quei occhi nocciola adesso sembravano stanchi, spenti... Scossi leggermente la testa per quel pensiero, era stato lui a sbagliare e io non volevo vederlo. Sapevo l'effetto che mi faceva vedendolo e, odiavo quell'effetto. Le farfalle allo stomaco, sentire il cuore accelerare... Era insopportabile...

<<Sono passato per chiederti come stavi....>>. Lo disse rivolgendo lo sguardo alla strada...

<<Come vedi sono viva, quindi ora puoi andare>>. Gli indicai la valigia.<<Come vedi ho da fare>>.

<<Si potrei andare, ma non voglio andarmene, sono venuto qui anche per chiederti scusa...>>.

Lo guardai storta. <<Mi hai già chiesto scusa...>>.

Finalmente alzò lo sguardo e mi guardò diritto negli occhi. Quel semplice sguardo mi provocò dei brividi nel corpo, li ignorai, ero arrabbiata con lui, non dovevo ascoltare il mio corpo ma la mia testa.

<<Vero anche questo, ma non come dovevo... Io sono stato uno stupido, non ti conoscevo neanche e, ho pensato che se Louis ci avrebbe provato ti avrebbe fatto soffrire.... Quando sono entrato al bar del campus, ti ho vista e subito ho pensato che dovevo conoscerti, eri li con le tue amiche che ridevi, e la tua risata era così bella, mi sono sentito subito in dovere di difenderti... Lo so sono stato un'idiota, e hai ragione ad essere arrabbiata con me ma, l'ho fatto per te>>...

L'ha fatto per me .... Ma questo è imbecille...

<<L'hai fatto per me?...Be', non dovevi scomodarti, io sono capace a difendermi...>>.

<<Lo sai che non intendevo questo, io non volevo che soffrissi...Scusa...>>.

Si scostò dalla macchina e si avvicinò. Mi irrigidì, non sapevo cosa fare. Lui continuò ad avvicinarsi,fino a trovarsi un millimetro da me.... Mi si mozzò il fiato....

Lo guardai negli occhi.

<<Io, sono arrabbiata con te, tu mi hai illuso, mi hai baciata anche sapendo della scommessa... Quindi tu stavi gareggiando per la scommessa... Io non sono come quelle oche che ti girano in torno, Forse se scommettevi su una di loro, ti potevano aiutare a vincere ma io no...>>. Lo dissi con un filo di voce, ero furiosa, con lui, con me stessa per averlo baciato... Ero stata una stupida...

Fui sul punto di allontanarmi, lo capì e, mi trattenne per un braccio.

<<Si ti ho baciato, e lo rifarei, non per la scommessa... Quando ti ho baciato non pensavo alla scommessa, pensavo solo a quanto ti desideravo, perché io volevo baciarti, volevo toccarti, abbracciarti. Ti desideravo dalla prima volta in cui ti ho vista... Dopo il bacio, volevo andare da Louis a dirgli di annullare quella stupida scommessa>>.

<<E perché non l'hai fatto?>>. Lo fissavo, ero troppo curiosa per sospendere così la conversazione. Non volevo ascoltarlo ma allo stesso tempo volevo sentire le sue scuse, volevo sentirlo e, non solo, volevo toccarlo, baciarlo, stringerlo... Ma non potevo, lui mi ha trattato come una pezza...

Seth voltò lo sguardo dall'altra parte, gli guardavo gli occhi, d'un tratto si fecero seri e tristi.

<<Ho avuto da fare a casa...>>. Sembrò rammaricato, ovviamente, non gli chiesi niente, non mi sentivo in dovere di chiedere che problemi avesse avuto in casa. Se avrebbe voluto dirmelo io l'avrei ascoltato.

<<Ok, senti io adesso devo andare perché ho quattro ore di strada da fare...Comunque accetto le tue scusa>>.

Presi in mano la valigia aprì il baule e la misi dentro, sentivo lo sguardo di Seth su di me, per ogni movimento del mio corpo.

Presi un foglietto dalla macchina e una biro, sul foglietto scrissi il mio numero di telefono. Sapevo che non dovevo, mi dispiaceva però vederlo così dopo avermi chiesto scusa.

<<Ecco tieni... Ti prego non dire nulla>>. Gli porsi il foglietto un po' tentennante, mi fidavo, non troppo però....

Mi sorrise, uno dei suoi sorrisi più belli e sinceri che gli abbia mai visto fare. Si avvicinò, si abbassò e mi diede un bacio sulla guancia.

Diventai paonazza, non mi aspettavo un gesto simile.

<<Be' allora buon viaggio e buone vacanze>>.

<<Grazie anche a te>>.

Salì in macchina e partì.

TUTTO CIO' CHE DESIDERODove le storie prendono vita. Scoprilo ora